NEI TEATRI DI ROMA SPETTACOLI DI GRANDE SPESSORE, DA TENNESSEE WILLIAMS A SAMUEL BECKETT

La consueta rassegna teatrale romana spazia in lungo e largo, dai grandi spazi teatrali a quelli più piccoli, con proposte valide ed interessanti, che vanno da Tennessee Williams a Samuel Beckett.
Teatro Argentina: Un tram che si chiama desiderio: Al Teatro Argentina fino all’ 11 marzo l’atteso spettacolo del regista Antonio Latella, Un tram che si chiama desiderio, la commedia di Tennessee Williams andata in scena nel 1947 con la regia di Elia Kazan e resa celebre dall’omonimo film che lo stesso regista realizzò nel 1951 nella mitica interpretazione di Marlon Brando e Vivien Leigh. Per il suo “tram”, Antonio Latella ha affidato i ruoli dei due personaggi protagonisti della tormentata vicenda a Laura Marinoni (Blanche) e Vinicio Marchioni (Stanley) che condividono la pièce con Elisabetta Valgoi, Giuseppe Lanino, Annibale Pavone e Rosario Tedesco, che si avvale della traduzione di Masolino D’Amico. Un tram che si chiama desiderio è la storia di Stanley e Stella, una giovane coppia di New Orleans, la cui relazione viene turbata e messa in crisi dalla sorella di Stella, Blanche, una donna dalla personalità complessa, con alle spalle una vita piena di ombre e di lati oscuri, che travolge l’equilibrio della coppia. Via via, la presenza di Blanche investe ogni aspetto della relazione e insinua la forte passione carnale che lega Stanley a Stella. Le cose precipitano quando le condizioni ormai al limite della “follia” rendono necessario il “ricovero” di Blanche. La pace familiare che la nascita di un bambino lascia intravedere alla coppia si infrange fino alla rottura, per l’incapacità di Stella di accettare il crudele destino della sorella, il cui “crollo” riguarda, e molto da vicino, il loro Stanley. 

Casa delle Culture: Aspettando Godot: Nella mia carriera di critico teatrale, ovviamente, avrò visto almeno una dozzina di edizioni di questo capolavoro di Samuel Beckett, il famoso incredibile emozionante Aspettando Godot, e vi posso assicurare che la versione proposta fino all’undici marzo al teatro Casa delle Culture dal bravissimo Claudio Capecelatro e dagli altrettanto bravissimi Marco Carlaccini, Giorgio Di Donato, Alessandro Gruttadauria e Roberto Zorzut è sicuramente tra le migliori alle quali io abbia assistito: complimenti sinceri e vivissimi a tutti! Lo spettacolo viene presentato dalla Associazione Culturale Sipariodrammaflucù e dalla Compagnia degli Intonsi, e ripropone in maniera esemplare la suggestione collettiva che Godot-Beckett esercita sugli spettatori; una suggestione che viene alimentata da significati veri o falsi, non ha importanza, accoppiata ad una evidente leggibilità del capolavoro, pari a quella di una favola, di un racconto fantastico, di un’opera semplice! E’ questa la magia che Beckett esercita su tutti coloro che superino il primo impatto con il Maestro, e che intraprendono un emozionante viaggio al seguito dell’autore, un viaggio senza promessa di catarsi, senza biglietto di ritorno, a cavallo tra poesia e filosofia, un viaggio da percepire, perché Beckett va percepito, non va spiegato, perché non c’è niente da spiegare (bensì da vedere alla Casa delle Culture fino all’ 11 marzo !).

Teatro Orologio: Amore o Torcicollo ? : Grande successo al Teatro Orologio per lo spettacolo comico Meglio un amore o un torcicollo?,una nuova produzionedell’associazioneTeatro23,racconta di due attori romani ,i bravissimi Federica Festa e Daniele Miglio, appunto, che si ritrovano, loro malgrado, a fare uno spettacolo teatrale sull’amore. Mentre da un lato infatti si alternano otto sketch classici della comicità del ‘900 dall’avanspettacolo alle scenette della prima tv fino alla narrativa contemporanea – dall’altro i due attori non mancano di far sorridere delle loro stesse insicurezze sentimentali, tra l’attesa di un sms e l’incontro di un ex, mentre sullo sfondo la crisi economica sembra condizionare molte scelte quotidiane. Gelosia e tradimento sono al centro della scena, ma non mancano le coppie che discutono di cibo, dieta e calcio, figli. Tutto intorno al tema della coppia, del confronto tra donna e uomo, in quel continuo attrarsi e respingersi che è il gioco d’azzardo forse più avvincente nella vita. Uomini e donne che si parlano e a volte non si capiscono, che si guardano e non si vedono, nella continua dimenticanza che siamo diversi. Si ride certo, ma ci si rispecchia anche un po’. Tra uno sketch e l’altro accompagnati da bravi celebri d’amore, i due attori si raccontano. Il finale dello spettacolo è affidato al pubblico, che deciderà, attraverso una votazione, se far trionfare l’amore o il torcicollo, e quindi segnare l’esito degli eventi dei due protagonisti.

Teatro Belli: Buone vacanze: Trilogia con muro, borsa e bambino di Carlo Tolazzi, con allestimento e regia di  Marcela Serli e musiche di Edy Meola. Avere a che fare con un bambino dovrebbe essere per un adulto un’esperienza assolutamente unica. Che sia nostro figlio, un nipote, uno scolaro, uno sconosciuto che intercettiamo in una frazione della nostra vita, un bambino è sempre la cartina al tornasole della nostra capacità di amare, ovvero della struttura affettiva raggiunta da un adulto. Oggi la società degli adulti non pone i bambini al suo centro, non ce la fa per una serie di motivi che sfuggono probabilmente alla responsabilità del singolo; si permette invece che li ponga il “mercato”, che inevitabilmente ai bambini di una società opulenta pensa fin troppo. È infatti con la delega al prodotto acquistabile, con il ricorso diffusissimo agli animatori di feste di compleanno, con l’esposizione alla “pedagogia” televisiva, con l’iscrizione talvolta ossessiva a corsi di ogni tipo che l’adulto surroga la propria mancanza di tempo e soprattutto di fantasia. Il contributo di creatività rivolta ai bambini proviene perciò da entità troppo spesso esterne alla loro sfera affettiva quotidiana. Buone vacanzenon tenta di dare soluzioni preconfezionate: affidandosi allo straordinario potere del teatro cerca solo di offrire agli adulti un momento prezioso di sosta, libero e denso di emozioni, per costruire un mondo sentimentalmente meno analfabeta di quello attuale.

Teatro Golden: Amleto vs Pantera Rosa: Sul palco del Golden in via Taranto, Augusto Fornari è regista e protagonista insieme a Giancarlo Ratti della commedia Amleto contro la Pantera Rosa, una pièce esilarante che Augusto ha scritto insieme a suo fratello Toni Fornari. Sul palco Fornari veste i panni dell’ispettore Clouseau mentre Ratti è l’ispettore Dreyfus per raccontarci le avventure dei mitici personaggi della Pantera Rosa. In scena anche Toni Fornari, Marco Benelli, Marta Bianco, Giovanni Deanna e Danilo Giannini. Una storia divertente ambientata in un teatro proprio durante la rappresentazione dell’opera shakespeariana Amleto. L’attore che impersona Amleto muore davvero sulla scena, avvelenato. Ma l’assassino ha fatto i conti senza l’Ispettore Clouseau! L’ispettore della Surété  piomba come un falco per inchiodare Il colpevole. Questa volta i sospettati sono tanti; la compagnia e il Pubblico! Il poliziotto più “incasinante” della storia del cinema, farà tremare i polsi all’intera compagnia e questa volta, anche agli spettatori, che essendo presenti all’omicidio sono tra i sospettati. Clouseau interrogherà tutti, escluso nessuno. E dopo un interrogatorio con l’ispettore più fuori di testa al mondo la vostra concezione della realtà sarà costretta a cambiare. E scoprirete che la vera tragedia non è la morte di Amleto, ma l’arrivo in scena dell’Ispettore Clouseau! Fornari e Ratti, sono i protagonisti di questo omaggio a uno dei personaggi più famosi di Peter Sellers, con gag surreali, risate a getto continuo e anche canzoni, con l’ispettore più folle che si sia mai visto!

 

                                                                                      

 
 
 
 
 
 
 
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