Roma, 24 agosto 2025 – Il campionato 2025/26 è cominciato con i quattro anticipi di ieri in virtù del solito “spezzatino” voluto dalle Tv a pagamento, che ormai tutto finanziano e sostengono.
Anche grazie al costo esagerato degli abbonamenti che vendono ai tifosi, ormai abituati a vedere le partite in Tv come, una volta, lo erano nel seguirle allo stadio, almeno i più attaccati.
Oggi la Tv nel calcio fa la voce del padrone e spesso, vista l’inadeguatezza della maggior parte dei nostri stadi, anche a ragione, dato che tanti tifosi preferiscono vedere la partita a casa anziché sugli spalti.
Tutto il contrario di quello che accadeva negli anni ’70, quando le partite in diretta le potevi sentire solo alla radio (ma limitatamente ai secondi tempi, i primi no) per vedere poi cosa era accaduto sui vari campi nell’attesissimo “90° minuto”.
La trasmissione cult degli anni ’70 e ’80 che andava in onda su Raiuno alle 18.00 e che, in un’ora, trasmetteva tutti i “riflessi filmati” delle otto gare giocate tutte insieme nel primo pomeriggio della domenica.
Otto gare perché il campionato era a 16 squadre, molto più sensato, secondo noi, rispetto a quello a 20 di oggi, come sostiene anche il presidente del Napoli De Laurentis.
Alle 19.15, poi, veniva trasmesso un tempo di una delle otto partite disputate. A volte quello della gara più importante, altre quello della partita che prometteva più spettacolo, altre ancora quello che si poteva.
Questo calcio così rituale e ben poco televisto della nostra gioventù fu scosso da un fulmine a ciel sereno domenica 6 febbraio 1977.
Quel giorno si disputava l’ultima giornata del girone di andata del campionato 1976/77 e il richiamo dei bomber delle due squadre era forte: Graziani e Pulici, “i gemelli del gol” nel Torino; Pruzzo e Damiani nel Genoa (nella foto, trovata su youtube, vediamo Pruzzo e Graziani)
Il fulmine fu la trasmissione per la prima volta a colori di una partita in Tv.
O meglio, del tempo di una partita giocata nel pomeriggio. Quello che veniva trasmesso alle 19.15, subito dopo “90° minuto”.
La partita in questione fu Genoa-Torino, scelta per i colori delle maglie delle due squadre, soprattutto di quella del Genoa, che ben si prestavano all’esperimento.
Come disse l’allora responsabile dei servizi sportivi della Rai Maurizio Barendson alla Gazzetta dello Sport di del giorno prima: “Il Genoa è la squadra con la maglia più adatta per una trasmissione a colori, con quei grossi rettangoli rossi e blu renderà molto bene sul terreno verde del campo”.
E poi il Torino era quello campione d’Italia in carica dei “Gemelli del gol” Pulici-Graziani che lottava per lo scudetto con la Juventus, che alla fine di quel torneo glielo avrebbe strappato conquistando 51 punti su 60, mentre il Toro si fermò a 50.
Da quel giorno per il calcio in Tv iniziò una nuova era, che ci ha portato fino ai giorni nostri e che ebbe il suo primo momento cruciale nei Mondiali di Argentina ’78
I primi teletrasmessi a colori, seppur con qualche sbavatura, visto che il sistema di trasmissione delle immagini era ancora in fase di perfezionamento.
Per questo alcuni colori troppo accessi “sfocavano”, come si diceva in gergo.
Ecco, dunque, che le maglie arancioni dell’Olanda e quelle rosse dell’Ungheria si vedevano con uno strano alone intorno che raddoppiava i calciatori, come se in campo ce ne fossero 20 per squadra e non 10 (portieri esclusi, ovviamente).
Ma nessuno ci faceva troppo caso, tanto che ci si radunava in più persone nelle case dei primi fortunati che avevano il Tv Color per gustare l’effetto di stare in poltrona a vedere le partite come se si fosse allo stadio.
Non più in bianco e nero, ma a colori!