A un anno dal piano di Mario Draghi all’UE che doveva rimettere in moto il Vecchio Continente, l’ex banchiere scuote Bruxelles sul ban auto termica fissato al 2035. Ormai, dice, mancano i presupposti per vietare la vendita di macchine a combustione fra 10 anni. Ossia colonnine veloci, costo dell’energia bassa, immatricolazioni in numero sufficiente, BEV economiche.
Ban auto termica 2035, Draghi striglia l’UE
“Man mano che avanziamo con la decarbonizzazione, la transizione deve essere anche flessibile e pragmatica. La Commissione ha alleggerito alcuni degli obblighi di rendicontazione più gravosi attraverso il suo Omnibus sulla sostenibilità, ma in alcuni settori, come quello automobilistico, gli obiettivi si basano su presupposti che non sono più validi” sono le parole di Draghi.
Green Deal per l’auto elettrica: non sta in piedi
Nel 2019, all’epoca del Green Deal, l’auto elettrica prevedeva che settori correlati (batterie, microchip) si sviluppassero parallelamente, sostenuti da politiche industriali mirate. Invece, dice Draghi, non ci siamo: l’installazione dei punti di ricarica dovrebbe accelerare di tre-quattro volte nei prossimi cinque anni per raggiungere una copertura adeguata. Addirittura, il parco auto europeo di 250 milioni di veicoli sta invecchiando e le emissioni di CO2 sono diminuite appena negli ultimi anni.
Non solo, siamo fuori con i prezzi delle auto elettriche nettamente superiori ma anche quello del costo dell’energia soprattutto alle ricariche FAST e IPER in DC dove il chilowattora sfiora 1€ contro 0,20/0,30 di una utenza domestica/industriale.
A fare retromarcia è anche Stellantis: Jean-Philippe Imparato, responsabile di Stellantis per l’Europa, ha annunciato che il gruppo rinuncerà all’obiettivo, precedentemente fissato, di vendere solo veicoli elettrici in Europa entro il 2030. La decisione, ha spiegato Imparato, è dovuta all’evoluzione del mercato, che non è ancora pronto per questa transizione.
Come uscire dalla crisi dell’auto?
Per uscire dalla crisi dell’auto urge un approccio tecnologicamente neutrale, che tenga conto delle catene di approvvigionamento, delle esigenze infrastrutturali, dei costi per l’utente finale (auto ed energia) e del potenziale dei carburanti a zero emissioni di carbonio. Nei prossimi mesi, il settore automobilistico metterà alla prova la capacità dell’Europa di allineare la regolamentazione, come ha specificato Draghi.
Insomma, l’insieme delle tecnologie è una soluzione con le varie alternative equiparate. La palla passa al Dialogo Strategico 2026, con l’ennesimo incontro fra Case e UE per capire come fermare la disoccupazione nel settore diretto e nell’indotto in tutta Europa.