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Storage con gli SSD E2 da 1 Petabyte: mini computer come database 

Sbarcano gli SSD E2, un nuovo formato di unità a stato solido sviluppato dalla Storage Networking Industry Association (SNIA) e dall'Open Compute Project (OCP).

Sbarcano gli SSD E2, un nuovo formato di unità a stato solido sviluppato dalla Storage Networking Industry Association (SNIA) e dall’Open Compute Project (OCP). L’obiettivo è colmare il divario tra gli hard disk meccanici ad alta capacità e gli SSD ad alte prestazioni, offrendo una soluzione efficiente per i dati che non sono né caldi (consultati di frequente) né freddi (archiviati a lungo termine), ma piuttosto tiepidi: richiedono accesso più frequente rispetto agli archivi freddi, e non necessitano delle prestazioni estreme degli SSD premium. Insomma, un futuro di mini computer come database 

Le qualità dei nuovi SSD E2

1) Capacità impressionante: possono raggiungere fino a un petabyte (1 milione di gigabyte) in un singolo dispositivo, utilizzando memorie QLC (Quad-Level Cell). Questo significa che un singolo server 2U potrebbe ospitare fino a 40 petabyte di dati.
2) Dimensioni compatte: nonostante l’enorme capacità, le dimensioni fisiche sono contenute (200 x 76 x 9,5 millimetri), rientrando nello standard EDSFF (“Ruler”).
3) Interfaccia avanzata: utilizzano l’interfaccia NVMe con connessione PCIe 6.0 x4 o superiore, offrendo velocità di trasferimento superiori agli hard disk tradizionali (8-10 MB/s per terabyte), pur mantenendo la capacità come priorità principale.

SSD E2: quale consumo energetico?

Tuttavia, l’implementazione di questi SSD presenta anche delle sfide, principalmente legate al consumo energetico (fino a 80 watt, sebbene con un consumo pratico stimato tra 20 e 30 watt) e alla dissipazione del calore, che potrebbe richiedere soluzioni di raffreddamento più avanzate rispetto a quelle ad aria. Un problema, nel mentre i computer vengono sommersi di richieste in fatto di Intelligenza Artificiale.

Unità di database indipendenti

Dispositivi compatti e autonomi, equipaggiati con capacità di storage massiva, che potrebbero funzionare come unità di database indipendenti, avvicinando i dati all’elaborazione e riducendo le latenze in modo significativo. La loro capacità di un petabyte per singola unità, assieme a un formato compatto e a un’interfaccia ad alta velocità come NVMe su PCIe 6.0, li rende ideali per ospitare enormi volumi di dati che devono essere rapidamente disponibili per l’analisi, l’elaborazione o la distribuzione. Immaginate data warehouse su scala petabyte in un ingombro ridotto, o piattaforme di streaming capaci di servire terabyte di contenuti con una reattività senza precedenti.

Il concetto di “mini computer come database” prende forma quando si considera la densità degli SSD E2. Se un singolo server 2U può ospitare fino a 40 petabyte, stiamo parlando di una concentrazione di dati che fino a poco tempo fa era inimmaginabile. Questa densità consente di pensare a nodi di calcolo altamente specializzati, dove l’elaborazione dei dati avviene direttamente accanto allo storage. Questo modello, spesso definito “computazione in-situ” o “edge computing”, riduce drasticamente la necessità di spostare grandi quantità di dati attraverso la rete, abbattendo le latenze e migliorando l’efficienza complessiva.

Potremmo assistere alla nascita di “database-on-a-stick”, ovvero unità E2 che non solo archiviano i dati ma integrano anche una parte della logica di database o dell’intelligenza per pre-processare le query. Questo decentralizzerebbe ulteriormente l’architettura dei data center, rendendola più resiliente, scalabile e performante per applicazioni intensive come l’Intelligenza Artificiale, l’analisi di Big Data e il machine learning. Invece di interrogare un database centralizzato, le applicazioni potrebbero inviare richieste a questi “mini database” distribuiti, ottenendo risposte in tempi quasi reali.

Matteo Ferrari

Giornalista di cronaca e attualità con anni di esperienza sul campo, Matteo Ferrari si distingue per la capacità di raccontare la cronaca, attualità e fatti con passione ed una particolare narrazione personale. La sua penna affilata e la sua passione per la verità lo rendono un punto di riferimento per chi cerca un'informazione affidabile, approfondita e nel contempo sintetica.
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