Arriva l’emendamento al decreto fiscale italiano che punta a porre fine ai blitz fiscali non motivati da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. Adesso, si attende che il Parlamento converta la norma in legge definitiva.
Blitz di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza: serve un motivo scritto e documentato
Per ora c’è un emendamento al decreto fiscale, proposto dal relatore Vito De Palma di Forza Italia, che interverrà direttamente sulla “legge a tutela dei diritti del contribuente”. La novità fondamentale è che le circostanze e le condizioni per accessi e ispezioni vanno sempre giustificate nero su bianco. Questo significa che le autorità fiscali non potranno più presentarsi in azienda per un controllo senza una motivazione chiara, scritta e documentata. La discrezionalità viene ridotta in favore di una maggiore trasparenza e proceduralizzazione. Le imprese e i professionisti avranno il diritto di sapere il motivo specifico e gli elementi che hanno portato alla decisione di effettuare un controllo. Questo dovrebbe limitare i controlli “a strascico” o quelli basati su semplici sospetti non circostanziati. Agenzie delle Entrate e Gdf dovranno documentare preventivamente le ragioni che giustificano l’accesso e l’ispezione, il che implica un’attività istruttoria preliminare più rigorosa. Non si potranno più fare ispezioni generalizzate o “a campione” senza un fondato sospetto di irregolarità specifica.
Fra diritti e doveri
Intervenire su questa legge (spesso chiamata “Statuto del Contribuente”) rafforza il principio che il contribuente non è solo un soggetto passivo di obblighi, ma anche un titolare di diritti nei confronti dell’amministrazione finanziaria.
Solo per il futuro
L’emendamento non avrà un effetto retroattivo. Ciò significa che le ispezioni e i controlli già effettuati prima dell’entrata in vigore di questa modifica legislativa non potranno essere contestati o annullati sulla base delle nuove regole. Le nuove disposizioni si applicheranno solo agli accessi e alle verifiche avviate dopo l’approvazione e la pubblicazione della nuova norma.
Spinta europea
Stop a blitz immotivati di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza: perché? Il punto di partenza è una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Che ha condannato l’Italia per aver offerto “scarse garanzie” ai contribuenti durante i controlli fiscali che prevedono accessi, ispezioni e verifiche dirette nei locali delle aziende o negli studi professionali. Tradizionalmente, le autorità fiscali italiane avevano una certa discrezionalità nell’effettuare accessi e verifiche, a volte percepite come intrusive e non sempre basate su indizi concreti di irregolarità. La Corte ha evidentemente ritenuto che questa prassi non rispettasse pienamente il diritto alla privacy e alla protezione della proprietà dei contribuenti, che dovrebbe essere garantito anche in ambito fiscale.
Perché è importante la CEDU?
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è un organo giurisdizionale internazionale che vigila sull’applicazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) da parte degli Stati membri del Consiglio d’Europa. Le sue sentenze sono vincolanti per gli Stati e spesso portano a modifiche legislative interne per conformarsi ai principi di tutela dei diritti fondamentali.