Concluso l’AFI FILM FEST

AFI FILM FEST si è concluso con il Gala per il film dei fratelli Joel e Ethan Coen “Inside Llewyn David”.
La storia si concentra in una settimana vissuta da un giovane cantante folk durante gli anni 60 nel Greenwich Village.
Sul red carpet sono passati alcuni attori del film: Oscar Isaac ( Llewin) , John Goodman, Justin Timberlake, Stark Sands, Helen Hong, inoltre T-Bone Burnett, John Savage, Kang Yi-Kwan, la direttrice del AFI FEST Jacqueline Lyanga.
Sono stati annunciati i vincitori del AFI FILM FESTIVAL in una cerimonia tenutasi nel leggendario Roosvelt Hotel, quartier generale dell’AFI durante il festival.
AFI Fest. Afi Film Fest director Jacqueline Lyanga, GRAND JURY AWARDS, LIVE ACTION E ANIMATED SHORT
L’ Academy of Motion Picture Arts and Sciences riconosce vincitori AFI FEST Grand Jury Award: Live Action Short Film
BUTTER LAMP (diretto da Hu Wey)
Animated Short
THE PLACES WHERE WE LIVED( diretto da Bernardo Britto)
NEW AUTEURS CRITIC’S AWARD
NOTHING BAD CAN HAPPEN (diretto da Katrin Gebbe)
AUDIENCE AWARDS
World Cinema
THE ROCKET. DIR Kim Mourant. Australia.
New Auteurs
THE SELFISH GIANT. DIR Clio Barnard. UK.
American Independents
(Award accompanied by a $60,000 grant from Panavision)
WE GOTTA GET OUT OF THIS PLACE. DIR Zeke Hawkins, Simon Hawkins. USA.
Breakthrough
(Award accompanied by a $5,000 cash prize)
B FOR BOY. DIR Chika Anadu. Nigeria.
La direttrice del AFI FEST, sul red carper del Gala di chiusura ha detto: “Siamo veramente soddisfatti del nostro team e Festival. Ho la responsabilità di selezionare i film che proponiamo nelle varie categorie, essere presenti ai festival per segnalare i film in concorso meritevoli, organizzare il nostro programma e scegliere i registi ospiti. Agnes Vardà è stata scelta quest’anno, l’anno scorso è stato invitato Bernardo Bertolucci, che all’AFI 2013 ha presentato in anteprima il suo “Ultimo Imperatore” in 3D.
Tra i film che hanno partecipato all’AFI FEST per la categoria World Cinema, vogliamo segnalare alcuni film che sono stati selezionati per concorrere alle nominations come best foreign language film:” Gabrielle” ( Canada) “ Gloria”( Cile) “ Child’Pose”( Romania) “ In Bloom” (Georgia) “Heli” (Messico) “The Rocket” ( Australia) “ Juvenile Offender” ( Corea del Sud) “Omar”(Palestina) “ Bethehlem”(Israele) “The Great Beauty” (Italia) “My Dog Killer” (Slovak Republic).
Abbiamo intervistato Louise Archambault la regista del film “Gabrielle”e la giovane attrice Marion-Rivard . Il film racconta il dramma di una giovane ragazza con la sindrome di Williams, una rara malattia neurologica. Gabrielle ha una spiccata gioia di vivere ed eccelle nel canto. Nel centro ricreativo che frequenta, nel coro dove cantano, ha conosciuto un ragazzo. I due si innamorano e questo crea paure nei parenti. L’impossibilità di essere accettata se non come”‘diversa”, impone a Gabrielle di sfatare tali pregiudizi. “Com’è nata l’idea del Film e come ha incontrato Marion-Rivard?”- abbiamo chiesto a Archambault- “È una lunga storia. Ho visto un’esibizione teatrale dove lavorava un ragazzo disabile, molto bravo, che frequentava il Centro Ricreativo in cui insegnano professionalmente canto, danza e recitazione. Questo mi ha dato l’idea per scrivere questo film. Li ho incontrato Marion-Rivard bravissima nel cantare ed essendo perfetta per la mia storia. Inoltre Marion aveva l’energia e l’entusiasmo richiesti , infatti è riuscita a dare vita al mio personaggio esattamente come io desideravo. Ho impiegato cinque anni per completare il progetto ma abbiamo avuto, per il budget ridotto, solo 28 giorni per girare, perciò si doveva lavorare velocemente. Non è stato semplice. Con Marion ho dovuto creare un rapporto di fiducia perchè lei riuscisse a superare le difficoltà che il personaggio richiedeva. A volte con calma sono riuscita a spronarla a dare il meglio di se stessa nei momenti si sentiva in difficoltà. Il risultato direi è stato soddisfacente e il suo amore per la vita lo vediamo nel film.”- Chiediamo a Marion-Rivard- “ Cantante e attrice cosa ci puoi dire?” “ È stata un’esperienza magica, recitare, cantare, mi sono molto divertita anche se è non è stato così semplice il mio personaggio da interpretare. Ora sono ad Hollywood, chi l’avrebbe mai detto! Luci, fotografi … è bellissimo, molto divertente …”
I registi di “In Bloom”( Georgia) Nana Ekvtimishvili e Simon Grass, che nell’Afi FEST hanno concorso per la categoria New Auteurs, ci hanno detto che sono al loro primo film e la storia ricalca le memorie della regista cresciuta nel periodo del cambiamento nel 1992 a Tiblilisi dopo la caduta dell’Unione Sovietica attraverso le protagoniste di quattordici anni. Le loro diverse culture e origini, lei della Georgia e lui Americano, li hanno aiutati a lavorare meglio sulla storia e girare il film.
“Omar”(Palestina) è diretto da Hany Abu –Assad. “Io voglio dividere le esperienze di vita vera, le sensazioni che molti non conoscono nel conflitto tra Palestinesi e Israeliani.”- ci ha detto il regista- “ Il mio film, dunque, vuole spiegare questo attraverso la storia tragica di Omar, un giovane Palestinese (Adam Bakri) della West Bank pronto a scavalcare il muro di divisione per raggiungere gli amici Tarek e Amjad e poter incontrare la sorella di Tarek di cui si è inamorato. Purtroppo, il trio uccide un soldato israeliano ed Omar viene catturato e da lì inizia un percorso doloroso che lo porterà a rivedere le certezze dei suoi sentimenti. La relazione tra i due diventa tragica per le bugie della ragazza. Se in un rapporto la fiducia viene distrutta, le conseguenze, specialmente in questa storia, diventano tragiche. Il film ha molti primi piani che uso per esternare maggiormente le sensazioni degli attori. Bakri l’ho scelto attraverso le varie audizioni,. L’ho trovato perfetto per la parte, molto espressivo e rispondeva bene alle mie esigenze del personaggio che doveva interpretare. Abbiamo fatto molte prove dovendo girare scene anche violente. Tutti gli attori hanno fatto un buon lavoro, essendo il film complesso con molte reazioni emotive. Specialmente per Omar. Ho ricevuto degli aiuti finanziari palestinesi per poter girare il film. Sono soddisfatto del lavoro fatto. Il film ha ricevuto consensi e rappresenterà la Palestina nella selezione agli Oscars come film in lingua straniera.
Kang Yi-Kwan ci ha concesso un’interessante intervista per parlarci del suo film “Juvanile Offender” ( Korea del Sud). Il film racconta di un giovane ragazzo orfano cresciuto dal nonno. Preso dalla polizia per aver rubato, viene rinchiuso in una prigione per ragazzi. Rilasciato scopre d’avere ancora una madre ed il film sviluppa emotivamente il difficile rapporto tra madre e figlio. Come nasce l’idea della storia? “Mi sono sempre interessato del crimine giovanile, su come e perché si mettevano nei guai e come venivano rieducati nelle carceri giovanili. Ho iniziato perciò a visitare i dipartimenti di polizia della Corea, i tribunali, le carceri di detenzione dei giovani, le scuole. Ho fatto ricerche per cinque mesi poi visitando una prigione giovanile ho visto che il sistema scolastico delle scuole non differiva molto da quelle “normali”. I ragazzi vestivano tute da ginnastica o jeans, così ho pensato che il sistema non era così diverso dai miei tempi. Ho pensato allora di creare una storia che si svolgesse durante la mia gioventù e raccontasse di un ragazzo finito in un riformatorio. Come ha trovato l’attore protagonista Seo Young-Ju? “Non è stato facile per me trovarlo in quanto il ragazzo avrebbe dovuto avere 14 anni. Purtroppo in Corea le madri spingono i piccoli a studiare recitazione e lavorare in cinema, teatro e televisione dopo aver terminato le scuole medie, equivalenti alle vostre superiori, perché preferiscono che i ragazzi studino. È difficilissimo trovare degli attori di quell’età per cui ho dovuto muovermi nelle scuole e chiedere agli studenti se volevano fare un’audizione. Dopo averne provinati 500, ho trovato il protagonista.”Ha trovato difficoltà anche per la scelta della madre? “È stata un’altra battaglia riuscire ad avere l’attrice giusta. In Corea poche attrici vogliono interpretare la parte di una single- madre perchè pensano di essere considerate troppo “vecchie” per cui sembrava impossibile trovarne una. Finalmente è arrivata dalla Cina Lee Jung. In tre giorni ci ha raggiunti ed è stata felicissima d’ interpretare la parte di una giovane madre.” “Come ha pensato di gestire il momento dell’incontro tra madre e figlio?” “ Mi sono ricordato di un episodio ripreso dalla televisione 30 anni fa quando ero ragazzino, l’incontro tra familiari della Corea del Nord e quelli del Sud dispersi per la guerra che non si erano più rivisti e pensavano fossero stati uccisi. Dopo dieci anni si ritrovavano. Quelle lacrime, gli abbracci e le emozioni che provavano mi sono rimaste impresse. Ho dunque pensato di far si che l’incontro tra madre e figlio avesse due reazioni opposte. Il figlio interiorizzava, anzi gli ho chiesto di seguire naturalmente il suo istinto. Lui si sentiva d’essere in stato di dubbio, i suoi pensieri lo portavano a chiedersi “perchè mia madre mi ha lasciato?” La madre, al contrario, ho preferito esternasse in lacrime le emozioni per il figlio ritrovato. Inoltre quella scena era prevista per il primo giorno di lavoro dell’attrice sul set per cui era veramente emozionata! Sono stato molto soddisfatto dell’interpretazione degli attori.” “C’è forse una domanda che nessuno le ha fatto o a cui lei vorrebbe rispondere?” “Vorrei dire che a differenza della maggior parte di registi coreani impegnati in film d’azione, io faccio l’opposto, preferisco girare storie drammatiche … forse per questo il mio film in lingua straniera e stato scelto per rappresentare la Corea alla selezione degli Oscars.”
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