Atletica

Van Niekerk vola sui 400, mondiali in quarantena

sport Van NiekerkRoma, 9 luglio 2017 – È stata imbarazzante la facilità con cui questa notte ai Mondiali di Londra, il sudafricano Wayde Van Niekerk  si è sbarazzato di ogni avversario nella finale dei 400 metri. 
Scattato dai blocchi con il piglio da velocista puro, si è presentato sul rettilineo finale con 5 metri di vantaggio su gli altri competitors. Ha quindi  gestito il vantaggio riservandosi energie per la finale dei 200 metri, dove conta di agguantare il secondo alloro mondiale di Londra 2017.
Non ha esultato Van Niekerk, deluso forse sportivamente per  non avere avuto avversari all’altezza di impegnarlo. Soprattutto assai turbato di  non avere gareggiato contro l’unico che avrebbe potuto rendergli la vita difficile, Isaac Makwala,  bloccato dalla quarantena di 48 ore imposta dalle autorità britanniche al seguito di una pseudo epidemia di gastroenterite verificatasi  nell’albergo predisposto dagli organizzatori, il Tower Hotel. Il malessere passeggero, aveva  già precluso all’atleta del Botswana la partecipazione alle batterie dei 200 metri di cui lo stesso Makwala detiene il miglior tempo stagionale mondiale, 19.77.
Van Niekerk aveva  assistito  a tutta la penosa  scena dell’intervento che ha stoppato Makwala che voleva entrare nella zona di riscaldamento pre-gara.
Davvero un grande figurone per l’Inghilterra della burocrazia post  Brexit e per la Federazione Internazionale capeggiata dall’inglese Sebastian Coe!.
Così  Van Niekerk dopo l’arrivo non ha esultato. Si è sbracato al suolo dietro il traguardo, molto seri. Non ha rilasciato la rituale intervista al microfono della TV Internazionale restando a lungo  fuori contatti, in attesa che la serata di gara volgesse a termine.
Protesta per il comportamento offensivo tenuto nei confronti di un atleta di un minuscolo paese del Sud dell’Africa, di poco più di un milione e mezzo di abitanti,  che, gravita in tutto e per tutto sulla vicinissima Repubblica del Sud Africa, soprattutto nell’atletica leggera?
Oppure bisogno di isolarsi, recuperare energie psicofisiche in vista delle semifinali  dei 200 m in programma questa notte e la prospettiva  di vincere il secondo oro, approfittando dell’assenza del suo rivale, vicino di casa (la capitale del Sud Africa Pretoria dista due ore di auto dal confine con il Botswana) ed amico, che vanta la miglior prestazione mondiale dell’anno 19.77?
Atteggiamento colonialista e scombinato inglese a parte, ciò che sta accadendo a Londra in  questi giorni, sta confermando quanto postulato da “www.attualita.it” dopo la sconfitta-addio di Usain Bolt sui 100 metri e cioè che il dopo Bolt guarda con interesse a ciò che sta accadendo al Capo di Buona Speranza.
Come singolo soggetto Van Niekerk non sembra avere rivali sui 200 e sui 400. I 100 metri non sono ancora entrati nel suo mirino, perché è difficile conciliare la preparazione (e le gare) sulle diverse distanze della velocità.
Nel frattempo, comunque, Wayde ha già stabilito il nuovo Mondiale (dopo quello sui 400 m) sui 300 metri, una distanza spuria ma, comunque significativa.
Come situazione generale complessiva, la supremazia generale sembra sempre parlare giamaicano. Dopo Bolt, l’isola felice della velocità continua a riempire finali e semifinali di velocità  (ed anche di ostacoli veloci) con i propri  atleti, donne o uomini che siano. Forza di atleti naturali e di tradizione. Paese povero: correre non costa! 
Come Il Sud Africa trascina dietro di sé paesi limitrofi come Botswana, Swaziland e Lesotho, la Giamaica trascina  le altre Antille cominciando da Trinidad e Tobago.
Dunque in Giamaica ed attorno  tanti competitor, molta concorrenza, ma al momento il nuovo re della velocità è proprio questo  25enne sudafricano trasudante  varie italianità: dal sangue materno ai  prolungati soggiorni  di allenamento in Friuli.
Anche nei suoi tratti fortemente miscelati, si scorge italianità specie nel sorriso e negli ammiccamenti.
 Comunque, a prescindere da tutto, non può che fare piacere che  i 200 metri mondiali attestino di nuovo qualcosa di italico sulle orme di atleti che hanno fatto la storia di questa specialità.
A partire da Livio Berruti, campione Olimpico  a Roma 1960 e primatista del mondo, a Sergio Ottolina  primatista Europeo con 20”4 e finalista ai Giochi di Tokio 64, a Pietro Mennea campione Olimpico e World Recordman, a Stefano Tilli primatista mondiale Indoor con 20.52, tuttora primato italiano.
L’Italia che corre, salta e lancia, al momento si accontenti di questo.

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