Politica

DOVE SARÀ FINITO IL COMPENSO DI BENIGNI?

Si è concluso, con la vittoria del cantautore Roberto Vecchione, il festival della sinistra.
 Benigni
 

No, scusate, mi sono sbagliato, era quello di Sanremo, che una volta consisteva nel festival della canzone italiana.
Quest’anno, in rispetto alla canzone ed alla tutela del nostro buon nome, è stata una carrellata di attacchi contro il solito Silvio, compreso da parte di quelli che con “Silvio” hanno acquistato notorietà (tanto da essere stati chiamati sul palco di Sanremo) e mangiano nel piatto pieno di leccornie acquistate con i soldi di “Silvio”. Ma “meno male che Silvio c’è!”
Poi è arrivato il grande Roberto Benigni, il quale ci ha spiegato l’Inno di Mameli. Secondo i commenti ed immagini, grande ovazione nella sala. Poi qualcuno mi deve spiegare che razza di “italiani” siamo se, all’Inno Nazionale, si rimane seduti!
Ancora più grave e preoccupante, è che sia Benigni a spiegarcelo. Immagino le domande dei lettori, tenuto conto che l’Oscar ha parlato dell’unità d’Italia, come ho letto su facebook, a differenza degli altri!
Il perchè: se adulti, e lo erano in sala, è perché parliamo di cittadini della Repubblica, nemmeno della Monarchia e l’Inno era stato studiato o comunque l’hanno sempre sentito. Ma forse è stato dimenticato perché si ascolta solo nelle partite di calcio internazionali per cui è più importante pensare alla formazione delle squadre; se giovani, vuol dire che la tanto decantata classe di insegnanti, che una volta lodevolmente suppliva alla mancanza di cultura in famiglia, non ha mai parlato di questo argomento.
E ciò, consentitemi, mi fa ancora più paura perché parliamo di tutela di minoranza linguistica e della cultura degli stranieri ma distruggiamo la nostra!
Poi, se ne ha parlato Lui, è perché entrava nella Sua scaletta e aggancio per il Suo show!
Ma sul Grande Benigni, è nata una polemica sul compenso di ben 250.000 euro per, diciamo, una giornata di lavoro (qualcuno – forse a sproposito – parla di 250000+250000) che sarebbe poi il corrispettivo di 20 anni di lavoro di un operaio che non spenda un cent nemmeno per mangiare e che con l’inflazione, di anni, se ne andrebbe ad oltre 25.  
Certo mi piacerebbe sapere quanti posti di lavoro ha creato Benigni con i suoi introiti, ma questa sarebbe solo polemica sterile. Se si parla degli altri, è giusto perché è libera critica.
Sembrerebbe che Benigni abbia devoluto i 250.000 euro incassati all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, per la costruzione di un intero padiglione.
L’ospedale, interpellato da pochi giornali “del potere”, per bocca della sua portavoce, ha dichiarato che l’ospedale non ne sapeva nulla.
Non fidandoci, alle ore 10,45 del 23 febbraio, abbiamo telefonato personalmente alla portavoce del nosocomio, Roberta Rezzoalli che ci ha dichiarato «Come già abbondantemente dichiarato, l’ospedale non ne sa nulla. La donazione può essere anche anonima”. Abbiamo richiesto se era arrivata qualche donazione “importante”, ma la risposta è stata “Non ci risulta nulla”.
Forse, per qualche disguido di consegne, l’abbondante cachet incassato è stato accreditato a qualche altro “ignoto beneficiario”!
Viva l’Italia! ma quella vera, non quella delle frottole sparate in tv in regime di mancanza di libertà di stampa!
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