Il Paese e non può fare a meno di geologi preparati che sappiano risolvere le emergenze ma sopratutto che siano messi in condizione di poter concorrere in modo non effimero alla programmazione ed alla gestione del territorio.
Esiste un problema dordine culturale ovvero di preparazione di tecnici competenti, che siano in grado di leggere il territorio e la sua storia naturale e che conoscano le leggi che inesorabilmente, ma costantemente, modellano tutte le terre emerse, tecnici che, sulle basi di tali conoscenze, siano capaci di dare risposte e soluzioni adeguate. Molto chiaro Gian Vito Graziano , Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, allindomani degli eventi che hanno colpito la Sicilia e la Calabria ed alla vigilia della conferenza in programma domani a Firenze , nel corso della quale geologi , ricercatori e università sottoscriveranno il loro appello al Governo Monti che sarà consegnato alla stampa .
E doloroso constatare come le riserve e gli ostracismi sulle figure di tecnici preparati e competenti nelle Scienze della Terra, che pure esistono duro Graziano - provengano in massima parte dai livelli centrali dello Stato, dalle stesse Regioni e da numerosissime amministrazioni pubbliche. E sufficiente controllare la presenza dei Geologi fra gli alti dirigenti regionali, ministeriali, o nelle agenzie tecniche o negli organi consultivi, come il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, per rendersi conto dellimpossibilità oggettiva che una vera cultura di attenzione alle problematiche territoriali possa essere efficacemente intrapresa. Il geologo è lunico tecnico in grado di leggere il territorio.
E chiaro è stato Nicola Casagli dellUniversità di Firenze In un convegno a Palazzo Vecchio a Firenze ricorderemo il ruolo dei Geologi nel Risorgimento. I Geologi hanno contribuito attivamente a fare lItalia, oggi vorrebbero contribuire a renderla un Paese più prospero e più sicuro.
La Comunità tecnica, scientifica e professionale dei Geologi attraversa oggi un momento di difficoltà senza precedenti nella storia del Paese, determinato dalla insufficiente attenzione ai problemi geologici dell’ambiente e del territorio e dalle nuove difficoltà introdotte dalla legge di riforma universitaria che sta determinando la scomparsa pressoché totale dei Dipartimenti universitari dove si formano i giovani geologi del futuro.I rappresentanti delle principali istituzioni della Comunità tecnica scientifica e professionale dei Geologi, fondate in gran parte a seguito del Risorgimento, lanceranno un appello al nuovo Governo del Paese perché la Geologia Italiana non scompaia, ma possa continuare a contribuire allo sviluppo economico e sociale della Nazione.
Duro Vincenzo Morra dellUniversità Federico II di Napoli Eppure gli studiosi delle Scienze della Terra italiani, che rappresentano unarea numericamente piccola ma estremamente attiva nel panorama scientifico nazionale, rischiano di estinguersi benché le classifiche come quelle pubblicate dal Sole 24 Ore del 19 gennaio 2011 dimostrano leccellenza scientifica delle Scienze della Terra. Anche altri strumenti operativi ne confermano la qualità. Basta guardare al sito web Scimago (Scopus) che dimostra con efficacia la grande capacità scientifica delle Scienze della Terra italiane: queste ultime, infatti, si collocano nei primissimi posti di questa speciale classifica a livello internazionale. Ebbene ha concluso Morra – a fronte di tale eccellenza, i geologi italiani vedono ridursi i finanziamenti in modo continuo, i dipartimenti di Scienze della Terra nelle università italiane si riducono drasticamente a seguito dellapplicazione della Legge 240/2010, i corsi di laurea in geologia seguono la stessa strada.
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