Due spettacoli interessanti a Roma : Quirino e Manzoni, Pirandello e Champion

Il teatro a Roma.

Teatro Quirino: Il berretto a sonagli: Torna Pirandello al Quirino, e torna con la bella interpretazione di Pino Caruso, Magda Mercatali e Loredana Solfizi ne Il berretto a sonagli, che vede anche impegnati Dely De Majo, Giovanni Guardiano, Emanuela Muni, Enzo Gambino e Giada Colonna con la regia di Giuseppe Dipasquale.La prima volta di Pino Caruso nel ruolo di Ciampa, ed è Giuseppe Dipasquale, direttore dello Stabile di Catania, a firmare la regia del nuovo allestimento de Il berretto a sonagli, coprodotto insieme allo Stabile di Palermo. Protagonista un signore della scena chiamato a scrivere il proprio nome accanto a quello dei mitici interpreti dello scrivano pirandelliano, ferito nell’onore e “schiacciato” senza rispetto per i suoi sentimenti e la sua persona.  L’ambientazione è collocata alla fine degli anni dieci del secolo scorso, gli stessi in cui vennero alla luce le due versioni della commedia, rispettivamente in lingua siciliana e italiana, quest’ultima più corrente e qui adottata. Nella lettura registica di Giuseppe Dipasquale, il relativismo pirandelliano viene analizzato fino a fare emergere uno sfaccettato prisma di punti di vista, evidenziati attraverso innovative soluzioni sceniche e una piattaforma girevole, che offre visuali cangianti. L’odierna edizione mira allo scavo dello scontro dialogico, rendendo ancor più grottesca la “scordatura” delle tre “corde” che regolano l’uomo pirandelliano: la seria, la pazza, la civile. Questa la lettura che Giuseppe Dipasquale affida all’interpretazione di Pino Caruso. «Un attore – spiega il regista – apparentemente fuori età, rispetto al quarantacinquenne Ciampa, ed invece tuttavia adattissimo per estrazione antropologica, per raffinatezza di cifra recitativa. La cosiddetta estrazione antropologica di Caruso sta tutta nel suo essere un particolare tipo di siciliano, con la sua vecchiaia che  lo incatena alla necessaria accondiscendenza verso la moglie, lo rende prismatico e sofistico, più che prometeico. Per quasi tutta la commedia, ragiona e regola l’andamento pericoloso della verità. Solo alla fine trova “la” soluzione: quella di ribaltare lo specchio della verità e fingerlo in pazzia. Solo lì Ciampa trova la sua lucciola di mago».

 

Teatro Manzoni: Il clown deve morire ? :  In scena al Manzoni un grande successo di Jean-Francois Champion, Bisogna uccidere il clown, con la regia e l’adattamento del bravo Carlo Alighiero, e con la ottima interpretazione di Carlo Alighiero, Elena Cotta, Riccardo Barbera, Raffaello Benedetti, Eleonora Godano, Fabio Frattasi e Danilo Celli. Si tratta di una riuscita metafora sul valore della vita. L’azione è condotta sul filo di una comicità, in un gioco paradossale, e sempre imprevedibile.  Il clown deve morire. Come? Perché? E soprattutto chi è il mandante?  Sin dall’inizio la commedia prende un percorso seminato da continue e divertenti sorprese che si sovrappongono e si intrecciano tra loro… senza mai scoprire cosa si nasconde dietro la risata e il naso finto del pagliaccio. Si attendono degli ospiti per passare un fine settimana nella casa che il clown abita con un amico tutto fare, un ex giocoliere. Tra i primi ad arrivare sono un giudice e sua moglie, Gabrielle , problematica e apparentemente inquieta, che però sa leggere nel cuore del clown, e stabilire con lui un rapporto umano e di ritrovato equilibrio. Arriva anche la figlia del clown, accompagnata dal suo fidanzato, funzionario di polizia. Ma già da molto tempo si aggira nella casa un giovane e inqualificabile killer.  Gli invitati inevitabilmente sono coinvolti a vivere una serata che con le sue buffonerie sembra un ultimo spettacolo circense. Ma il clown sarà poi ucciso? E quando? Signori e signore, la commedia va a cominciare, con i suoi colpi di scena e i tanti risvolti umani e toccanti che ne approfondiscono e arricchiscono la storia.

 

                                                                                                                     

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