CHI SA SE IL CARDINALE BAGNASCO SENTE LA PUZZA ANCHE A SANTA APOLLINARE

Nella cripta della  Basilica di Sant’Apollinare,  di proprietà dell’Opus Dei, in Roma,  è sepolto il corpo di Renato De Pedis.

 
(S.Apollinare, la chiea dove è sepolto Renato De Pedis)

Come è noto, con il Diritto canonico,  viene sancito che “Non si seppelliscano cadaveri nelle chiese, eccetto che si tratti di seppellire il Romano Pontefice oppure, nella propria chiesa, i Cardinali o i Vescovi diocesani anche emeriti.” (Can. 1242). Gli altri, possono essere sepolti, dopo un’attenta inchiesta completa di “biografia dell’estinto corredata da ogni possibile materiale illustrativo dei meriti per cui si chiede la tumulazione fuori dal cimitero (opuscoli,libri,ritagli di giornali e testimonianze varie)”.  
Serve poi il certificato di morte e della causa della morte. “Detta tumulazione può essere concessa per speciale onoranza alla memoria di chi ha acquisito in vita eccezionali benemerenze”. Il tutto corredato anche dali pareri motivati del Sindaco, del Prefetto, verifiche tecniche dell’Ufficiale Sanitario ed il Nulla Osta del Vescovo. 
« Nel carcere mai ho domandato a nessuno perché era là o che cosa aveva fatto. Tra le centinaia di persone incontrate dei più diversi stati sociali, parlavamo di cose religiose o di attualità; Enrico De Pedis veniva come tutti gli altri, e fuori dal carcere, ci siamo visti più volte: normalmente nella chiesa di cui ero rettore, sapendo i miei orari e altre volte fuori, per caso. Mai ho veduto o saputo nulla dei suoi rapporti con gli altri, tranne la conoscenza dei suoi familiari. Aveva il passaporto per poter andare liberamente all’estero. Mi ha aiutato molto per preparare le mense che organizzavo per i poveri. Quando seppi dalla televisione della sua morte in Via del Pellegrino, ne restai meravigliato e dispiacente. Ecco, magari non era proprio un benefattore per tutti. Ma per Sant’Apollinare sì. » dichiarò il rettore della basilica Monsignor Piero Vergari che, il 6 marzo 1990, a soli 32 giorni dalla morte, attestò lo status di grande benefattore di De Pedis: «Si attesta che il signor Enrico De Pedis nato in Roma – Trastevere il 15/05/1954 e deceduto in Roma il 2/2/1990, è stato un grande benefattore dei poveri che frequentano la basilica ed ha aiutato concretamente a tante iniziative di bene che sono state patrocinate in questi ultimi tempi, sia di carattere religioso che sociale. Ha dato particolari contributi per aiutare i giovani, interessandosi in particolare per la loro formazione cristiana e umana».
Dopo 4 giorni l’allora Vicario della diocesi di Roma, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Ugo Poletti, rilasciava il nulla osta alla sepoltura di De Pedis all’interno della basilica di Sant’Apollinare.
Il 24 aprile la salma di De Pedis venne tumulata e le chiavi del cancello vennero consegnate alla vedova, Carla De Pedis. Appare però strano che Il Cardinale ed il Monsignore ignorassero tali norme. O forse no ….
Grossi meriti allora avrebbe avuto Renato De Pedis, tanto da meritare la tumulazione in una Basilica.
Peccato che la cronaca ci racconta di lui che era un noto pluripregiudicato, boss indiscusso della banda della Magliana, quartiere romano, rapinatore, implicato in omicidi e – sembrerebbe – anche nel sequestro di Manuela Orlandi, cittadina dello Stato del Vaticano e che il De Pedis era in rapporto con monsignor Paul Marcinkus (all’epoca Presidente dello IOR, la Banca del Vaticano)
Ancor di più. De Pedis, ha lasciato il mondo terreno aiutato da una pallottola.
Oggi, l’Antimafia afferma che “Fu sepolto senza rispettare la severa normativa dell’epoca”
Allora, la domanda nasce spontanea.
Chi sa se per il Cardinale Bagnasco questo è l’ennesimo esempio di pulizia e rigore da seguire, che contesta invece allo Stato italiano!
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