Medicina

Eterologa – Dalle Regioni il primo via libera ma nuove regole

Gratuita, età, stesso “colore della coppia” e gruppo sanguigno

Roma, 04 settembre – (ansa) È stato licenziato ieri il documento tecnico per l’introduzione della fecondazione eterologa dai tecnici del settore e funzionari regionali, con l’accordo preliminare di tutte le Regioni.

La commissione Salute della Conferenza delle Regioni ha poi confermato l’intesa sulle linee guida per disciplinare questo tipo di intervento. Il documento verrà portato domani all’attenzione dei presidenti delle Regioni.

La fecondazione eterologa sarà gratuita o con ticket, prevista cioè nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ma con dei paletti rispetto all’età delle donne riceventi, che devono essere in età potenzialmente fertile. Su questo punto, tecnici e funzionari regionali hanno trovato l’accordo nel documento tecnico varato oggi. Il nato da fecondazione eterologa avrà lo stesso colore di pelle della coppia ricevente. Per quanto possibile si manterrà, cioè, lo stesso fenotipo della coppia ricevente in relazione al colore della pelle, dei capelli e anche rispetto al gruppo sanguigno. Il nato da eterologa avrà la possibilità di chiedere di conoscere l’identità del padre o madre biologici una volta compiuti i 25 anni di età: a questo punto il donatore viene ricontattato e, se lo decide, potrà rivelare la propria identità.

Con l’eccezione di tale caso, il documento prevede l’anonimato del donatore: si potrà risalire a notizie relativi ad aspetti genetici del donatore solo per esigenze mediche del nato.

Il documento tecnico varato è in linea con i contenuti della delibera già approvata dalla Regione toscana e che dà il via libera all’eterologa nei centri pubblici della Regione. Il documento prevede anche, come nella delibera della Toscana, precisi test ed esami clinici per i donatori e l’istituzione di un Registro dei donatori.

”E’ un ottimo documento, che permetterà di dare vita ad un percorso unitario”, afferma il presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini, alla fine della riunione degli assessori alla Sanità (in quanto ha la delega alla materia). “Sono molto soddisfatta, il clima è stato collaborativo. D’altra parte – ragiona Marini – c’è una sentenza dettagliata della Consulta e il rischio era che partissero i centri privati ma non potessero farli, senza linee guida, quelli pubblici. Il che era assurdo”.

Intanto, domani proprio a Firenze, all’Ospedale Careggi, prederanno il via le visite di consulenza per le prime otto coppie che hanno chiesto di effettuare una fecondazione eterologa. L’orientamento delle altre Regioni, secondo quanto si apprende, sarebbe invece quello di attendere il via libera definitivo della Conferenza Stato-Regioni prima di avviare gli interventi di fecondazione eterologa nei propri centri.

“Le Regioni fanno bene a lavorare insieme per trovare una linea comune ma una legge è necessaria” ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin al canale televisivo Tgcom in riferimento all’incontro di domani delle Regioni. “Si vedranno e incontrerò il presidente Chiamparino” ha precisato Lorenzin che ha però ribadito come il “tema va sanato”. Per il ministro occorrono alcune garanzie come la certezza dei donatori e la sicurezza degli stessi, la fissazione di un numero massimo di donazioni e un registro nazionale anonimo. Ma, a prescindere da ciò, una legge per il titolare della Salute è “necessaria anche per l’inserimento dell’eterologa nei Lea e in materia di ticket. Ho inviato la bozza di decreto a Camera e Senato e auspico che il lavoro parlamentare sia veloce”. Lorenzin ha precisato poi che allo stato attuale “non c’è nessun centro autorizzato” per l’eterologa. Infine, il Ministro ha anche annunciato il lancio di un vero e proprio Piano sulla fertilità: “Ho avviato un gruppo di lavoro per un Piano nazionale sulla fertilità. In Italia non nascono più bambini da anni. E se continua così nel nostro futuro sarà a rischio anche la nostra economia. Ci sono tanti motivi per cui non nascono i bambini ma credo sia opportuno partire dagli aspetti sanitari. Dobbiamo iniziare ad informare i giovani”.

 

 

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