Cultura

Al Complesso dei Dioscuri al Quirinale, una esposizione sulla carriera artistica di Cinzia Cotellessa

“Mutazioni. Percorsi di vita con l’Arte”

Roma, 3 ottobre – In mostra oltre 150 opere realizzate in sanguigna, caffè, olio, tempera, acquerello e tecniche miste che rappresentano, attraverso un percorso strutturato su sei aree tematiche differenti, un interessante spaccato della feconda attività pittorica di quest’artista poliedrica, affermatasi da tempo in maniera prorompente nel panorama italiano e internazionale.

Dal 4 ottobre il Complesso Monumentale dei Dioscuri al Quirinale ospita l’antologica dedicata a Cinzia Cotellessa dal titolo “Mutazioni. Percorsi di vita con l’Arte”, in programma nella splendida cornice di Via Piacenza 1 fino al 12 ottobre prossimo (dal lunedì al sabato con orario 10-13 e 14.30-19 e ingresso libero).

L’esposizione – che è stata promossa dall’Associazione Brutium ed è patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal Consiglio Regionale del Lazio – rende omaggio a un’artista che ha raggiunto un ruolo di primo piano nell’arte contemporanea italiana e internazionale, ottenendo premi e riconoscimenti significativi da critica e pubblico, e offre, per l’ultima volta, la possibilità di ammirarne da vicino i lavori.

Pittrice dalla spiccata sensibilità, ma anche scenografa, costumista e disegnatrice di gioielli, Cinzia Cotellessa è dotata di una prorompente forza creativa e di un talento multiforme non comune, allo stesso tempo prodigioso e assolutamente originale. Artista poliedrica e caparbia, è capace di raccontare un universo costellato di sentimenti, emozioni, ricordi e passioni, e – con la stessa abilità e sapienza – di utilizzare tecniche differenti: dalla matita alla tempera, dall’acquerello alla china, passando per la sanguigna, la pittura con il caffè e quella a olio.

La prima vera personale è del 1994: oltre 70 pezzi eseguiti a tempera, acquerello, china e matita che rappresentano un primo meraviglioso tuffo all’interno del suo mondo. A venti anni di distanza da quell’esposizione, l’artista affida a “Mutazioni” il compito di segnare una profonda linea di demarcazione tra passato e futuro e raccontare – attraverso un’ampia raccolta di oltre 150 lavori realizzate in sanguigna, caffè, olio, tempera, acquerello e tecniche miste – il cammino da lei compiuto dal 1994 ad oggi. Dai Ribbons a Pet passion, passando per Che palle, ovverosia le palle rotte!, Donne che hanno tempo e voglia di amare, Angeli e non…AAA Cercasi angelo custode, la Sedia Antropomorfa e I Guerrieri della Luce, tutte le principali tematiche affrontate dalla pittrice sono illustrate in un prezioso percorso a ritroso, suddiviso in sei diverse aree, “che – come spiega lei stessa – si chiude in un cerchio perfetto come il nastro di Mohebius e inizia proprio a partire dai pezzi realizzati più di recente”. Si stagliano così per primi davanti agli occhi dello spettatore i Ribbons, nastri fluttuanti o aggrovigliati che – nonostante percorsi diversi e spesso complicati – escono liberi dall’immagine rarefatta di un cielo o di uno sfondo nero e si annodano o si sciolgono ricercando, anch’essi, l’immortalità di un cerchio perfetto. E’ poi la volta delle Palle rotte, prodotti minimalisti in tecnica mista e a olio poggiate su di una tela a base quadrata, che, inneggiando alla cracking art, dimostrano come pure nelle opere figurative di denuncia ambientalista possa esserci un tocco di umorismo. Seguono, quindi, Donne che hanno tempo e voglia di amare, ritratti – in sanguigna o dai colori pastosi e caldi – che raffigurano donne sensuali e carnali, di epoche ed etnie diverse, vestite o svestite, e nudi in cui corpi abbondanti si propongono sfacciatamente o si celano al nostro sguardo per attirare la curiosità dello spettatore. Accanto all’evanescenza e alla sacralità di Angeli e Cherubini, di dimensioni e fattezze diverse, emerge ulteriormente l’intensità degli sguardi dei Guerrieri della Luce, trentatré protagonisti dell’arte (da Michelangelo ad Haring passando per Guttuso, De Chirico, Botero, Ricasso, Klimt, Kalho, Lempicka, Cezanne e tanti altri) omaggiati con un ritratto, in sanguigna o olio su legno, un tributo speciale perché – come scrive la Cotellessa – “hanno accarezzato il cuore di molti con le loro opere e meritano di essere ricordati con la stessa intensità con cui hanno donato all’umanità intera un patrimonio di sentimenti e emozioni”. Chiudono l’esposizione i pezzi realizzati per i nostri amici a quattro zampe, che, celebrati dalla canzone dedicatagli dall’ex batterista di Patty Pravo, Gordon Faggetter, sono ulteriore testimonianza dell’abilità creativa della pittrice. A emblema dell’esposizione, infine, la Sedia Antropomorfa, una sanguigna di dimensioni eccezionali realizzata nel 2013 e destinata, secondo un progetto della pittrice, a diventare l’opera di questo genere più grande al mondo (cm 210×400). Costituita da sei elementi consequenziali, teoricamente unibili ma installati dentro cubi di plexiglass di differenti volumi e, quindi, capaci di regalare all’osservatore la sensazione di un’immaginaria tastiera, quest’opera dal significato criptico vuol essere la rappresentazione di un desiderio o di semplice proiezione ricostruita attraverso una serie di “scatti” raffiguranti, forse, un uomo e una donna abbracciati e celati da un drappo. Impegnata a mettere a nudo e trasmettere l’anima della realtà e la magia delle cose, Cinzia Cotellessa è dotata di una forte personalità stilistica e di una tecnica capace.

La sua è una pittura estremamente raffinata, impreziosita da innumerevoli elementi culturali, da insiti messaggi poetici e da molteplici simbologie che prendono spunto da discipline diverse: le scienze filosofiche, quando la perfezione della forma sferica delle palline da golf fa riferimento a quella degli ermafroditi di platoniana memoria, la storia delle religioni, quando a essere ritratti sono gli Angeli, la numerologia, quando la teoria del quadrato magico fa capolino nei ritratti dedicati ai Guerrieri della Luce.

Di tutto questo “Mutazioni” riesce ad essere sapiente testimonianza.

La mostra è stata visitata, a sorpresa, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con la signora Clio.

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