Politica

Renzi-Berlusconi: terrore nei patricida!

Roma, 19 gennaio – Ieri, nella sede del Pd,  l’atteso incontro  tra Renzi e Berlusconi per discutere della legge elettorale sulle proposte del neo Segretario  Sindaco.

Il tutto, nonostante i cavalli di Frisia costituiti dai soliti pagati contestatori e lanciatori di uova che si nascondono dietro le parole di democrazia e libertà (ovviamente ed esclusivamente, la loro!), appostati davanti all’ingresso del Pd ed esplosi all’arrivo del Cavaliere.

Fra i due leader, un incontro di sole due ore per raggiungere un accordo di massima sulla legge elettorale bipolarista, riforma del titolo V della Costituzione, fine del bicameralismo perfetto. Ciò a dimostrazione che se si vuole, si può fare.

Nel comunicato, per Renzi vi è “profonda sintonia con il Cavaliere” mentre Berlusconi dichiara “appoggeremo le riforme”.

Letta, aggiunge che la direzione è buona  ed “è fondamentale che si arrivi ad una nuova legge elettorale prima delle elezioni europee, insieme alle due prime letture della riforma costituzionale del titolo V e sulla fine del bicameralismo.”

Domani, l’accordo sarà presentato alla direzione del Pd.

Ma se fra i grandi c’è l’intesa, il terrore regna sovrano fra coloro che hanno morso la mano che prima leccavano, quella di colui che li fa essere presenti sull’attuale scena politica grazie alla grande tavolata imbandita per loro dal comune  benefattore e che, uscendo dalla casa che li aveva ospitati, sono talmente rimasti attaccati  alla poltrona da far dare una nuova interpretazione all’acronimo Ncd (Nuovo Centro Destra) in  Non Ci Dimettiamo.

Ora, se Renzi parla con Berlusconi, ignorandoli, c’è il rischio di fare la stessa fine di qualcuno che disse al Berlusca una frase rimasta famosa:   “Che fai, mi cacci? ….”, e che, in conseguenza, ora è sparito dal firmamento politico.

Così, Alfano, a cui Matteo Renzi appena nominato  segretario del partito di maggioranza aveva dato il preavviso di sfratto dicendogli apertamente che la sua presenza per la sopravvivenza del Governo non era più indispensabile e, quantomeno, avrebbe dovuto essere ridimensionato in quanto quel numero di poltrone concesse  erano connesse alla loro presenza alla corte di Berlusconi, si vede ora costretto a urlare  per far notare che esiste, dicendo “Si scordino di fare la legge elettorale senza di noi: non possono farla e non la faranno. Si scordino anche di farla contro di noi”.

L’ex presidente del Senato del Pdl ed ora presidente di Ncd, Renato Schifani, tenta di racimolare qualcosa, dicendo che è giusto e naturale l’incontro con Berlusconi “ma gli accordi vanno fatti a più mani, quindi anche con Ncd, che fa parte della maggioranza. Se poi Renzi vuole fare un governo con Berlusconi, vada pure avanti”. Il Ministro  Lupi, dice “va bene il dialogo ma è inaccettabile che due partiti decidano di eliminare per legge gli altri”, forse già rendendosi conto di non avere i numeri per restare in Parlamento. Eppure, quando vi fu l’intesa Berlusconi-Veltroni per la sfrondatura  che fece sparire i Verdi, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani e per ultimo Fini ed i suoi, per  lui, garantito  nel Pdl,   andava bene!

Allora la vera preoccupazione non è di costruire per l’Italia ma la conservazione dei posti in prima fila!

L’accordo, infatti, con la soglia del 5%, come dice apertamente Renzi, “elimina il potere di ricatto dei partiti più piccoli”.

Scelta civica si pone in attesa ed il segretario politico Stefania Giannini dice: “Aspettiamo di vedere il testo. In ballo non c’è la difesa dei piccoli partiti ma vere riforme e la governabilità che servono all’Italia”.

Dall’opposizione, il M5S respinge la proposta di riformare la legge elettorale unitamente al condannato Berlusconi, riservandosi la loro proposta di legge dopo la consultazione con il web mentre Sel, aspetta di vedere gli sviluppi. La Lega Nord, nel definire un inciucio l’incontro tra i due leader, si dichiara pronta ad un confronto.

Si vedrà nei prossimi giorni.

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