Honey Boy

Dalla nostra corrispondente da Los Angeles, Stella S..

Los Angeles, 19 ottobre 2019 – Sono passati parecchi anni dall’intervista a Shia LaBeouf, mentre ci spiegava come il cinema lo avesse salvato. Era il 2007 e lui , ancora incredulo d’essere protagonista nel film “Disturbia“, si presentava con la semplicità di giovane ragazzo proiettato nella carriera d’attore apertaglisi come per magia.
Se ci penso sorrido in quanto avendolo visto nel film “Disturbia” la sera precedente, essendo entrambi in ascensore gli dissi “Mi pare d’averla già incontrata, si sa, gli attori, di persona, a volte non si riconoscono!! La certezza l’ebbi al round table per le interviste”.
LaBeouf non si esponeva alla domanda “Lei lavorerà con Spielberg nel suo prossimo film “Indiana Jones and the kingdom of the Crystal Skull ?”. Interpretò quel film. La sua carriera sembrava inarrestabile, purtroppo qualcosa di troppo si è inserito nella vita del giovane attore.
Il cinema lo ha risalvato, allora già ci spiegava dei problemi avuti in famiglia con il padre, delle dipendenze nelle quali anche lui benchè non volesse o le conoscesse ci è cascato e la sua esperienza di vita l’ha portato risalendo la china a scrivere una sceneggiatura vera perchè vissuta, sofferta. Una storia di sentimenti di dolore , il rapporto con il padre, lui lo interpreta affiancato da un giovane attore, Noha Jupe, diretti da Alma Har’el, la 43enne regista israeliana di nascita, dai capelli ricci rosso fuoco come la sua personalità..
LaBeouf le ha presentato il suo lavoro, aveva capito vedendo il documentario da lei diretto “Bombay Beach” vincitore del Tribeca film festival del 2011, d’aver incontrato una regista di talento, senza peli sulla lingua capace di dire come sia importante offrire lavoro alle donne impegnate nella regia, evitando di affiancarle sul set per fare esperienza con registi di nome.
Date lavoro alle giovani donne, Har’el non si stanca di sottolinearlo. Siamo in una nuova era, i giovani vogliono storie vere, le prospettive cinematografiche stanno cambiando.
La risalita di LaBoeuf ha dato l’opportunità a Har’el di presentare il suo primo lungometraggio dopo anni di lavoro indefesso, per riuscire a dimostrare il suo talento riconosciutogli nuovamente al Festival di Sundance, preminadola per la miglior regia di “Honey Boy“, il film accolto con applausi e consensi dal pubblico e critica e che verrà presentato ad Hollywood il 7 novembre.
Sarà un film da non perdere per due vincitori, un attore e una regista .

Trailer https://www.youtube.com/watch?v=5RR8WTQzwSk

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