WRC in Italia nel 2026: rally in Sardegna o a Roma
Il mondo del rally è in fermento, con una decisione che si profila all'orizzonte e che delineerà il futuro della presenza italiana nel prestigioso Campionato del Mondo Rally (WRC) nel 2026: Sardegna o Roma?

WRC Promoter e la Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) hanno confermato il loro forte desiderio di mantenere una tappa italiana nel calendario mondiale 2026. La scelta si restringe ora a due candidati di peso: il consolidato Rally Italia Sardegna o la potenziale new entry, il Rally di Roma Capitale. La decisione definitiva è attesa entro la fine di giugno 2025.
WRC in Italia nel 2026: gli spazi della Sardegna o la storia di Roma?
Il Rally Italia Sardegna, con oltre vent’anni di storia e tradizione nel WRC, rappresenta un punto fermo e un’opzione di continuità. La sua identità di gara su terra, superficie predominante e preferita all’interno del campionato, lo rende un asset prezioso. L’edizione appena conclusasi, tenutasi dal 5 all’8 giugno 2025, ha lasciato un’impressione positiva sui vertici del WRC. In particolare, il formato compatto e ottimizzato dell’itinerario ha riscosso apprezzamenti per la sua efficacia e coerenza con le esigenze organizzative. Gara molto impegnativa, con l’introduzione di tratti inediti sia al venerdì che alla domenica, che hanno messo a dura prova equipaggi e vetture.
Tuttavia, il Rally di Roma Capitale, che già ospita con successo una tappa del Campionato Europeo Rally (ERC), si sta proponendo come un’alternativa concreta. La Città Eterna offrirebbe un contesto logistico differente, con la possibilità di proporre prove speciali su asfalto, un terreno meno presente nel calendario WRC attuale ma che potrebbe aggiungere varietà e sfide diverse. La candidatura romana non è da sottovalutare, data la crescente professionalità e l’esperienza acquisita nell’organizzazione di eventi di caratura internazionale.
Sardegna e Roma pari sono
L’infinita bellezza della Sardegna contro il profumo della storia di Roma: pari sono. Nessuna preferenza. Certo che qualsiasi evento si faccia all’ombra del Cupolone è sempre magnifico: perfino il torneo di tennis, nonostante sotto il profilo delle strutture ci sia qualcosa da migliorare.
Appena l’accordo arriverà, sarà pluriennale, con una previsione di durata tra i tre e i cinque anni. Questo garantirà stabilità e permetterà una pianificazione a lungo termine per la presenza italiana nel massimo campionato rally. Nel caso in cui la scelta ricadesse nuovamente sulla Sardegna, è altamente probabile che si proseguirà con la consueta alternanza tra le sedi di Alghero e Olbia, ottimizzando la logistica e la fruizione per team e spettatori.
Se, invece, Roma venisse scelta, l’Italia vanterebbe una quarta sede nella sua storia nel Campionato del Mondo Rally. Prima della Sardegna, che ha debuttato nel 2004, Sanremo (fino al 2003) e, in un periodo eccezionale legato alla pandemia, Monza nel 2020 e 2021. Sulla scia di quanto accaduto anche in Spagna, che ha visto diverse località come Costa Brava, Costa Daurada e le Isole Canarie ospitare prove mondiali.
La posta in gioco è alta: visibilità internazionale, indotto economico significativo e un’opportunità unica per gli appassionati italiani di vivere da vicino le emozioni del massimo livello del rally mondiale.