Spettacolo

Il testamento del mostro.

Renoir rivisita il romanzo di Stevenson sul dottor Jekill.

Roma, 7 dicembre 2021.

 

La ricorrenza.

Il testamento del mostro, titolo originale <Le testament du Docteur Cordelier>, non può mancare nella galleria dei noir francesi specie se diretto da un maestro come Jean Renoir.

Il film, girato all’inizio del 1959, esce nel 1961 a seguito di varie opposizioni legate a rapporti controversi tra il mondo del cinema e quello della televisione.

La storia.

Il dottor Cordelier è uno stimatissimo psichiatra che decide di rinunciare alla libera professione per concentrarsi sulla ricerca scientifica.

Cordelier è attratto dagli aspetti più misteriosi della personalità umana e arriva a definire una pozione che gli consente di trasformarsi in un <suo doppio>.

L’alter ego di Cordelier è Monsieur Opale, che appare dinoccolato, saltellante, dai lineamenti marcati e diabolici e veste abiti fuori misura di almeno un paio di taglie.

Opale/Cordelier inizia ad uscire di notte, appena completata la trasformazione in laboratorio, dando sfogo agli istinti più biechi, tra cui l’omicidio, contro vari malcapitati che incontra per strada.

L’allarme si diffonde nella periferia parigina e Cordelier, nei momenti in cui ritorna presente a se stesso, cerca l’aiuto nel notaio Joly suo amico intimo.

Cordelier gli consegna il suo testamento indicando preventivamente che unico erede è il misterioso Monsieur Opale, con Joly che rimane alquanto perplesso

Opale è irrefrenabile e provoca la morte dello psicanalista Séverin, provando intima soddisfazione dal momento che lo stesso Séverin è, professionalmente, un nemico giurato di Cordelier.

La situazione alla lunga sfugge di mano a Cordelier che ormai arriva a trasformarsi in qualsiasi momento, senza preavviso, anche senza ingerire il siero.

Cordelier, in preda a rimorsi sempre più crescenti, convoca nel suo studio l’amico notaio e lo fa assistere alla trasformazione in Monsieur Opale.

Curiosità.

Come accennato in premessa la pellicola di Renoir è innovativa in quanto girata con oltre quattro macchine da presa.

Il regista ritiene di non dover interrompere l’attore con lo <Stop>, usando un metodo di lavorazione a moto perpetuo.

E’ una tecnica di derivazione televisiva con lo scopo di liberare l’attore dalla dipendenza di un unico obiettivo e consentirgli il massimo della concentrazione e dell’espressività.

La sceneggiatura nel lavoro di Renoir è un vero e proprio canovaccio senza paletti precostituiti, con gli attori, ma anche le altre maestranze, liberi di agire sulle emozioni del momento.

Renoir traspone liberamente <Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde> di Stevenson in coproduzione con la RTF, emittente di stato francese.

Riambienta la storia nella Parigi degli anni cinquanta e lavora sulla filosofia psichica del protagonista, nello sdoppiamento della sua personalità.

I Protagonisti.

Per chi non ha un ricordo nitido del regista, diciamo che Jean Renoir, pur non essendo tra i fondatori, è un facente parte della Nouvelle Vague.

Tra le sue pellicole più famose <French Cancan> con Jean Gabin e soprattutto <La carrozza d’oro> con Anna Magnani.

Jean-Louis Barrault è l’eccellente interprete del doppio ruolo del dottor Cordelier e Monsieur Opale.

Barrault recita in modo asciutto, algido, nella parte di Cordelier, e nella trasformazione in Opale, truccato senza ricorrere ad effetti speciali, sfrutta il cambiamento fisico per una serie di movimenti che rendono originale il personaggio.

Bravi gli altri caratteristi, assolutamente complement

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