Roma, 7 ottobre 2025 – Il Perugia giocava al Santa Giuliana, il civettuolo stadio che si trovava al centro della città e che era più che sufficiente per una squadra che faceva l’ascensore tra le categorie minori e, al massimo, la Serie B.
Poi, però, succede che con il presidente Franco D’Attoma, il ds Silvano Ramaccioni e l’allenatore Ilario Castagner sale in Serie A perché vince il campionato 1974-75.
Il vecchio e piccolo Santa Giuliana già non bastava più per contenere tutti i tifosi che quella squadra aveva richiamato a se in quella cavalcata entusiasmante.
Figuriamoci se poteva bastare in Serie A, dove il Grifo avrebbe dovuto affrontare gli squadroni metropolitani con tutte le loro enormi tifoserie al seguito.
E poi, anche per motivi di sicurezza, quello stadiolo al centro della città non poteva proprio andare più bene.
L’amministrazione comunale, dunque, doveva costruire uno stadio nuovo, più grande e lontano dal centro.
La zona individuata è quella del Pian di Massiano, che si trova vicino alle uscite della Superstrada che collega Perugia alla Toscana e al Lazio e che, per questo, era anche molto più pratica che il centro città.
Lì già c’era un progetto del 1967 in fase di realizzazione che prevedeva uno stadio principale polivalente ed uno secondario da destinare agli allenamenti della squadra di calcio.
Questo secondo era già pronto, con il campo e una tribunetta prefabbricata, l’altro era ancora da fare.
Visto il cammino straordinario del Perugia il Comune ribalta le cose.
Decide si sfruttare subito lo stadio già pronto, che diventerà quello della squadra di calcio, costruendoci intorno quelle tribune che mancavano.
Lo si fa a tempo di record e il prodotto è uno stadio tutto prefabbricato, rosso come il colore delle maglie della squadra e delle simpatie politiche della città, che negli anni ’70 è tutta a sinistra.
Nasce così lo Stadio “Pian di Massiano”, che prende il nome dal luogo in cui sorge.
Due tribune, una gradinata (la Nord) complete e un piccolo parterre che, nel tempo, diventerà la Gradinata Sud e che è destinato ai tifosi ospiti, visto che si trova a ridosso dell’uscita della Superstrada.
A partire da ottobre 1975 il Perugia gioca lì le partite del primo campionato di Serie A della sua storia, quello datato 1975-76. Da allora sono passati cinquant’anni.
Nel 1977 lo stadio è stato intitolato a Renato Curi, il calciatore del Perugia che morì sul quel campo di infarto in una partita casalinga contro la Juventus.
Al “Renato Curi” il Perugia ha vissuto la sua annata più bella, quella degli “invincibili”.
Nel campionato di A 1978-79, infatti, è arrivato secondo dietro al Milan senza perdere neppure una partita, diventando la prima squadra italiana capace di chiudere un intero campionato senza sconfitte.
Il presidente era sempre D’Attoma, il ds era ancora Ramaccioni, l’allenatore Castagner.
Sono loro i tre artefici principali del Perugia più bello e famoso di sempre.
Oggi il “Renato Curi” è sottoposto a tutta una serie di interventi di restauro che dovrebbero restituirlo ai tifosi con tutte le tribune e le grandinate coperte.
Pochi giorni fa, davanti allo spogliatoio del Perugia, è stata affissa ed inaugurata una targa in memoria del capitano degli invincibili, Pier Luigi Frosio, che ci ha lasciato il 20 febbraio 2022.