La rassegna teatrale romana

A pochi giorni di distanza dalla austera celebrazione della Giornata Mondiale del Teatro, presso il Senato della Repubblica Italiana, seguita dalla istituzione di una importante commissione culturale per ricordare i trenta anni dalla scomparsa del grande drammaturgo, autore, attore e regista italiano e mondiale, tra l’altro anche Senatore a vita, Eduardo De Filippo, ecco la consueta rassegna teatrale questa volta dedicata agli spettacoli in scena a Roma, nei teatri grandi, medi e piccoli, nel periodo che precede la Pasqua 2014, ovvero da fine marzo a metà aprile :

Una pura formalità al Teatro Parioli : un grandissimo successo di pubblico e di critica al Teatro Parioli Peppino De Filippo per i mitici Glauco Mauri e Roberto Sturno interpreti del thriller Una pura formalità, versione teatrale e regia di Glauco Mauri tratta dal film di Giuseppe Tornatore. Da oltre trent’anni la Compagnia Mauri-Sturno aggiunge nuovi capitoli alla sua storia di ditta all’antica italiana, che felicemente coniuga impresario, attore, regista. Nei teatri di tutta Italia ha portato i grandi classici: Sofocle, Shakespeare, Goethe, Molière, ma anche Ionesco e Beckett, Pirandello e Goldoni, Dostoevskji e Brecht, Mamet e Schmitt, Shaffer e Andreev, fino ad oggi con l’adattamento teatrale del film di Tornatore. Nell’allestimento teatrale, Roberto Sturno è lo scrittore Onoff e Glauco Mauri il Commissario, con loro in scena: Giuseppe Nitti, Amedeo D’Amico, Paolo Benvenuto Vezzoso, Marco Fiore. Le scene sono di Giuliano Spinelli, i costumi di Irene Monti, le musiche di Germano Mazzocchetti.  Tema centrale di Una pura formalità: la ricerca della memoria. Gli squarci che si aprono nella mente del protagonista durante il serrato interrogatorio in uno strano commissariato ricostruiscono il suo passato, risalgono alle sue origini con continui colpi di scena, e come in un thriller lo spettatore arriva alla verità con un inatteso finale.  Un’opera tanto più è valida quanto più dona a un interprete la possibilità di scoprire sfumature umane e poetiche in essa nascoste. Un delitto è stato commesso e ne viene accusato un celebre scrittore, Onoff. Ma, pur con la tipica atmosfera di un thriller, Una pura formalità è un viaggio alla scoperta di se stessi, di quella che è stata la propria vita. Tutto si svolge in una sperduta stazione di Polizia. Ma lo è veramente? E dove si trova? E quelle strane persone al suo interno, sono poliziotti? Cosa aspettano?

Teatro Eliseo: Medea con Maria Paiato : in scena al Teatro Eliseo fino al 17 aprile, Maria Paiato in Medea, di Seneca, traduzione e adattamento Francesca Manieri, con Max Malatesta e con Orlando Cinque, Giulia Galiani, Diego Sepe. regia Pierpaolo Sepe. Medea ha salvato gli Argonauti, ha reso possibile il loro successo e il loro ritorno, in particolare il ritorno del cantore Orfeo, colui che sulla sua lira fonda il sapere dell’Occidente. Ebbene, il cuore rimosso di questo Occidente è Medea, la sua ira cieca, il suo furore solitario. Un cuore nero e rimosso pulsa e giace sotto le fondamenta scricchiolanti di un intero mondo. La sua furiosa ira deflagra, le fondamenta collassano e ciò che si mostra con mostruosa vividezza è la radice oscura di una colpa tanto universale da non avere più colpevoli. Le macerie lasciano la scena vuota di ogni ricostruzione, il futuro non è che lo spettro di questo atroce rimosso”. Una straordinaria Maria Paiato si misura con Medea di Seneca, personaggio estremo e definitivo, ancora guidata dalla potenza rigorosa e visionaria di Pierpaolo Sepe. Prodotto dalla Fondazione Salerno Contemporanea, lo spettacolo ha debuttato in prima nazionale il 17 ottobre 2013 al Piccolo Teatro di Milano. Questa è la tragedia dell’ira: “passione spaventosa e furibonda, che è tutta eccitazione ed impulso a reagire, è furibonda e disumana brama d’armi, sangue e supplizi, dimentica se stessa pur di nuocere all’altro, avida di una vendetta destinata a coinvolgere il vendicatore.  L’ira di Medea condanna il mondo al caos. Un mondo che non risponde né corrisponde più all’individuo. Una frattura incolmabile si produce tra il reale e il desiderio e più questo baratro si amplifica più l’ira divampa. Il mondo, la realtà storica, non è più in corrispondenza armonica con l’individuo, non c’è più un noi in cui riconoscersi, a cui appartenere. Cittadino e società si contrappongono in un rapporto di disarmonica estraneità. La solitudine infinita dei propri dolori, l’ipertrofia orrenda delle proprie passioni diventa unica legge, unica causa delle proprie azioni. Medea sancisce l’atto egotico di sottrarre sostegno eppure in una reciproca, tremenda implicazione, il medesimo sostegno è a lei stessa sottratto.

Teatro Quirino : Boeing Boeing : il nuovo allestimento della commedia Boeing Boeing, di Marc Camoletti, con la brillante interpretazione dei bravi Gianluca Guidi e Gianluca Ramazzotti,  torna dopo quarant’anni sui nostri palcoscenici come una delle commedie più divertenti e rappresentate nel mondo; entrata di diritto nel Guinness dei primati – solo a Londra, dal 1965 è rimasta in cartellone per ben sette anni consecutivi, tanto che la Paramount ne produsse un film con Tony Curtis, Jerry Lewis e Thelma Ritter – Boeing – Boeing è tornata sui palcoscenici londinesi nel 2007 per starvi fino al 2009, dopo quarant’anni, con un restyling anni ‘60 ad opera di uno dei più rappresentativi e giovani registi europei: Matthew Warchus che ne ha curato uno spassosissimo revival adattando scene e costumi a quegli anni. Il risultato è stato sorprendente: pubblico e critica hanno decretato il successo di questa commedia che, nonostante l’età, dimostra ancora di avere le gambe per camminare a lungo. Nel 2007 è stata nominata agli Oliver Awards come miglior revival e miglior attore, vincendo il Drama Desk  Siamo negli anni ‘60. Bernardo, un architetto italiano di successo che vive e lavora a Parigi si destreggia fra tre fidanzate straniere che fanno le assistenti di volo per tre diverse compagnie aeree: l’americana Gloria, che lavora per la TWA, una donna spagnola, Gabriela, che lavora per l’Iberia e una fidanzata tedesca, Greta, della Lufthansa. Egli tiene puntigliosamente gli orari delle loro compagnie, in modo che le tre donne non si incontrino mai, anche con l’aiuto della sua governante Berta, che a malincuore reimposta i menu e l’arredamento della camera da letto a seconda di arrivi e partenze. Bernardo è riuscito a convincere ogni donna che lei è l’unico vero amore della sua vita. Un vecchio compagno di scuola di Bernardo, Roberto arriva inaspettatamente dall’Italia e Bernardo spiega con orgoglio al suo visitatore con gli occhi spalancati come il suo “calendario romantico” sia perfetto e senza intoppi. Purtroppo per Bernardo, non tutte le ciambelle riescono con il buco, la tecnologia avanza e un jet Boeing nuovo di zecca, più veloce e tecnologico, è stato introdotto scombinando tutto il calendario. E se a tutto questo aggiungete, i ritardi degli aerei, le previsioni del tempo e tutte le complicazioni che  sorgono quando il comportamento delle donne non corrisponde a un’attenta pianificazione di Bernardo, sicuramente parteciperete ad una serata di follia e risate difficile da dimenticare!

Marcorè e i Beatles al Teatro Olimpico : Beatles Submarine Beatles Submarine è la beatlemania in palcoscenico, rivisitata dal talento bizzarro e stralunato di Neri Marcorè, cantante e filosofo assurdista e dei quattro professori della famigerata Banda Osiris, musici iconoclasti e ipercreativi. Uno spettacolo concerto alla gioiosa, fantastica esplorazione dell’universo della più leggendaria band beat / pop / rock di sempre. Un Magical mystery tour che raccoglie suggestioni, musiche, frammenti biografici, canzoni e racconti dei favolosi Beatles. Un tessuto narrativo che utilizza i brani più famosi e le caleidoscopiche magie di Yellow Submarine, i surreali racconti di John Lennon, le poesie di Paul Mc Cartney e gli infiniti rimandi che le canzoni e gli scritti dei Beatles hanno reso eterni: dalle pagine dell’Alice in Wonderland di Lewis Carol alle magie surrealiste dell’avanguardia pop, dalle filastrocche per bambini alla poesia lisergica e sperimentale di Allen Ginsberg. Beatles Submarine crea così una fantasmagoria visionaria e coloratissima, a dimostrazione che il fenomeno Beatles non è stato una moda, ma una vera e propria cultura, fatta di rabbie dolci e fantasia al potere, alla ricerca di una Pepperland creativa che riesce a sconfiggere il silenzio ottuso e perbenista che i Biechi blu (i mostri che vogliono annullare musica e colore in Yellow submarine) tentano in ogni epoca di imporre.

Teatro Arvalia : Ninco nanco : Quanto valeva la vita di uno zappaterra nell’800? Poco o niente. Giuseppe Nicola Summa lo sapeva molto bene: era uno dei tanti cafoni del Sud. Garibaldi e i Mille avrebbero voluto fare di quella umanità un popolo libero, ma qualcosa andò storto e Giuseppe si dette alla macchia, divenendo il braccio destro di Carmine Crocco, il famoso generale dei briganti. La rivolta contadina che ha messo a ferro e fuoco il meridione d’Italia appena dopo l’Unità è stata a lungo una pagina di storia proibita.  Fino al 30 marzo la Compagnia Enter mette in scena al Teatro Arvalia l’opera inedita di Gabriele Guarino e Luca Milesi dedicata alla vita di Ninco Nanco nel centocinquantesimo anniversario del suo assassinio. Giuseppe Nicola Summa – detto “Ninco Nanco” per la presunta balbuzie o forse per il suo caratteristico incedere, tipico del cavallaro – venne eliminato a Frusci il 13 marzo 1864. Se un bandito lo si uccide, un testimone lo si elimina e ogni termine chiamato in causa ha sempre un perché. I passi di Ninco Nanco, famoso anche per la sua inseparabile chitarra, avevano a lungo incrociato le trame dei gattopardi – luci e ombre di quel 1860 – i padroni del meridione; grandi maestri nel salto sul carro del vincitore e portatori di quel particolare tipo di cambiamento che sempre lascia tutto immutato. Un testimone scomodo dunque, una delle prime bocche da mettere a tacere nel neonato Regno d’Italia.   Gabriele Guarino e Luca Milesi hanno scritto Ninco Nanco Centocinquanta al termine di una ricerca storica durata mesi, coordinata dal meridionalista Valentino Romano e basata sulle monografie in commercio e sui fascicoli originali dei Tribunali Militari di Guerra istituiti dalla Legge Pica, conservati nell’Archivio di Stato dell’E.U.R. Attrici e attori in Ninco Nanco Centocinquanta saranno Olimpia Alvino, Alberto Albertino, Simone Carosio, Gabriele Guarino, Maria Concetta Liotta, Luca Milesi, Vita Rosa Pugliese, e Alessio Sapienza, per la regia di Luca Milesi.

Teatro Ghione : Cenerentolo  : in scena al Teatro Ghione  la storia di Matteo Salvatore raccontata da Sergio Rubini, con le musiche dal vivo della Daunia Orchestra (finalista al Premio Tenco 2012). Rubini dà vita a un viaggio tra le parole e la musica del cantastorie pugliese, poeta degli “ultimi”, che con le sue ballate ha raccontato sé stesso e la sua quotidianità. Dalla sua terra lui rubò tutto: il bianco pudore dell’ignoranza, la capacità di non mollare mai e la forza di rinascere ogni giorno e mille volte ancora. La miseria nera e la fame che accompagnarono tanti, troppi anni della sua vita, sono linee parallele che Sergio rubini abbandona ai ricordi, come chimere raggiunte e ritrovate, sognate e malcelate. Fino al 13 aprile Biagio Izzo, con la partecipazione di Peppe Barra,  in scena con Come un Cenerentolo, regia di Claudio Insegno. “Come un Cenerentolo” è una rivisitazione in chiave moderna della favola di Cenerentola al maschile; quello che fece Jerry Lewis nel film del 1960 Il Cenerentolo. Una trasposizione delle identità di genere dei due ruoli centrali della fiaba, ovvero dell’eroina discriminata e della fatina buona, che cambiano sesso.

Due passi al Teatro Vascello : in scena al Vascello, fino al 13 aprile, la interessante piece intitolata Due passi sono,  di Carullo-Minasi, con la regia, testi ed interpretazione di Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi. Due piccoli esseri umani, un uomo e una donna dalle fattezze ridotte, si ritrovano sul grande palco dell’esistenza, nascosti nel loro mistero di vita che li riduce dentro uno spazio sempre più stretto dall’arredamento essenziale, stranamente deforme, alla stregua dell’immaginario dei bimbi in fase febbricitante. Attraversano le sezioni della loro tenera per quanto altrettanto terribile, goffa e grottesca vita/giornata condivisa. Sembrano essere chiusi dentro una scatoletta di metallo, asettica e sorda alle bellezze di cui sono potenziali portatori, ma un “balzo”, nonostante le gambe molli, aprirà la custodia del loro carillon. Fuoriescono vivendo il sogno della vera vita da cui non v’è più bisogno di sfuggire, ma solo vivere, con la grazia e l’incanto di chi ha imparato ad amare la fame, la malattia dunque i limiti dello stare. Immagine-cripta sacra, surreale e festosa, quella del loro matrimonio lì dove come in una giostra di suoni, colori e coriandoli, finiranno per scambiarsi meravigliosi propositi di poesia.

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