Donald Trump ha ordinato che due sottomarini nucleari USA si avvicinino alla Russia, in risposta alle “idiote e incendiarie” dichiarazioni di Dmitry Medvedev, ex presidente russo. L’escalation verbale, culminata (per ora) in una mossa militare, segue un botta e risposta tra i due che ha toccato il tema di una possibile guerra nucleare. La decisione del tycoon, annunciata il 1° agosto 2025, deriva dal timore che le parole di Medvedev possano trasformarsi in qualcosa di più serio. O è una questione d’immagine. Ma come si è arrivati a questo punto di tensione?
Scontro social
Tutto è partito da un post su X (ex Twitter) di Dmitry Medvedev del 28 luglio, in cui l’attuale vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa criticava il “gioco di ultimatum” di Washington nei confronti di Mosca. Medvedev aveva avvertito che “ogni ultimatum alla Russia è un passo verso la guerra” con gli Stati Uniti, commentando l’intenzione di Trump di ridurre il tempo concesso a Mosca per raggiungere la pace con l’Ucraina da 50 a 10-12 giorni. Aveva anche consigliato a Trump di non seguire le orme di “Sleepy Joe” (riferendosi a Joe Biden), e aveva specificato che “la Russia non è Israele e nemmeno l’Iran”.
Reazione di Trump
A inasprire i rapporti è stata la minaccia di Washington di imporre dazi aggiuntivi fino al 100% come sanzione secondaria a Paesi come India e Cina, che continuano ad acquistare idrocarburi dalla Russia. Poco dopo, Trump ha annunciato che l’India avrebbe pagato “un dazio del 25%, più una penale aggiuntiva a partire dal primo agosto” per i suoi rapporti militari ed energetici con la Russia.
Su Truth, il suo social media, Trump ha rincarato la dose nei confronti di India e Russia, suggerendo che avrebbero fatto “crollare insieme le loro economie ormai morte”. Rivolgendosi direttamente a Medvedev, lo ha definito un “ex presidente fallito della Russia che si crede ancora presidente“, e lo ha avvertito di “stare attento a come parla”, poiché stava entrando in un “territorio molto pericoloso”.
Replica di Medvedev
L’ex presidente russo non ha tardato a rispondere all’attacco diretto. Medvedev ha scritto sui social che “se un presidente degli Stati Uniti, per quanto formidabile, reagisce così nervosamente a certe parole di un ex leader russo, significa che la Russia ha ragione su tutto e andrà per la sua strada”. Ha anche deriso i commenti di Trump sulle “economie morte”, ricordandogli “i suoi film preferiti sugli zombie” e alludendo al pericolo del sistema di ritorsione nucleare noto come “mano morta” – un sistema che, secondo gli analisti, permetteva a Mosca di lanciare missili nucleari in caso di attacco alla sua leadership.
Sottomarini
Dopo la risposta di Medvedev, è arrivata la mossa militare di Trump. “Sulla base delle dichiarazioni altamente provocatorie dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, ora vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Federazione russa, ho ordinato il riposizionamento di due sottomarini nucleari in zone appropriate, nel caso in cui queste dichiarazioni insensate e provocatorie fossero più di questo”, ha scritto il presidente americano su Truth. “Le parole sono molto importanti e spesso possono portare a conseguenze indesiderate. Spero che questo non sia uno di quei casi”, ha aggiunto. La situazione rimane tesa, e si attende ora la reazione di Medvedev.
Analisi del contesto
In generale, quando un esponente di un Paese come la Russia fa riferimento a capacità militari strategiche come i missili atomici, può essere interpretato in diversi modi a seconda del tono e del contesto:
- Avvertimento o Deterrenza: Potrebbe essere un tentativo di scoraggiare azioni percepite come ostili da parte di altri Paesi, ribadendo la propria potenza militare.
- Escalation Retorica: Potrebbe indicare un innalzamento del livello di tensione verbale, spesso utilizzato in periodi di crisi o forte disaccordo politico.
- Minaccia Velata: In alcuni casi, tali affermazioni possono essere percepite come una minaccia implicita, volta a esercitare pressione o a intimidire.
Come deterrente
Il dispiegamento di sottomarini nucleari, in particolare, è una mossa che simboleggia una capacità di deterrenza e di proiezione di potenza significativa, inviando un messaggio chiaro sulla volontà degli Stati Uniti di proteggere i propri interessi e di rispondere a potenziali minacce.