Politica

C’era da aspettarselo!

lotteriaRoma, 26 Agosto – La notizia aveva “fatto capolino”, era stata accennata senza grande enfasi, nei TG del 24 agosto; poi, il giorno successivo, silenzio assoluto. Giustamente, non che ingenuamente, avevamo pensato che, data l’assurdità della trovata, era serpeggiata nelle redazioni, la disposizione di non farne più accenno. Beata ingenuità!

La notizia è riapparsa quest’oggi e l’Internet la riporta dal Corriere della Sera e, nella serata, ne fa un richiamo “Il Mattino” smorzando speranze che erano sorse incontrollate. Oltre lo sciacallaggio, sempre presente in queste tragedie, c’era da aspettarselo. Bloccare il Jackpot del Superenalotto e devolverlo alle popolazioni che hanno subito e stanno subendo il terremoto.

Poche persone comuni e alcuni politici, fra i quali Minnucci del PD (ovviamente!) hanno appoggiato l’ipotesi e la Meloni, che non manca occasioni per mettersi in mostra, ha esordito nell’Internet con «Blocchiamo il concorso da subito o dalla prossima estrazione nel caso in cui nessuno dovesse vincere e destiniamo quei soldi alle popolazioni colpite dal terremoto per i soccorsi, il sostegno alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che sono sopravvissuti ma hanno perso tutto. Dimostriamo concretamente che l’Italia è al loro fianco».

La proposta ha del “lodevole”…apparentemente, perché, poi, riflettiamo e capiamo che è strumentale perché è facile fare i generosi con i denari degli altri e mentre l’Internet “sbandiera” da tutte le direzioni il “favore” di politici e semplici cittadini all’iniziativa, per dare vita ad un’azione “induttiva” anche se contrapposta ad una lunga schiera di cittadini comuni che si dichiarano contrari.

L’unico parere dotato di una certa logica lo ha espresso il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta che ha confermato questo concetto; “il Jackpot appartiene già ai giocatori; pur considerando che si sta studiando una soluzione per venire incontro a tale proposta, non è detto che questa esista”. La questione, facciamo bene attenzione, non è di carattere né umano, né umanitario, come la Meloni vorrebbe dare ad intendere agli italiani, perché lei non può farsi interprete dei desideri degli italiani che non conosce; è di carattere tecnico e basta. Perché si evince questo? Innanzi tutto perché una persona intelligente e furba come lei, sotto l’aspetto esteriore dell’umanitarismo, sta strumentalizzando una tragedia per trarne un beneficio politico con il governo.

È ovvio che nessun comune cittadino, giocatore del Superenalotto, come, del resto lei medesima, acconsentirebbe ad una operazione del genere, fatta eccezione per una devoluzione personale di un’offerta nel caso di vincita, ma lei ha trovato facile strumento per appoggiare il governo e Renzi e per trarne, in un futuro prossimo, un vantaggio.

Farebbe cosa più utile, la Meloni, se desse, invece che un suggerimento strumentale, semplicemente un esempio personale. Dimostrasse la sua solidarietà cominciando con il beneficiare le popolazioni colpite dal terremoto di un bello assegno di 200.000,00, 300.000,00 euro, che, per lei, come per tutto l’arco parlamentare, non sono assolutamente niente e, da personaggio pubblico, rendesse pubblica la sua azione; poi potremmo continuare il discorso, altrimenti saremmo sempre all’…”armiamoci e partite!”.

Secondo, perché esiste una situazione tecnica che non può essere risolta facendo leva su un Jackpot che poteva anche non esserci.

La soluzione, sull’argomento,  esiste, il quanto potrebbe essere devoluta ai terremotati la quota-parte spettante allo Stato ma probabilmente è stata già inserita in altri capitoli di spesa.

La sintesi è una sola ed è economica.

Oltre allo sciacallaggio, grazie ai giornali stranieri, si ventila l’ipotesi di una falsificazione della magnitudo del terremoto affinché appaia meno grave di quanto lo sia nella realtà e la competenza passi alla Regione. Perché? È presto detto. I soldi occorrenti sono tanti e, a conti fatti, lo stato non ce l’ha. Perché non ha i soldi per fronteggiare queste calamità? Perché non fa niente per modificare il meccanismo economico e procurarseli.

Oggi Renzi ha stanziato ottanta milioni e ha tenuto a precisare che sono appena l’inizio, ma ha tenuto a precisare ancora che sono stati presi da un particolare fondo di solidarietà non meglio precisato. Un’inezia riceverà da Bruxelles e altri si appresta a chiedergliene. Per chi non è addentro alla contabilità dello Stato, si precisa che i bilanci dello Stato sono due; il primo è quello ufficiale ed è quello in cui i conti pubblici non quadrano mai e che mai quadreranno se non si mette mano alle riforme economiche e il secondo, definito “segreto”, è quello adibito a eventi straordinari.

In questa situazione c’è da fare semplicemente una cosa. Renzi, invece di avvalorare proposte della Meloni campate in aria, e di metter mano alla tasca degli italiani, come moltiplica a livello esponenziale i posti di lavoro che non esistono, tenti di moltiplicare allo stesso modo, questa volta a fin di bene, i capitali da stanziare a favore delle popolazioni colpite dal terremoto, senza toccare gli interessi della popolazione; sarebbe certamente il suo migliore banco di prova.

Ovviamente, abbiamo il massimo rispetto per quelle persone che adesso, in montagna, trascorreranno la loro terza notte all’addiaccio e che hanno visto la loro vita distrutta dalla morte e dal sisma, e questo sia ben chiaro, ma il popolo italiano, che è stato spolpato dalle tasse per salvare le banche rosse che non sono uscite dal fallimento, non si può fare da solo  carico di questa immane tragedia, quando per questo c’è uno Stato.

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