Calcio

Sarri come Fascetti?

Similitudine con una favola di trentanove anni fa.

Roma, 12 luglio 2025.

 

 

C’è una canzone che Mina ha rieditato nel 1990, “Un estate fa”, che Franco Califano riprese e tradusse in italiano nel 1972 dall’originale francese “Une belle Histoire”.

L’incipit recita: <Un’estate fa la storia di noi due. Era un po’ come una favola. Ma l’estate va e porta via con sé, anche il meglio delle favole>.

Ecco ho voluto significare e creare un parallelo con le attuali vicende della S.S.Lazio, laddove quest’estate assurda e grottesca della sezione calcio è la definitiva fine di una favola.

Che cos’è una squadra di calcio se non una favola che ammalia, contagia, milioni di appassionati?

Ha senso tifare, avere un senso d’appartenenza, in generale, per un sodalizio che mai e poi mai vincerà qualcosa?

Pensiamo a tante realtà di provincia, piccoli borghi, ma anche città di media grandezza che coltivano il sogno di un giorno da leone; e non è forse l’identikit di una favola?

La Lazio calcio nei suoi 125 anni di storia ha vissuto momenti anche tragici, sia dal punto di vista sportivo che umano, ma ha avuto anche dei lieto fine, a volte insperati, proprio come una favola.

Ecco quest’estate che stiamo vivendo per la Lazio calcio è una favola già finita e non come nella canzone alla fine della stagione.

A dire il vero è dall’estate del 2004 che la Lazio calcio non fa sognare i propri tifosi, o meglio una favola si è manifestata a più riprese e cioè quella del “bastone e della carota”.

A ogni timido tentativo di vedere una crescita tecnica (carota), un successivo e doloroso ridimensionamento (bastone) e così via.

Ora però i sostenitori laziali hanno dovuto sopportare anche l’umiliazione, con relative prese in giro locali e nazionali, del mercato bloccato per lo sforamento di tre parametri. Indicatore di liquidità: Rapporto tra attività correnti e passività correnti. Indice 0,8.

Indicatore di indebitamento: Rapporto tra debiti e ricavi. Soglia 1,2.

Costo del lavoro allargato: Rapporto tra spese (ammortamenti, stipendi, commissioni) e ricavi. Soglia 0,8.

Non entro nel merito di questi tecnicismi, quello che è insopportabile è come una Società quotata in borsa, con un bacino d’utenza importante, non solo nazionale, possa avere una comunicazione completamente insufficiente.

I dati tecnici erano noti già dalla fine di maggio, ma nell’era della multimedialità le informazioni sono state tardive, fuorvianti e in un paio di circostanze condite da dichiarazioni fuori luogo.

Va bene che ormai siamo ostaggio dell’IA (intelligenza artificiale) ma non tutti i sostenitori hanno portato il cervello all’ammasso, qualcuno riesce a ragionare…

Allora, per tornare all’aspetto tecnico, non ci resta che si ripeta la favola dell’estate 1986 quando la Lazio, esattamente il 5 agosto, fu retrocessa con sentenza della Commissione Disciplinare in serie C nel filone del secondo scandalo delle scommesse clandestine.

All’epoca l’allenatore Eugenio Fascetti radunò, nel ritiro di Gubbio, tutta la rosa e in pieno dramma sportivo ottenne la totale adesione a proseguire la preparazione.

Qualche giorno dopo la Commissione d’Appello Federale riammise la Lazio al campionato di serie B, facendola partire da una penalizzazione di 9 punti.

In quei tempi la vittoria dava due punti e sembrava un modo elegante (?) per dire che in serie C ci saremmo andati l’anno successivo.

Dallo scampato dramma nacque la favola della “Banda dei -9” e da lì la rinascita verso un periodo da favola culminato con lo scudetto del 2000.

Adesso non siamo certo al dramma del 1986, ma credo che la similitudine con Eugenio Fascetti porterà l’attuale allenatore Maurizio Sarri a tentare un bis della favola di trentanove anni fa.

Lunedì 14 inizia il ritiro nel centro sportivo di Formello e mi piace poter pensare (una favola?) che il Mister, nel discorso inaugurale, possa stimolare l’orgoglio di tutti i tesserati per invertire una situazione che allo stato attuale ignora a tutti i livelli il mondo Lazio.

Sarri aveva chiesto tre rinforzi che naturalmente non avrà e dovrà inventarsi chissà cosa per tirar fuori dall’attuale, perplessa, rosa il miracolo di una favola moderna.

Sarri come Fascetti, per continuare a credere in una favola e non come nella canzone:<Ma l’estate va e porta via con sé anche il meglio delle favole>.

Almeno lo spero…

 

FOTO:  Archivio personale.

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