
Roma,10 Maggio 2025 – Vecchie favole/ Di un’epoca un po’ più in là/ Colori di un’età/ Libri e musica/ Di un mondo che nasce beat/ Un disco dell’Equipe/
L’automobile/ Beato chi già ce l’ha/ È quella di papà/ Oggi è sabato/ Domani si dormirà/ Sogni di gloria…
Queste le strofe iniziali del più celebre brano de “I gatti di Vicolo Miracoli”, composto nel 1979 da Nini Salerno e Umberto Smaila.
La canzone si è trasformata nel tempo in icona di un sogno di gloria divenuto realtà.
L’unico scudetto vinto nel 1985 dall’Hellas Verona Football Club, fondato nel 1903.
Un unicum assoluto, nel dopoguerra, con la provincia al vertice del calcio italiano: per trovare un precedente bisogna risalire allo scudetto Pro Vercelli 1921-22.
Il 12 maggio prossimo cadrà la ricorrenza del quarantennale del titolo 1984/85 conquistato dai gialloblù scaligeri.
Paradossalmente, fu proprio nell’anno del trionfo 1985 che il gruppo cabarettistico- musicale dei Gatti si sciolse definitivamente.
L’ensemble ebbe il suo periodo gestazionale a metà degli anni Sessanta, tra i banchi del Liceo Ginnasio Scipione Maffei, il primo istituto scolastico napoleonico fondato in Veneto nel 1804.
Dal gruppo di teatro e canto formato dagli studenti del Liceo veronese germinarono, all’inizio dei Settanta, i Gatti.
Vari cambi di compagine portarono al quartetto composto da Umberto Smaila- Nini Salerno- Franco Oppini- Gerry Calà.
Questa fu la formazione dell’apice del successo del gruppo, raggiunto nel periodo 1977-1980.
Seppur noti per le performances a maggior vocazione commerciale degli anni ’80, i Gatti erano vocalists di eccellente qualità.
Merita di essere rivista l’esecuzione nel 1974 di “Swing low sweet chariot”, quando Oppini aveva lasciato temporaneamente il gruppo, rimasto quintetto con le presenze di Spray Mallaby e Gianandrea Gazzola.
Il 1977, anno di grandi fermenti in Italia, fu anche quello dell’innovativa trasmissione televisiva “Non Stop” della Rete 1 RAI.
Lo show di Enzo Trapani, andato in onda fino al 1979, cambiò radicalmente gli schemi della comicità nel nostro Paese, sino ad allora impostata sulla pur gloriosissima tradizione della Commedia all’italiana.
Con “Non Stop” si affermarono sulla scena nazionale nuovi artisti a cui arrise gran successo negli anni Ottanta, fra cui spiccavano, oltre ai Gatti, Carlo Verdone, La Smorfia, I Giancattivi.
I 40 anni dello scudetto gialloblù sono in questi giorni già ampiamente celebrati dai media.
Appare perciò superfluo sciorinare la formazione dell’Hellas, che si lasciò alle spalle il Torino di Gigi Radice.
La storia è nota, e sulle colonne di www.attualita.it vogliamo ricordare semplicemente lo scudetto dell’Hellas con l’immagine di mister Osvaldo Bagnoli, portato in spalle dai suoi giocatori.
Per dirla con i Gatti, correva l’anno 1985.
Evviva il calcio di allora, della domenica pomeriggio, oggi più che mai anacronistico.
Un calcio di canottiere a spallina larga indossate sotto la maglia da calciatori baffuti come Silvano Fontolan, non palestrati, mal pettinati o pelatini come Pierino Fanna, o con i calzettoni alla cacaiola come Hans Peter Briegel.
Tutti senza tatuaggi, incitati dal coro d’altri tempi “Alè, forza Verona alè, forza gialloblu”.
E ricordati per sempre dalla canzone “Verona beat”, che i Gatti cantavano pedalando affiancati sul Lungadige.