Teatro Quirino – Giselle con il Russian Ballet Theatre

La Villi danza la voluttà del desiderio insoddisfatto.

Roma, 30 aprile 2018 – Ogni anno sul finire della stagione di prosa, il palcoscenico del Teatro Quirino ospita un Festival  del Balletto presentando  celebri titoli con compagnie internazionali rinomate.

Quest’anno, è invitato il Russian Ballet Theatre, prestigioso corpo di ballo fondato nel 2001 da Anna Grogol, vincitrice del premio Djagilev per aver promosso in tutto il mondo la tradizione teatrale russa.

Il Festival prevede tre balletti, “Giselle”, “La Bella Addormentata” e “Carmen” assieme a “Danze Polovetsiane”.

Gli spettacoli vedono la partecipazione di scuole di danza italiane.

Protagonista di “Giselle” è una creaturina fragile, che in vita fu una fanciulla quindicenne promessa sposa e lasciata sulla soglia dell’altare. Era cominciato tutto per caso, mentre i  colori pastellati delle vesti delle giovinette riempivano di bagliori colorati tutto intorno e si riverberavano verso l’alto, verso quel castello arroccato sul picco della montagna, dimora del Duca Albrecht. Sullo spiazzo ferveva la vita e le fanciulle provavano i primi guizzi amorosi.

Fra esse, Giselle, fanciulla piena di passione e con la danza legata al piede, tormento della mamma, per i rischi che una gioia sfrenata avrebbe potuto comportare al suo fragile corpicino. In quell’autunno che regalava acini turgidi da vendemmiare, è lei  la reginetta della fine del raccolto, sotto gli occhi amorevoli della mamma, sotto quelli di Hilarion, che quasi se la gusta crescere e attende solo il momento opportuno per chiederla in moglie.

Ed ecco arriva lui, il giovane sconosciuto   che incanta di sé, del proprio portamento, della bellezza del volto, dei muscoli sottili e aristocratici le ragazze (e chi meglio dell’efebico Parhachev Philip per impersonarlo), e Giselle colpita da frenesia ed esaltazione, ignorando che si tratta del Duca Albrecht, balla tra le sue braccia, trascinata dall’amore in quella dimensione magica che annulla la realtà.

Ma il destino bussa alle porte: un ricco corteo preceduto dai suoni del corno da caccia giunge alla piazza del villaggio. Arriva il principe di Curlandia con la figlia Bathilde, fidanzata del Duca, e tutto il seguito dei cortigiani.

Hilarion scopre le insegne del Duca nascoste in un angolo e ne informa Giselle che viene al contempo a sapere del fidanzamento dell’amato. La povera creatura non regge e danza la sua disperazione fino alla morte.

Ora il suo riposo è vigilato da una croce nella radura brumosa del bosco. Attorno un bisbiglio di passettini, uno sfarfallio di alucce che vibrano per svegliarla mentre la nebbiolina si deposita nell’aria e un raggio di luna si insinua tra le fronde abbrunate dalla notte.

Perché Giselle è diventata una Villi, creatura mitologica accolta come fantasmino dalla regina delle Villi, Myrtha e da tutte quelle giovani che sono state abbandonate.

Proprio quella notte il bosco ospita Albrecht , disperato e pieno di rimorsi; egli guarda le Villi muoversi aeree e fatali e poi vede lei, Giselle, ancor più bella e ricolma di grazie ineffabile, delicata farfalla che danza la voluttà del desiderio insoddisfatto. Con lei danzerà il giovane Duca in quello che viene chiamato “Atto bianco”.

Giselle in questa bella edizione è Olga Pavlova, che balla con slancio il ruolo mettendo al servizio del personaggio la giovane età, la purezza dei suoi sguardi e una levità che la danza accademica esalta. Myrtha è Galina Salimova, mentre Hilarion è Vladimir Tristan.

 

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