La Ferrari torna rossa, italiana e vince

Roma, 25 marzo 2017 – Giornata storica per lo sport italiano a Melbourne. Con un colpo solo,   La Ferrari torna a vincere un Gran Premio  dopo un anno e mezzo (ultimo successo nel Gran Premio di Singapore nel 2015 ), mentre in F1 si rivede dopo 6 anni un pilota italiano. Il 23 enne pugliese Antonio Giovinazzi che la Sauber ha chiamato per sostituire il tedesco Pascal Wehrlein e che si è guadagnato una onorevolissima dodicesima piazza.
Al primo Gran Premio del 2017 la Ferrari fa subito centro. Relega in seconda e terza posizione le Mercedes di Hamilton e Bottas e grazie alla quarta posizione di Raikkonen capeggia anche la classifica costruttori. Insomma la F1 non è più proprietà privata tedesca. Si torna all’antico.  
Di tedesco in questo Gran Prix di apertura c’è stata solo la nazionalità del pilota, Sebastian Vettel.  Il quale, però, appena tagliato il traguardo in mondo visione ci ha tenuto a ringraziare il team tutto italiano della Ferrari in perfetto italiano.
Un ultimo tocco di italianità ad una impresa che solo pochi mesi fa sembrava impossibile: insidiare l’egemonia della Mercedes.
Invece l’impossibile è stato raggiunto. Come? Diciamolo subito senza tanti giri di parole. Perchè Marchionne, fino all’anno scorso era  impegnatissimo a ristrutturare la Fiat,  con successo, ed ora ha finalmente potuto prendere in considerazione anche  la gestione della Ferrari.   Non siamo a conoscenza specifica di quale sia stato il processo mentale di Marchionne quale Amministratrore Delegato della Ferrari. Parlano i fatti.  
Benchè le  vicende della sua famiglia profuga istriana dalla natia Chieti lo abbiano portato all’età di 14 anni in Canada, Marchionne, come tutti gli emigranti, nel corso della sua formidabile carriera di dirigente è rimasto profondamente italiano. Italiano e sostenitore del lavoro e genio italico.
Quando ha cominciato ad interessarsi più direttamente della Casa di Maranello, deve aver scoperto che questa aveva cominciato a perdere seriamente colpi con l’avvento a Modena di tecnici e dirigenti inglesi che andavano per la maggiore, relegando lo staff ed il know-how italiano a posizioni marginali. Nell’ultimo triennio, con  Resposabile Tecnico l’illustrissimo James Allison, ha toccato il fondo. 
Rispedito oltre Manica Allison,  la prima mossa di Marchionne è stata di italianizzare lo Staff prima con Arrivabene e poi, ultimamente, con Mattia Binotto, un  ingegnere  reggiano  assunto alla Ferrari appena laureato 20 anni fa. A lui il compito di coordinare tutti i settori della Ferrari ed in particolare dello sviluppo della nuova monoposto , la SF70H che ha proposto soluzioni innovative ed efficaci nell’ambito dei deviatori di flusso. Soluzioni che finalmente hanno permesso   di interrompere la dittatura nella Ferrari. Quindi innovazioni importanti, come si è visto  nell’ambito della corsa a Melbourne, ma anche innovazioni dal carattere simbolico come la riproposizione di una vettura più nettamente rossa, e non biancorossa  come qualcuno l’aveva fatta diventare. 
Un ritorno al passato per dare maggiore autenticità e radici al lavoro del gruppo: ed anche perchè, secondo credenze scaramantiche locali, il bianco porterebbe iella in una vettura.
Dunque quella di Melbourne è una Ferrari tornata italiana e Rossa. Motivatissima come si è visto nell’episodio clou del Gran Premio: la sosta di Vettel.
Avvenuta sei giri dopo quella di Hamilton,  nel momento di minor traffico, combinata ad una eccellente velocità di esecuzione nel cambio delle gomme, ha permesso a Vettel di rientrare in pista un attimo prima che sopraggiungesse la coppia Verstappen-Hamilton e, quindi di mantenersi al comando, fino alla fine.  Sugli attuali circuiti di F1 è sempre più difficile fare dei sorpassi quando trattasi di vetture  piuttosto livellate nei valori come Mercedes, Ferrari e Red Bull.
Negli anni della crisi era la Ferrari a combinare maggiori disastri al momento delle soste ai box. Forse anche in seguito  ad incomprensioni caratteriali o linguistiche. Stavolta  la Rossa Ferrari non ha sbagliato una mossa. A  sbagliare sono stati i tedeschi anticipando la sosta di Hamilton rientrato, poi, nel traffico alle spalle di Vertsappen e da questi stoppato per buona parte della gara. Eloquenti, in questo senso   di smacco, i grandi pugni di rabbia sul tavolo del   Team Principal della Mercedes  Toto Wolff, mostrati in diretta TV.
La Rossa di Maranello tutta italiana si aggiudica il primo round, in virtù di un sottile valore aggiunto  in fatto di gruppo. Ma la Mercedes è lì. Si può essere certi che di errori come quella di oggi non ne farà molti d’ora in poi.
CLASSIFICA GENERALE  PILOTI
1. Sebastian Vettel  (Ferrari) p. 25
2. Lewis Hamilton (Mercedes) p. 18
3. ValtteriBottas (Mercedes) p. 15
4. Kimi Raikkonen (Ferrari) p.  12
5. Marc Werstappen (Red Bull) p. 10
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