Cultura

Eliseo Culture – Luca Serianni con Dante, Petrarca e Boccaccio

teatro eliseo dante petrarca boccaccio serianniI padri fondatori della lingua e della letteratura italiana

Roma, 6 marzo – Tre vertiginosi pilastri reggono come d’incanto  la lingua, la cultura, il modo di pensare e di essere dell’Italia, prima ancora che si formasse  persino un’idea di Nazione.  Se la penisola giunse tardi a configurarsi come un corpus compatto linguisticamente e culturalmente, questo si dovette ascrivere alla  caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476, alle invasioni barbariche che fiaccarono ai fianchi e in testa Roma, l’orgogliosa,  e all’ eccessiva parzializzazione in stati e staterelli del territorio.

Dalle rovine, però, sorsero appunto quei tre famosi pilastri che invertirono le polarità  e resero pieno onore allo spirito creativo. I loro nomi sono Dante, Petrarca, Boccaccio, giustamente considerati i padri fondatori della letteratura italiana, e non solo. I loro scritti attinsero ad un tessuto linguistico ancora in fasce e lo accompagnarono con forza e determinazione fino alla formalizzazione di una parlata complessa che era frutto di lasciti dalla madre latina, e di apporti provenienti da ogni dove, facendo tesoro di quanto a prima vista aveva contribuito solo a scardinare storicamente il vecchio assetto.

Dante, Petrarca, Boccaccio sono stati compagni di scuola di ognuno di noi, poi li abbiamo spesso lasciati nei cassettini delle vecchie memorie come un patrimonio da custodire ma non da spendere.

Ora, il prof. Luca Serianni, docente di lingua italiana all’Università di Roma “Sapienza” li ripropone in un progetto che fa parte di Eliseo Cultura in un ciclo di conferenze che si concluderà il 4 aprile. Il professor Serianni ha un curriculum di tutto rispetto che lo accredita come una delle personalità più in vista per rievocare i nostri padri fondatori. Intanto, è socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, della Crusca, dell’Accademia delle Scienze di Torino e vice-presidente della Società Dante Alighieri. È autore di una fortunata Grammatica Italiana (1988), più volte ristampata, ha dedicato tra l’altro alla lingua letteraria i volumi ‘La lingua poetica italiana’. ‘Grammatica e testi’ (Carocci, 2009) e ‘Italiano in prosa’ (Cesati, 2012). L’ultimo libro pubblicato è una ‘Prima lezione di storia della lingua italiana’ (Laterza, 2015).

Data la vastità e la complessità dell’opera dei tre Grandi, per forza di cose sono stati ritagliati dei temi che hanno carattere di centralità nella loro rispettiva opera.

Il ciclo si è aperto con “Echi terreni nel Paradiso”, mostrando come anche nella terza Cantica, quella che conduce Dante nell’Empireo, la presenza della terra “L’aiuola che ci fa tanto feroci” è molto spiccata. Non tanto nella personalità dei Beati, tutti ugualmente paghi della visione di Dio, ma nella continua riproposta dei grandi temi che alimentano la polemica del Poeta contro la decadenza della Chiesa e la convinzione della propria missione salvifica.

Il prossimo 14 marzo sarà proposta all’attenzione la Canzone n. 50 di Francesco Petrarca: “Ne la stagion che il cielo rapido inchina”, tema di ampia portata letteraria che traversa continuamente lingue poetiche e culture. Il tramonto del sole reca finalmente alcune ore di pace a uomini e animali, ma non al poeta, tormentato dalla sua inquietudine. Serianni ne propone una lettura attenta alla compagine linguistica e stilistica.

Il ciclo di conferenze, tutte ad ingresso libero, si conclude il 4 aprile con “Il Decamerone e l’arte del dialogo”. Attraverso alcuni esempi tratti dal capolavoro di Giovanni Boccaccio ci si soffermerà sulla capacità dello scrittore di variare il dialogo a seconda dei personaggi e delle situazioni rappresentate nell’intento di farne un affresco a tutto campo dell’umanità con le sue miserie e le sue grandezze.

Umanità di ieri, e di oggi, l’unica vera forma di eternità.

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