Spettacolo

Decolla la stagione teatrale a Roma

Riprendiamo la bella abitudine delle periodiche cronache teatrali romane, con l’inizio della nuova stagione 2013-2014, che si prospetta molto vivace ed interessante, anche se piena di interrogativi e di incertezze economiche ed organizzative.

Teatro dell’Angelo “Io e Roma”. Un interessante e divertente appuntamento al Teatro dell’Angelo, in Prati: il bravissimo Gianfranco D’Angelo ci accompagna in un itinerario divertente, ironico e sornione, attraverso la cultura popolare romana: le canzoni, i sonetti del Belli, le poesie di Trilussa, e la cronaca degli usi, dei costumi, dei vizi privati e delle pubbliche virtù del popolo capitolino di ieri e di oggi. Un grande interprete in scena, attore, comico, cabarettista, romano, uno dei grandi protagonisti di Drive In, ha avuto un cane di nome Has Fidanken, è stato il primo conduttore di Striscia la notizia, in coppia con Ezio Greggio, uno dei grandi protagonisti sia della televisione degli anni Ottanta e Novanta, ci conduce in un percorso ideale attraverso le parole e i racconti, in grado di sintetizzare gli stati d’animo, le emozioni, le paure e i desideri della gente che ha popolato la “caput mundi”. Il titolo dello spettacolo, in scena fino al 20 ottobre, non poteva che essere “Io e Roma”, con sottotitolo “Vizi privati e pubbliche virtù”, scritto dai bravi G. Borrelli e V. Delle Donne; in scena il simpatico Gruppo di Musica Popolare diretto dal maestro Maurizio Francisci, la regia è di Giacomo Zito.

Teatro Argot “Corsia degli incurabili”. Al Teatro Argot a Trastevere in scena uno spettacolo scritto da Patrizia Valduga, intitolato “Corsia degli incurabili”, con la brava Federica Fracassi, con i costumi di Federica Genovesi, con le scelte musicali, luci, spazio scenico e regia di Valter Malosti, nell’ambito del progetto romano Dominio Pubblico, di Argot e Orologio. Una donna “soldato del dolore”, malata terminale, giace in una stanza d’ospedale, immobile, inchiodata su una sedia a rotelle, i capelli divenuti rampicanti; i muri scrostati e le poche luci si animano come esseri viventi, respirano, agonizzano, soffrono, amano con lei. Con determinazione la donna lancia le sue parole che si fanno, di volta in volta, invettiva, desiderio, scherno, preghiera, bisbiglio, confessione, provocazione. FedCorsia degli incurabili, pubblicato nel 1996, è un atto unico scritto in versi da Patrizia Valduga, una delle voci più significative della poesia contemporanea italiana. La monologante si esprime in una lingua che si nutre del rapporto-divario tra linguaggio alto e linguaggio basso, “qui spinto fino ad impastare in una sola ipotesi tonale gli estremi del sublime e della più trita umiliante attualità: oggetto questa di uno sdegno di matrice dantesca che la Valduga usa anche per ridare un senso e dignità di vita a ciò che i nostri esausti tempi d’impostura tendono a non considerare vita.” Per questo spettacolo Federica Fracassi è stata candidata a numerosi premi come migliore attrice italiana: ed è infatti una prova d’attrice imperdibilerica Fracassi (Premio Ubu, Menzione d’onore e Premio Eleonora Duse, Premio della Critica, Premio Olimpici del Teatro, Premio Adelaide Ristori) conduce a Milano insieme a Renzo Martinelli il progetto di Teatro i, una vera factory del teatro contemporaneo. Interprete sensibile alle nuove drammaturgie, votata alle scritture più visionarie, feroci, poetiche degli ultimi anni ha lavorato tra gli altri con Valerio Binasco e con Valter Malosti. Al Piccolo Teatro di Milano è stata la scorsa stagione Blondi, originale interpretazione del cane di Hitler, dalla trilogia di Massimo Sgorbani Innamorate dello spavento, di cui interpreterà quest’anno un secondo testo: Eva. In ambito cinematografico è stata diretta da Marco Bellocchio, Giorgio Diritti, Gabriele Salvatores.

Teatro Arcobaleno “Qui” di Frayn. Uno spettacolo da non perdere al Teatro Arcobaleno : ho avuto modo di assistere a questa delicata e coinvolgente commedia al Gianicolo in occasione della bella rassegna di Fontanone Estate, e quindi mi sento di consigliarla con assoluta certezza al pubblico romano, e non solo! Dopo il debutto all’ VIII Festival dell’Incanto (Roddi, Cn) e lo straordinario successo avuto nell’ambito del FontanonEstate, fino al 13 ottobre al Teatro Arcobaleno di Roma va in scena lo spettacolo “Qui”, con la regia del bravo Andrea Trovato.  Protagonista una giovane coppia (Andrea Trovato, Alessia Sorbello) che, dopo mille incertezze, decide finalmente di affittare un appartamento per andarci a vivere insieme. L’appartamento in questione è un piccolo monolocale di proprietà di una signora (Anna Cianca) rimasta ormai sola, tanto simpatica quanto invadente. Qui! E’ il luogo del presente, dell’istante carpito, delle scelte di vita e del quotidiano ma diventa anche il luogo dell’imprevedibile, delle paure, delle liti e dei sorrisi, un’inesauribile fonte di ricordi di vita vissuta, un libro scritto e mai completato, l’esigenza di un altrove, un eterno divenire… in una parola: un passaggio. Forse non soltanto un luogo. Come la Vita. Come il Teatro. Dal genio comico di Michael Frayn, celebre per il più noto Rumori fuori scena, un insieme deliziosamente commovente di situazioni che esplorano la complessità dell’amore e della vita di coppia nel mondo moderno enfatizzando l’umorismo che può scaturire dal “semplice” stare insieme! Lo spettacolo, avvalendosi della dinamicità, del ritmo e dello humour tipici della drammaturgia contemporanea di Frayn, offre al pubblico la possibilità di riflettere attraverso il sorriso. Repliche fino al 13 ottobre.

Teatro BelliUna stagione belli…ssima”. Carlo Emilio Lerici ha presentato la bella ed interessante stagione del Belli in una conferenza stampa molto vivace e molto partecipata: più di venti titoli in cartellone, con una vastissima offerta di generi: dal teatro di impegno sociale al dramma, passando per il grottesco, il surreale, il comico, senza dimenticare i grandi classici. Confermate anche le rassegne storiche Trend, giunta alla tredicesima edizione, e Garofano Verde, giunta addirittura alla ventunesima edizione, entrambe curate da Rodolfo di Giammarco e realizzate con il prezioso sostegno del Comune di Roma. Ad alternarsi sul palcoscenico trasteverino molte compagnie romane accanto a diverse proposte provenienti da tutta Italia. Artisti affermati e nomi meno noti. Ma soprattutto larghissimo spazio alla drammaturgia contemporanea. In scena, fra gli altri, attori come Antonio Salines, Francesca Bianco, Sydne Rome, Isabel Russinova, Riccardo Castagnari, Elena Arvigo, Elena Russo, Emanuele Salce, Luca Sandri, Carla Ferraro, Corinna Lo Castro, Valentina Martino Ghiglia, Silvia Siravo, Nunzia Greco, Evelina Nazzari, Piergiorgio Fasolo, Gian Franco Phino, Patricia Vezzuli, Francesco Branchetti, Mino Manni. A dirigerli registi come Carlo Emilio Lerici, Ferdinando Ceriani, Giuseppe Venetucci, Alida Mancini, Claudio Boccaccini, Marco Calvani, Alberto Oliva. Fra gli autori si va dai classici come Dostojevski, a cui si possono aggiungere a pieno titolo Dario Fo e Franca Rame, Simone de Beauvoir e il trio Gaber-Luporini-Simonetta, per arrivare ai contemporanei Sarah Kane e Bryony Lavery per la drammaturgia inglese, Jean Dell e Gerald Sibleyras dalla Francia, Gloria Kellett dagli USA, Stefan Zweig dall’Austria, e dall’Italia Guardigli, Verasani, Galli, Branchetti, Falleri, Jattarelli.

Teatro Vascello, Ettore Petrolini “Il Padiglione delle meraviglie”, scritto da Ettore Petrolini nel 1924, è una delle opere teatrali più amare e crudeli del grande attore e drammaturgo romano. In un atto unico in due quadri, l’autore fa rivivere l’ambiente che l’ha visto nascere all’arte: quella piazza Guglielmo Pepe di Roma, piena di baracconi e variegata umanità – imbonitori, lottatori, maghi, trasformisti –  dove il grande comico, poco più che adolescente, si esibiva come donna sirena.  Lalli gestisce, assieme alla moglie Zenaide, Il padiglione delle meraviglie, nel quale egli presenta le sue attrazioni: Amalù il selvaggio, Elvira la sirena e i lottatori Tigre e Calligola. Tiberio è l’imbonitore del carrozzone, ma sta passando un periodo buio perché lasciato da Elvira, la quale ha una relazione con il Tigre. Inizia lo spettacolo ed ognuno presenta il suo numero. Giunto il momento del Tigre, Lalli esorta il pubblico a sfidarlo in un incontro di lotta. Come sfidante si propone però Tiberio, disposto a tutto pur di riconquistare Elvira. Inizia la lotta, che si capisce immediatamente non essere una finzione. L’epilogo assume le tinte del dramma. Il Padiglione è il trionfo della parola e del corpo, di sfide reali o simulate, di serragli di uomini e donne ‘mostruosi’ che, come mezzo primario di sopravvivenza, si offrono al famelico bisogno di stupore e spaesamento del pubblico. Tiberio, Lalli, Sirena Tigre, Amalù, Zenaide, Evelina, sono i personaggi di un mondo ammaliatore e ipnotico, ma anche  precario ed emarginato, intriso di un carattere cruento, in cui i sentimenti primari prendono il sopravvento sopra ogni convenzione sociale. Gli attori si muovono in un luogo dai confini incerti,  al cui centro troneggia, unico punto fermo, unica certezza,  il Padiglione delle Meraviglie.  All’interno del grande velario disegnato da Stefania Battaglia accadono cose che non possiamo guardare con chiarezza, ma solo immaginare. Il Padiglione è il luogo della sorpresa. Buio e luce, silenzio e clamore si alternano. Divertimento e paura  fanno a gara nel prendere il sopravvento. Quando l’involucro si apre, tutti possono vedere e allora è lì che sorgono gli interrogativi più difficili. Non sappiamo e non possiamo dare risposte certe a quelle domande che sembrano volerci scuotere da un pericoloso torpore.

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