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Racconti di sport. Ho rivisto Barbadillo!

calcio sanchez barbadilloRoma, 19 settembre – Stavo guardando Fiorentina-Roma tra fogli, statistiche, note da prendere e giudizi tecnici da dare, per poter poi scrivere il commento sulla gara e sulla giornata di campionato quando, all’improvviso, alzando gli occhi dal block notes, alla Tv ho rivisto Barbadillo! Si, proprio lui, il peruviano Geronimo Barbadillo, uno dei primi calciatori stranieri arrivati in Italia dopo la riapetura delle frontiere nel 1980. Ala destra dell’Avellino prima e dell’Udinese poi.

Ma come Barbadillo? Che c’entra con Fiorentina-Roma? Niente, ovviamente. Ed altrettanto ovviamente è chiaro che non era lui, bensì Carlos Sanchez, centrocampista colombiano della Viola, che al succitato Barbadillo somiglia moltissimo. Soprattutto per la chioma riccia e nera, tendente verso l’alto, stile Boney M, celebre gruppo dance degli anni ’70-’80. Ma guarda te, ho pensato, la moda ritorna sempre e dopo i capelli rasati, le teste pelate, le creste, i ciuffi e quant’altro abbiamo visto in testa ai giocatori che calcano i nostri campi di calcio, adesso è il momento del ritorno delle barbe e dei capelli lunghi stile anni ’70. Che se li hai ricci, poi, finisci con l’essere il nuovo Barbadillo del campionato.

Quest’ultimo, per chi non se lo ricordasse tra i tifosi tra i quaranta e i cinquanta e per quelli più giovani che non l’hanno visto giocare, è stato nazionale peruviano dal 1973 al 1986 (20 gare e 3 reti) e in Serie A ha giocato 81 partite con 10 gol con l’Avellino dal 1982 al 1985 (erano, quelli, gli anni d’oro del club irpino, quasi abbonato alla massima serie) e nella sola stagione 1985-86 con l’Udinese, con la quale ha messo insieme 22 presenze e 2 gol. Per la sua notevole capigliatura venne ribattezzato “Tartufon” e quando ha smesso di giocare è rimasto a vivere a Udine con la famiglia. Qui ha aperto un ristorante che poi ha chiuso.

Ha collaborato con l’Udinese, è diventato nonno e ancora oggi ricorda con orgoglio (e a ragione) di essere riuscito ad arrivare nel campionato a quei tempi considerato il più bello del mondo quando si potevano tesserare solo due stranieri per squadra. E molti di loro erano Campioni veri, non presunti, come tanti di quelli che giocano oggi.

Tempi belli, quegli anni ottanta, che ricordo sempre con piacere, così come quei campionati.

Sarà anche per questo che durante Fiorentina-Roma ho scambiato Carlos Sanchez per Barbadillo?

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