1944: eccidio nazifascista di “Sant’Anna di Stazzema” e sacrificio (ignorato) dei “Martiri di Fiesole”

Roma, 13 agosto 2018 –   Ieri, ricorreva il 74° anniversario dell’atroce eccidio nazifascista consumato a Sant’Anna di Stazzema (Lucca), dove gli appartenenti  alle SS (non si può definire Soldato chi commette atti di estrema follia) radunarono 560 abitanti (per lo più anziani, donne e bambini) e, dopo averli brutalmente uccisi, li bruciarono.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha giustamente ricordato quell’abominio affermando  “Sant’Anna di Stazzema è nel cuore degli Italiani. Lo spaventoso eccidio nazifascista, compiuto il 12 agosto di settantaquattro anni fa, costituisce uno dei vertici di più sconvolgente disumanità che la guerra seppe toccare, destando orrore tra gli orrori. Al tempo stesso la fermezza e la dignità mostrate dalla popolazione di Sant’Anna nel ricostruire la comunità dopo l’immane tragedia e nel trasmettere ai giovani il ricordo e i valori fondamentali della vita hanno consentito di accumulare tesori preziosi per il Paese intero, il suo tessuto democratico, la sua cultura di pace”. “In questo giorno di ricorrenza – ha  proseguito -, desidero esprimere il rinnovato dolore per le tante vite innocenti così crudelmente martoriate, e insieme i sentimenti di vicinanza ai familiari delle vittime, ai discendenti, a tutti coloro che oggi partecipano alle celebrazioni di Sant’Anna di Stazzema. Il commosso saluto della Repubblica si unisce a quello di tutti gli italiani e di tutti gli europei che considerano irrinunciabile quel patrimonio di libertà, di diritti, di solidarietà che, dopo la Liberazione, i nostri popoli sono riusciti a costruire e che siamo sempre chiamati a difendere da ogni minaccia”.

Peccato che il Presidente abbia dimenticato, che quello stesso giorno, poco lontano, a Fiesole (Firenze), per la resistenza, si stava consumando l’ennesima pagina di valore da parte di Uomini delle Forze Armate italiane.

Infatti, i Carabinieri Partigiani Alberto la Rocca, Fulvio Sbarretti e Vittorio Marandola (conosciuti come Martiri di Fiesole) si consegnavano ai nazisti per evitare una rappresaglia contro10 cittadini inermi e, dopo poche ore, non collaborando con i tedeschi, venivano fucilati sotto il comando del ten. Hans Hiesserich. Tedeschi che il 29 luglio avevano catturato, torturato e seviziato il Carabiniere Sebastiano Pandolfo (Medaglia d’Argento Valor Militare), anch’egli in servizio a Fiesole, il quale era riuscito  ad ingoiare un messaggio partigiano. Risultate vane le torture, venne immediatamente fucilato.

Ai Carabinieri Partigiani Alberto la Rocca, Fulvio Sbarretti e Vittorio Marandola venne concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare, stessa ricompensa data a chi, dopo un atto terroristico, piuttosto che consegnarsi, ha preferito far trucidare centinaia di vittime innocenti.

Purtroppo, del contributo dei Militari Partigiani caduti e non, i libri e i politici si dimenticano troppo spesso…

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