Dove non arrivavano i treni arrivò la serie B

Il Matera Calcio e la sua città a fine anni '70 nel libro di Luciano Aprile.

Roma, 10 maggio 2025 – “Dove non arrivavano i treni arrivò la serie B – La mia storia nel Matera” è un bellissimo libro scritto da Luciano Aprile, professore di filosofia che, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, è stato un centrocampista dai piedi buoni del Matera calcio più bello di sempre.

Il Matera che nella stagione 1979-80 disputò l’unico campionato di Serie B della sua storia.

In quel torneo Aprile era uno degli uomini di spicco della squadra insieme a Raimondi, che segnò la prima rete del Matera in B nel sorprendente 1-1 della prima giornata a Marassi contro il Genoa, al portiere Casiraghi e a Picat Re, difensore con il vizio del gol.

Insieme a Casiraghi diventò l’eroe della prima, storica, vittoria del Matera in B, alla seconda giornata, in casa contro il Taranto: 1-0 con suo splendido gol e il rigore parato da Casiraghi.

Il Matera vestiva una maglia azzurra con striscia verticale sul lato sinistro, sul tipo di quella (ma blu) che il Pescara metteva in Serie A ed era la Cenerentola del torneo cadetto che poi chiuse all’ultimo posto.

Colpa di un girone di ritorno disastroso che seguì quello, bello ed entusiasmante, di andata che aveva disputato.

Nel quale aveva vinto a Pisa (1-0 con gol di Raimondi), a Genova contro la Sampdoria (1-0 con rigore di Raffaele) e a Bergamo contro l’Atalanta (1-0 con rete di Beretta) e pareggiato 1-1 a Verona (gol di Picat Re).

Luciano Aprile di quella squadra e della sua avventura personale in essa ricorda molto nel suo libro, dalla storica promozione in B conquistata contro la Lucchese alla conseguente gioia dell’intera città.

Nel libro si intrecciano tutte le  vite di Luciano Aprile.

Quella calcistica con quella personale e quella filosofica, da cui trae le citazioni che aprono i capitoli di una storia individuale e collettiva, privata e pubblica, in cui si mischiano gioco e lavoro, rigori sbagliati e vittorie storiche.

Il titolo ci ha fatto pensare al ben più famoso “Cristo si è fermato ad Eboli” di Carlo Levi.

Nel quale lo scrittore piemontese mandato in esilio in Lucania dal regime fascista descrive la società contadina e arcaica che aveva trovato in quello terre, ben differente da quella della Torino in cui era cresciuto.

Forse proprio ricordando Levi, già nel titolo Luciano Aprile sottolinea questa distanza abissale che c’era ancora tra la Matera di fine anni ’70 e il resto d’Italia.

Dal quale era distaccata sia geograficamente, sia nei più elementari collegamenti infrastrutturali, compreso quello ferroviario, che normalmente dovrebbe unire ogni zona di una nazione.

Una città e una realtà ben diverse da quelle che hanno conosciuto il recente sviluppo, soprattutto dopo che Matera è diventata Capitale Europea della Cultura nel 2019.

Riconoscimento che ha portato migliaia di persone a scoprirla e a conoscerla, a visitarla e ad apprezzarla.

Dove ai suoi tempi non arrivava neanche il treno, grazie al calcio Aprile e i suoi compagni costruirono un’autostrada di visibilità, portando la squadra nel secondo maggior campionato italiano e, di conseguenza, anche sulle pagine del famoso album dei calciatori della Panini.

Grazie al quale anche noi potemmo finalmente vedere le maglie e i volti dei protagonisti di quel Matera che, da subito, ci fece grande simpatia.

Foto: wikipedia

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