Tematiche etico-sociali

Riflettiamo su grandi tematiche relative alle Forze dell’Ordine… organici e, purtroppo, suicidi….

Roma, 05.04.2019 –  A settembre 2018 la giusta proposta di Legge presentata dall’on. Deidda (FdI) sulla reintroduzione dei Carabinieri ausiliari. Mentre infatti si discute sulla Leva obbligatoria, con posizioni differenti anche nella stessa compagine di Governo, reintrodurre il servizio Ausiliari dei Carabinieri, su base volontaria e attraverso i concorsi Vfb1, potrebbe consentire non solo di colmare parzialmente i vuoti d’organico, che l’Arma lamenta da tempo, ma anche di assolvere alla funzione addestrativa ed educativa, che proprio i ‘tifosi’ della leva portano avanti. Era questa l’opinione dell’on. Deidda, che, secondo quanto scrive Infodifesa.it non ha riscontrato il parere favorevole del Governo.Il sottosegretario alla Difesa Angelo TOFALO ha osservato che la figura del volontario in ferma prefissata e quella del carabiniere ausiliario rispondono a diverse esigenze e sottendono profili giuridici e di reclutamento distinti… Mah..!!!A parere di chi scrive, gli ausiliari dovrebbero essere estesi anche a Polstato e Guardia di Finanza per incrementare la presenza sul territorio… la benedetta prevenzione… Possibile che le pattuglie sono ancora costituite da due sole unità, magari una femminile, e non da tre consentendo al terzo soggetto dell’equipaggio di controllare mitra alla mano i due colleghi che procedono al controllo? E perché magari non due autoradio insieme di notte nelle periferie pericolose o nelle strade isolate e nelle campagne? Un comparto che, per quanto riguarda la dislocazione dei presidi di Polizia/Carabinieri sul territorio, fa riferimento agli anni ’60, soprattutto nelle grandi città… Per attuare ciò dovrebbe intervenire un Napoleone Bonaparte? Via….Su… Datevi da fare…Da InfoDifesa apprendiamo che qualcosa finalmente dopo decenni si muove… “La complessiva disanima della situazione della forza dell’Arma – si legge nelle recenti linee guida in favore dell’organizzazione territoriale del Comando Generale dell’Arma – evidenzia come le maggiori carenze organiche siano attualmente sopportate dall’organizzazione Territoriale, che patisce un deficit del 6,96% (-5.797 unità), pari all’85,4% del passivo registrato dall’intera istituzione (-6.879 unità). In particolare, ad essere più fortemente penalizzati sono gli assetti  dedicati al controllo del territorio posti alle dipendenze dei Comandi Provinciali, che – nonostante l‘assegnazione di 1.882 Sovrintendenti e 2.574 neo Carabinieri – soffrono ancor oggi l’assenza di 6.337 unità complessive, pari a quasi l’8% delle posizioni di impiego loro dedicate.” La soluzione emergenziale dell’Arma consiste, finalmente, con le nuove ottime linee guida nel “promuovere il graduale riassorbimento, sin da subito” dei sovraorganici “dei Sevizi Amministrativi, Reparti Comando e Uffici di Stato Maggiore legionali che presentano invece esuberi difficilmente giustificabili”, garantendo “prioritario sostegno ai dipendenti reparti deputati al controllo del territorio (in primis le Stazioni Carabinieri) verso cui è indispensabile orientare ogni risorsa disponibile”. Concludendo questa prima parte dell’articolo sulla inutile  neo Leva obbligatoria, con finalità educative non più esistenti nelle famiglie attuali in cui genitori ed anche i nonni.. vogliono “divertirsi”.. con balli e crociere… affermiamo decisamente che la formazione dei giovani spetta alla Famiglia e alla Scuola e basta!!! Non certamente alle FFAA…che hanno altri importanti compiti…Vogliamo ricordare quel che è successo nel milanese il mese scorso quando Carabinieri eroi di Stazioni, a seguito del sequestro di un  bus con 51 studenti a bordo da parte di un folle terrorista che ha appiccato  il fuoco, hanno bloccato il mezzo e salvato i ragazzi? Non mi dilungo su una notizia arcinota (in foto)….Ma qual’è la vita dei bravi Carabinieri di Stazione? Sì, il Carabiniere della più piccola unità operativa dello Stato, come quelle intervenute nel milanese, entità autonoma e per questo speciale, quale è appunto la Stazione, un tempo definita a ragione la vera “antenna dello Stato”. Vorrei dire qualcosa proprio riguardo al ruolo di quel modesto ma grande Soldato della Legge, giornalmente esposto a situazioni stressanti, che possono a lungo comprometterne il benessere sia psicosociale che fisico.Gli eventi con i quali quotidianamente si confronta inerenti alle sue mansioni sono molteplici e delicati, vanno dalla gestione della normalità della vita civile, nel proprio contesto di lavoro, alla partecipazione ai servizi esterni di pattuglia o al servizio in Caserma, per prendere le denunce e fornire consigli alla gente sovente di un piccolo sperduto paese. Deve poi, all’occorrenza, essere in grado di confrontarsi con la violenza della strada, le rapine, gli omicidi e le sparatorie; dovrà vedere morti e feriti, partecipare a scontri violenti con delinquenti da arrestare, spesso ubriachi e drogati, sia di giorno che di notte, in zone isolate e lontane, Lui solo con il Collega, entrambi consapevoli della difficoltà di poter ottenere manforte.Sul servizio dei Carabinieri di piccoli centri urbani, ricordiamo una vogliamo ricordare una tragica vicenda.. “Due Ragazzi dell’Arma, poco più che ventenni, caduti sul fronte del dovere a Camerino..”Che dire quando due meravigliosi ragazzi in divisa muoiono uccisi in attività di servizio nottetempo? In questi casi, oltre al dispiacere di ordine umano e personale per il vuoto incolmabile lasciato nelle Famiglie come tra gli amici e colleghi, si fa riferimento giustamente al senso del dovere e allo spirito di sacrificio dei Caduti, non di rado anche autori di atti di valore. Giammai si dovrebbe decadere limitandosi alle solite consuete parole di circostanza, unite alla fredda retorica di facciata, attingendo a piene mani dalle tavole sacre del mito, senza aver fatta, contestualmente e amaramente, e questo senza alcun riferimento alla nostra storia, una seria e attenta riflessione sulle fasi organizzative….Questi i fatti. I Carabinieri Donato Chiarelli, 22 anni, di Loreto Aprutino (Pescara) e Giovanni Liberto Corinto, 23 anni, di Acquaviva delle Fonti (Bari), della Compagnia di Camerino, certo non immaginavano di andare incontro alla morte quella sera del 29 marzo 1988. I due Militari erano in abito civile a bordo di un’ autovettura non contrassegnata ed erano in appostamento nei pressi di una villa che era stata già visitata dai ladri; era stato lo stesso proprietario a denunciare, giorni prima, il furto di mobili per un valore di 50 milioni di lire. Ma, per le cose lasciate e non potute trasportare, era prevedibile una nuova incursione. Infatti, quella notte, i Militari, accortisi a distanza di movimenti sospetti, scesi dalla loro auto e  percorso a piedi un tratto di strada, sorpresero un uomo di spalle che armeggiava alla porta di ingresso della villa. A questo punto siamo nel campo delle ipotesi per cui, qualificatisi e riconosciuto il ladro, tale Carlo Ceresani, 37enne pittore camerinese, noto perché dedito alla compravendita di mobili antichi e per la vita bohémien, certamente, da quel che si può immaginare, gli avranno intimato di seguirli in Caserma ma, per tutta risposta, il malvivente avrà estratto improvvisamente un pugnale con il quale colpì più volte il Chiarelli; solo Corinto ebbe il tempo di reagire, estrarre la pistola dalla fondina, sparare e colpire il ladro alla gola. Ma questi,velocissimo, riuscì a raggiungere con la lama anche il secondo Carabiniere che, sebbene gravemente ferito, tentò di mettersi alla guida della Lancia Fulvia del Ceresani, senza riuscirci. Da quel momento, più nessuna comunicazione radio con la Centrale Operativa del Comando, né alcun tentativo di contatto da parte di questa con i due Carabinieri. Solo verso le 6 di mattina, una pattuglia del Nucleo Radiomobile, giunta sul posto, trovò Chiarelli e il Ceresani già morti, mentre il Corinto, ancora in vita, fu trasportato agonizzante all’Ospedale camerte dove purtroppo morì mentre stava per essere sottoposto ad un intervento chirurgico; il bravo Carabiniere ebbe però la forza di raccontare l’accaduto. In casa del pittore furono rinvenuti oggetti e mobili di provenienza furtiva tra i quali anche quelli trafugati pochi giorni prima nella nota villa.

c-lapide-corinto-chiarelli-camerino
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Ora il risvolto umano, il più importante! Quanti sogni spezzati per due splendidi ragazzi, poco più che ventenni, che hanno immolato la loro giovane vita per onorare il  Giuramento di Fedeltà allo Stato; quale dolore per le care Famiglie; che grande lezione di coraggio e valore, ma soprattutto di amore verso il prossimo, che va difeso ad oltranza, anche a costo di perdere la Vita! Nel ventennale del grave fatto, nel marzo 2008, la nobile Città di Camerino (da me ben conosciuta perché nativa la Famiglia della.. mia cara moglie…) depositaria di antiche tradizioni di alta cultura e civiltà, si strinse intorno all’Arma dei Carabinieri e alle Famiglie dei Caduti con pubblica manifestazione, presenti Autorità, scolaresche e popolazione. “La memoria dei Camerinesi- affermò il Sindaco Fanelli- non potrà che essere imperitura”. A testimoniare questo impegno, subito dopo, venne scoperta, nell’atrio del Palazzo Comunale, una lapide (nella foto) che reca il testo della motivazione con la quale il Presidente della Repubblica conferì, il 30 maggio 1989, ai due Militari la Medaglia d’Argento al Valor Civile “alla Memoria”. A conclusione, presso lo storico Teatro “Marchetti”, alla presenza delle Famiglie, giunte dall’Abruzzo e dalla Puglia, furono rievocati gli avvenimenti del 29 marzo 1988, riproposti anche in un libro e un dvd realizzati per l’occasione.

Passiamo ad altro argomento… questo oltremodo tragico… quello dei suicidi….L’8 marzo su INFODIFESA leggiamo che “I suicidi nelle Forze di polizia aumentano tragicamente ed il Governo ha risposto (finalmente – nda) con l’istituzione di un “Osservatorio sui suicidi” con personale qualificato. Le cause sono molteplici ma non va sottovalutata la mancanza di ascolto del personale da parte di chi comanda e gestisce i reparti. Sarebbe davvero contro ogni statistica affermare che tutti i suicidi (decine negli ultimi mesi) siano imputabili esclusivamente a problematiche economiche o familiari. Ci auguriamo che l’istituendo osservatorio possa in qualche modo intervenire per arginare un fenomeno dilagante che troppo spesso annoveriamo su queste pagine..” “”Oltre 250 suicidi in sei anni (articolo pubblicato il 14 giugno 2018 da INFOSANNIO (di Giorgio Velardi – lanotiziagiornale.it). Quello dei suicidi tra le nostre Forze dell’Ordine – dalla Polizia ai Carabinieri, dalla Guardia di Finanza alla Penitenziaria fino alla Polizia locale – è e resta un fenomeno silenzioso, ma che di anno in anno continua a mietere vittime. Il report pubblicato sul sito dell’associazione Cerchio Blu, fondatrice dell’Osservatorio dei suicidi all’interno delle Forze dell’Ordine (ONSFO), parla chiaro. Tra il 2010 e il 2016, ultimo anno di cui sono disponibili i dati, sono stati 255 i militari che hanno deciso di togliersi la vita. Con un picco nel 2012, quando i casi sono stati 42 in totale. Un numero preoccupante, anche perché, come spiega il Segretario Generale della FSP-già Ugl Polizia di Stato di Milano, Giuseppe Camardi, “la media dei suicidi della popolazione generale si aggira intorno a 5 casi ogni centomila abitanti” mentre “per le Forze dell’Ordine il dato è praticamente raddoppiato: 9,8 casi ogni centomila appartenenti””.Ora, una storia da me ben conosciuta… Il suicidio, lo sappiamo, costituisce un mistero, forse il più oscuro e amaro in assoluto, soprattutto quando l’autore è un giovane nel pieno delle speranze nella Sua vita “cercante” e in formazione.

Anche una giovane Tenente dell’Arma dei Carabinieri, nell’ottobre 2010, proveniente dai corsi d’Accademia, all’interno della Scuola Allievi di Via Carlo Alberto dalla Chiesa, in Roma, si è tolta la vita con la pistola di ordinanza. La vedevo in quanto CSM del Comando delle Scuole.. a termine carriera.. Era fiera e bella nella Sua divisa nell’ampio cortile, come anche quand’era di Picchetto e in tutte le attività addestrative; ovvero al Circolo per il tradizionale caffè di metà mattina, con altri giovani colleghi (che spesso incontravo ricordando quando 40 anni prima ero in quella stessa Scuola Comandante di plotone Allievi.. come loro.. con il  Colonnello Ragni e il grande Capitano Roberto Cangialosi Comandante della mia Compagnia… il criterio dominante era: Ordine e Disciplina!). Il portamento Suo, poi, era regale, di grande equilibrio interiore. Ora, quella Vita è stata spezzata da un gesto incomprensibile, forse scaturito dal peso enorme di una situazione da Lei forse erroneamente ritenuta un’ingiustizia patita, sofferta, amaramente vissuta. E, così, è giocoforza tornare ai tempi lontani, quando i Comandanti (quelli con la “C” maiuscola), nelle Scuole o nei Battaglioni, dicevano, con bonaria severità: “”Il Subalterno deve… “morire”… al Reparto””, volendo con questo significare che Sottotenenti e Tenenti dovevano lavorare e lavorare; i primi ad arrivare la mattina per la sveglia, gli ultimi ad andare via, di sera tardi, dopo il silenzio, se “di Giornata”; ovvero, nel quotidiano, in Caserma dall’inizio delle operazioni sino a fine rapporto istruttori, alla libera uscita, alla vigilanza a Mensa e anche oltre. Ma con tale frase, quei Comandanti veri, certamente mai avrebbero pensato che in Caserma si potesse morire davvero, e in quel modo così tragico, poi, senza che nessuno si accorgesse  di un così grande turbamento, di una così immane vicenda umana!Tutto ciò deve far riflettere molto sull’odierno modo di vivere e di comandare, come sul minore spirito di appartenenza, di solidarietà che, un tempo, antipatie fisiologiche a parte, faceva considerare, tra Colleghi, tutti  Amici. E così era davvero! Addio, bel Tenente, riposa in Pace; quella Pace che questa Vita Ti ha negato!

Ai miei 25 lettori aggiungo che il triste evento accadde dopo un anno dal mio.. congedo..

 

 

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