Tematiche etico-sociali

Ciclo del cemento,Eldorado delle ecomafie!

Costruzioni su mareSul settimanale  “Il Venerdi di Repubblica” del 5 luglio 2013, un interessante servizio a firma di Antonio Corbo dal titolo:”Questi le tasse non le pagano“, che sintetizzo nei suoi aspetti salienti:..

“”….dal condono del 2003 sono passati 10 anni, 283 mila nuovi alloggi, 18 tentativi dei politici di vararne un altro…. Violando le norme, l’onorata società del mattone fattura 16,7 miliardi di euro l’anno… L’edilizia legale è allo stremo. Dal 2006 ad oggi, volumi, fabbricati e vendita di laterizi ridotti del 70%. Ma regge quella spontanea e sono 302 i clan che infilano la mano anche nel cemento. Saranno 300mila le case fantasma a fine anno….Non pagano IMU né altre tasse…. “L’inerzia dei Comuni aggiunge al danno ambientale la beffa, con i mancati introiti erariali”, denuncia il Procuratore Generale della Repubblica di Napoli, Martusciello…..””. Tutto vero!! Dai dati facilmente acquisibili via internet, apprendiamo che nel 2012 il numero dei reati accertati nella filiera del cemento sono stati 6310, con 8468 persone denunciate, 17 gli arresti e 1880 i sequestri effettuati. In testa la Campania, seguita da Puglia, Calabria, Sicilia (Regioni ad altissima presenza mafiosa) e Lazio. Il virtuoso Trentino Alto Adige, addirittura, dal 17° è balzato all’11° posto nella classifica nazionale. Anche i dati raccolti dal CRESME (Centro Ricerche Economiche, Sociologiche e di Mercato) sono allarmanti: l’incidenza dell’edilizia illegale è passata dal 9% del 2006 al 16,9% stimato per il 2013. Poi, apprendiamo da altre fonti che in Calabria, la terra delle fiumare e dell’enorme dissesto idrogeologico, c’è un abusivismo sulle coste ogni 100 metri; in Campania, invece, la capolista della vergogna dell’abusivismo, Regione nella quale negli ultimi 60 anni ci sono stati eventi franosi con oltre 430 morti e alluvioni con oltre 200 vittime, in dieci anni sono state costruite 60 mila case abusive, vale a dire 6000 all’anno e 16 al giorno. Vediamo ora, brevemente, quel che accade nella nostra allegra Italia, dove per ben tre volte, nel 1985, nel 1994 e nel 2003, di fronte al dilagare dell’abusivismo, lo Stato ha premiato i “furbacchioni” legalizzando l’illegalità. La costante dei condoni edilizi ha infatti alimentato il fenomeno, ma a farlo aumentare è stato soprat­tutto un altro elemento incentivante, quale l’erronea certezza, giuridicamente non garantita, che l’immobile abusivo una volta finito non possa essere abbattuto. Sono pochissime, in realtà, le ordinanze di demolizione effettivamente eseguite, anche quando  previste da  sentenze della Magistratura definitive. Quindi, andiamo ad esaminare cosa si fa per prevenire e reprimere il gravissimo abusivismo edilizio su rive di mari e fiumi, nei boschi come nei parchi, nelle aree archeologiche e in tutte le altre aree protette e di pregio, in verità notevoli per numero e qualità. La Legge Galasso del 1985 che tutela tale materia, è una buona norma quadro, quanto meno negli intenti, che però viene puntualmente disapplicata. C’è da dire che se questa Legge fosse stata rigorosamente applicata, oggi non avremmo lo scempio nelle aree sopra citate. Cosa è successo? Semplice da raccontare; la Legge proibisce il rilascio di concessione in sanatoria da parte dei Comuni per abusivismi in aree protette ma i Comuni  hanno puntualmente disatteso tale adempimento, tanto che Cassazione e perfino la Corte Costituzionale hanno sancito che il comportamento degli Enti locali è stato illegittimo e penalmente sanzionabile. Ma il fenomeno è continuato? Certamente sì! Altro aspetto saliente della Legge Galasso è il Nulla Osta preventivo della Regione, quale organo di controllo, sulle concessioni dei Comuni. Quindi, se l’opera è conforme ai criteri, la Regione rilascia il N.O., che è preventivo e obbligatorio, e il Comune rilascia la sua concessione urbanistica; se negata, il Comune deve uniformarsi. Tutto questo si è verificato? Certamente NO!, perché, paradossalmente, tutte le Regioni hanno delegato ai Comuni (soggetti controllati) il rilascio del Nulla Osta in questione! Per notizia, concludendo, sperando di non tediare il lettore con questioni tecniche, aggiungo che quando la Magistratura procede in questa tipologia di abusivismo in aree protette, per rendere più efficace il suo intervento, applica in parallelo alla Legge Galasso, in verità modesta dal punto di vista sanzionatorio, o addirittura in sua sostituzione, l’art.734 (“Distruzione o Deturpamento di Bellezze Naturali”) del Codice Penale, avente effetto di maggiore severità e deterrenza. Un classico esempio di “Giurisprudenza supplente”, quella di far ricorso al vecchio Codice Penale, denominato “Codice Rocco”, dal nome del suo autorevole proponente, il giurista Alfredo Rocco, del 1931, da molti “lietopensanti” superficialmente ritenuto “fascista” e quindi superato; una prassi, invece,  costantemente applicata anche in altre ipotesi di illegalità, a causa dell’ attuale legislazione ambientale, ritenuta poco incisiva.

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