Dai fratelli Wright (aviatori dell’epoca pionieristica) al Dac (Distretto aerospaziale Campania) il passo è breve: nella splendida Regione del Sud, si punta a inventare il taxi volante, chiamato Diva, Disruptive Vertical highdensity thrust autoplane. Come riporta il Mattino, il prototipo – in scala 1 a 2, è già stato realizzato facendo le iniziali prove di volo.
Cos’è il taxi volante Diva
Disruptive Vertical highdensity thrust autoplane sta per Aereo da trasporto a spinta verticale ad alta densità dirompente. Diva suona bene perché è una creatura che ha il diritto di atteggiarsi a diva. Uno dei 200 progetti di auto volanti nel mondo, con Cina e USA che al solito battono tutti. È un’auto coi rotori controrotanti del diametro di 2,5 metri nell’apparecchio: progetti così ce ne sono quattro nel pianeta Terra. Zero eliche esterne, ma nel cofano davanti e dietro di un velivolo lungo sei metri, con motore ibrido (batterie di 400 kg), vola a 200 metri d’altezza.
Il taxi volante Diva per l’Urban air mobility
Sicché abbiamo Diva (Disruptive Vertical highdensity thrust autoplane) per l’Urban air mobility. Luigi Carrino, presidente del distretto aerospaziale campano: “Stiamo lavorando a stretto contatto con l’Enac”, Ente nazionale per l’aviazione civile. Ossia l’autorità italiana di regolamentazione tecnica, certificazione e vigilanza nel settore dell’aviazione civile sottoposta al controllo del ministero delle Infrastrutture. Serve il via libera. Con questioni che riguardano la sicurezza anzitutto.
Quali tempistiche
Comunque Carrino è fiducioso: “I primi voli saranno sul mare, poi contiamo in 2-3 anni di volare anche in città”. Passo numero due, un prototipo di dimensioni reali, col necessario per un’auto che deve trasportare persone. Questa la speranza di cinque i soci del Dac, insieme agli ingegneri del centro spaziale guidati da Rino Russo. Un esempio? Dall’aeroporto di Capodichino si potranno portare a spasso turisti verso Sorrento o Capri in tempi molto ridotti. Chiaramente, il viaggio costerà parecchio, ma ne potrebbe valere la pena. Anche perché in Campania ci sono 35 eliporti che potrebbero essere trasformati in vertiporti e diventare operativi per il 2027-28.