Spettacolo

Ombre rosse.

Compie 80 anni il capolavoro di John Ford.

Roma, 2 marzo 2019 – Ottant’anni e non sentirli, almeno per gli amanti del genere; è questo il glorioso compleanno, che si compirà domani 3 marzo, del più celebre film western della storia del cinema: Ombre rosse.
Un autentico capolavoro, girato dal maestro John Ford, riconosciuto “culturalmente, storicamente ed esteticamente significativo” dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti e selezionato per la conservazione nel suo National Film Registry.
La trama, siamo nel 1880, racconta di un gruppo di estranei, un giocatore d’azzardo, un medico ubriacone, un venditore di alcoolici, un banchiere truffaldino, una prostituta e la moglie di un ufficiale di cavalleria in attesa di partorire, che si trovano a viaggiare insieme su una diligenza per raggiungere la città di Lordsburg, tra l’Arizona ed il New Mexico,attraversando un territorio infestato dagli Apache di Geronimo in rivolta; strada facendo incontrano Ringo, John Wayne, che è un prigioniero scappato di prigione per poter raggiungere Lordsburg e vendicarsi di Luca Plummer che gli ha ucciso suo padre e suo fratello. Ringo viene preso in consegna dal maresciallo Wilcox, suo amico, e promette di non fuggire nuovamente durante il tragitto e mostra interesse verso Dallas, la prostituta cacciata via dalla cittadina di partenza, che non sa chi è e che mestiere fa.
La diligenza, con tutti i suoi variegati protagonisti, prosegue il viaggio tra un inconveniente e l’altro fino ad arrivare all’inevitabile incontro con Geronimo.
Ford gira le sequenze nell’immensità degli spazi della Monument Valley, dando alla storia un senso epico ed innovativo per i tempi se pensiamo che l’inizio dell’inseguimento alla diligenza da parte degli indiani viene girato con una cinepresa che correva a 60 km. orari a fianco della stessa diligenza.
Il regista mette in risalto, nel racconto, le varie contraddizioni dei personaggi e mette in luce un’ipocrisia ed una prevenzione di fondo specialmente verso il medico ubriacone e la prostituta, che invece si adoperano, nella concitazione dell’inseguimento, a proteggere e curare la moglie dell’ufficiale che nel frattempo ha dato alla luce un bel maschietto.
Due Oscar per Ombre rosse per la colonna sonora, ottenuta con l’arrangiamento di 14 canti popolari americani, e per Thomas Mitchell impareggiabile nel ruolo del medico ubriacone.
Il finale non ve lo racconto, così potrete ri/assaporare la pellicola che ha segnato una svolta importante per il genere e per la carriera di John Wayne

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