UN RICORDO DEL GEN. CC. MANGIAMELI
Non potendo presenziare allultimo inobliabile addio a Peppino Mangiameli, per motivi di servizio che mi trattengono in Veneto, ho pregato il carissimo amico e collega Colonnello Avvocato Franco Petrachi con me per anni nella gloriosa Compagnia Carabinieri Roma Trastevere-di dire tutto il mio affetto e tutta la mia ammirazione al vecchio Leone dellArma.
Oltre quarantanni fa, fummo in molti, giovani Sottotenenti, appena o poco più che ventenni, immessi nei circuiti dei Battaglioni Carabinieri in tempi, come noto, densi di incognite e oltremodi difficili, a conoscerti.
Da subito fosti un mito per tutti: coraggio, determinazione ed entusiasmo, con la capacità di andare contro tutto e tutti per ciò che ritenevi fosse giusto, e nel giusto eri, molto spesso, lontano da logiche di compromesso e opportunismo, soprattutto quando cera da curare gli interessi dei più semplici e dei più umili militari.
Noto e ben conosciuto da generazioni di Carabinieri dei vari ruoli, che sempre hanno esaltato le tue doti di mente e di cuore, lasci un vuoto grande.
Forti però del tuo esempio che dice: FRANGAR NON FLECTAR: mi spezzo ma non mi piego; cui personalmente desidero aggiungere il dannunziano:SEMPER ADAMAS, cioè sempre puro come il diamante, perché tale è stato il tuo cuore di Patriota, di audace, invitto combattente della vita, sarai sempre nei nostri cuori.
Da lassù, chissà quante volte ancora ci sentirai, per difficoltà varie, dire: Qui ci vorrebbe Peppino Mangiameli Sì perché la tua straripante e a volte forse eccessiva energia oggi rimane per tutti un ricordo lontano.