Cultura

“Lettera al generale” dell’ eroico Capitano Antoine De Saint- Exupery

Nel 2014 si celebrerà l’anniversario per i 70 anni dalla scomparsa di Antoine de Saint-Exupery, Capitano dell’ Aviazione Militare francese, ma soprattutto l’autore de “Il Piccolo principe” (tradotto in duecentocinquanta lingue), libro che ha affascinato intere generazioni.

In libreria in questi giorni, per “Piano B Edizioni-Elementi” (euro 12,00), per la prima volta in Italia, un’edizione della celebre “Lettera al Generale X e il senso della guerra”, una missiva che l’Ufficiale scrisse il giorno prima di essere abbattuto durante una missione di guerra aerea. Insieme a “Lettera al Generale X”, il volume pubblica anche altri scritti non noti agli ammirati lettori del Saint Exupery che, il 31 luglio 1944, partì per l’ ultima missione, con l’obiettivo di sorvolare la regione di Grenoble-Annecy. Non tornerà più. Venne dato per disperso; aveva solo 44 anni. Un aviatore audace e combattente, amante della letteratura che per lui era la vita stessa. Infatti, affermava che “bisogna vivere per poter scrivere”, e quindi le sue opere sono autobiografiche, trasformate in racconti di eventi accaduti.

Il suo primo romanzo è “L’aviateur”, poi “Corriere Sud”, segue “Volo di notte” con prefazione di André Gide e, in successione, “Terra degli uomini”, “Pilota di guerra”,”Il Piccolo Principe”; infine quella “Lettera al Generale”, che apparve a guerra finita su “Le Figaro”.

Ne riassumo alcune parti di indubbio interesse, che fanno ben meditare sulla tragedia della guerra e sui risvolti nefasti nell’anima e nella coscienza anche delle persone più forti. “”Ho compiuto ora un volo sul P.38. E’ un bell’ apparecchio. Sarei stato felice di riceverlo in dono per i miei vent’ anni. Oggi, riconosco con malin­conia che a quarantatre anni, dopo 6.500 ore di volo sotto tutti i cieli del mondo, non so più pro­vare molto piacere in questo gioco… È solo, ormai, uno strumento di spo­stamento e, in questo caso, di guerra. ..Sbagliavo certo quando avevo vent’ anni. ..Tutto questo per spiegarle che questa esi­stenza da gregario nel pieno di una base ameri­cana, l’an­dirivieni tra i monoposto da 600 CV, i pa­sti in piedi, frettolosi, in una costruzione isolata dove ci si ammucchia in tre per camera, questo terribile deserto umano, insomma, non ha nulla che mi ac­carezzi il cuore….. Oggi sono profondamente triste e in profondità… Sono triste per la mia generazione, che è vuota di qualunque sostanza umana; che non avendo cono­sciuto altra forma spirituale di vita oltre il bar, la matematica e le Bugatti, si trova ora impegnata in una azione strettamente gregaria, senza più colore alcuno… Prendiamo il fenomeno militare di cent’anni fa. Quanti sforzi compiva per dare una risposta alla vita spirituale, poetica o semplicemente umana dell’uomo. Oggi, essiccati come siamo più che mattoni, sorridiamo di tali scempiaggini…..costumi, bandiere, canti, musiche, vittorie. Non ci sono più vittorie al giorno d’oggi, nulla che abbia la densità pratica di una Austerlitz. … Ah generale, c’ è un solo problema, uno solo per il mondo: ridare agli uomini un significato spirituale, inquietudini spirituali. Far piovere su di loro qual­cosa che rassomigli ad un canto gregoriano. Se avessi la fede, stia certo che, superata quest’epoca di mestiere necessario e ingrato, non potrei più tollerare altro che la vita monastica…Non si può vivere di frigoriferi, di politica, di bilanci e di pa­ro­le incrociate, mi creda. Non più. Non si può vi­vere senza poesia, senza colore né amore. …Nulla resta, se non la vo­ce della propaganda… Due miliardi di uomini sen­tono il robot, capiscono solo il robot, diventano robot. Tutti gli sconquassi degli ultimi anni non hanno che due fonti: i guasti del sistema econo­mico del XIX secolo e la disperazione spirituale. C’è un problema, uno solo: tornare a scoprire che esiste una vita dello spirito più alta ancora di quella dell’intelligenza, l’unica in grado di soddi­sfare l’ uomo….Ah! che strana sera questa, che strano clima…..”” Queste le ultime parole di un grande “Eroe romantico”, un uomo di altissima spiritualità, forse quasi irreale, oggi inconcepibile….. Fu certamente un idealista, un pilota audace, un uomo dalle forti passioni che riuscì a fare di tutta la sua vita un romanzo; un grande romanzo!

Lettura quindi consigliata a tutti – quale monito per il mantenimento della pace e dei principi di Democrazia –  ma soprattutto ai giovani, checché se ne dica attenti alle vicende dell’oggi e preoccupati per il loro futuro incerto in un’epoca di pericolosa mediocrità e modestia in moltissimi settori della società…..;lettura d’obbligo culturale, certamente, per quanti hanno indossato con onore o indossano la Divisa….

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