Racconti di sport

Marino Basso, ottant’anni di velocità.

Compleanno importante di uno dei maggiori sprinter di ciclismo.

Roma, 1 giugno 2025.

 

Compie oggi 80 anni uno dei personaggi più stravaganti del ciclismo nazionale ed internazionale: Marino Basso.

Veneto di Caldogno, lo stesso paese di Roberto Baggio, Basso è un professionista dal 1966 al 1978 con oltre quaranta vittorie, dove spicca su tutte il mondiale di Gap del 1972.

Estroverso sia come corridore che come ragazzo, ha l’inclinazione a vestirsi in modo vistoso, completi di velluto, camicie di pizzo, stivaletti, colori vivaci, in un ambiente particolare qual è quello del ciclismo ai tempi.

In adolescenza il suo grande amore è il calcio, una vera promessa tra i ragazzi del Vicenza, gioca nel ruolo di ala destra ma così come sarà nelle corse le partite vuole vincerle da solo.

Come detto è fuori dagli schemi come quando dopo la sua prima vittoria, in una tappa del Giro con arrivo a Napoli, gli chiedono dei suoi due fratelli seminaristi: <Si è vero, ma a me di vita piace questa…>.

Sensibile anche al fascino femminile, si dedica però al mestiere di corridore come pochi con l’aiuto del suo padre adottivo Marino Fontana.

Sprinter eccellente con vittorie nelle tre grandi corse a tappe, Giro, Tour e Vuelta, vincitore di classiche come la Tre Valli Varesine, alla fine di tutto Basso viene ricordato ed identificato per la vittoria di Gap nel Campionato del mondo su strada del 1972.

Il nostro non ha paura di niente e di nessuno, neanche di Merckx con cui non ha un buon rapporto (eufemismo…).

A Gap, cittadina situata nel sud-est della Francia a poco meno di cento km. dal confine italiano, il 6 agosto del 1972 è una giornata torrida ed i corridori devono percorrere 273 km.

E’ un percorso vallonato, molto impegnativo, adatto più a passisti-scalatori che velocisti ma Marino Basso viene comunque selezionato dal Commissario Tecnico Ricci perché accompagnato da una condizione eccellente.

Gli Azzurri controllano tatticamente la corsa, disponendo di attori come Gimondi, Bitossi, Dancelli, lo stesso Basso, con occhio attento al “cannibale” Merckx e al beniamino di casa Guimard.

All’ultimo giro si giocano il titolo un ristretto numero di corridori e a circa 2 km. dall’arrivo scatta in contropiede Franco Bitossi, grande finisseur, che può contare sull’aiuto di Basso nello spezzare il ritmo degli altri compagni di fuga.

Abbiamo già raccontato su queste colonne nell’agosto del 2022, ai cinquant’anni dall’evento, del dramma sportivo di Bitossi.

Franco si pianta incredibilmente a trecento metri dal traguardo e viene superato di schianto proprio dal suo compagno di squadra Marino Basso, a pochissimi metri dalla linea bianca.

A Gap per vincere il vicentino sceglie il modo più bello, per alcuni, e più brutto, per altri.

Per Bitossi il sorpasso di Basso è una pugnalata nella schiena.

I commenti del dopo-corsa vanno dal compiaciuto, all’incredulo, all’ironico per considerazioni del tipo: <Per un mondiale passerebbe su tutta la sua famiglia distesa e poi, piangendo, chiederebbe scusa>.

<E’ il più grande tifoso di se stesso, è una dinamo, è una torcia, è Campione del mondo>.

L’Equipe il giorno dopo scrive: <Un fratello ha ucciso un fratello>.

Un’altra testimonianza è quella di Italo Zilioli, ottimo corridore di fine anni sessanta-settanta, che dice: <Le nostre erano volate corsare e il re dei pirati era Marino Basso, uno che nell’ultimo chilometro non conosceva più nessuno e si lanciava in una battaglia senza quartiere>.

Basso viene insignito della Medaglia d’oro al valore atletico per la vittoria di Gap nel 1972; uno che ha sempre avuto il coraggio (l’incoscienza?) di vivere a modo suo.

 

 

 

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