TERREMOTI, impariamo a conoscerli 2 – C’è aria da terremoto?

Sfatiamo le credenze

Roma, Sabato 6 Aprile 2019- Prosegue, ad intermittenza come fanno i terremoti, la rubrica di informazione di “attualita.it”  sul rischio sismico, introdotta ad inizio anno (https://www.attualita.it/notizie/scienza/terremoti-impariamo-a-conoscerli-37368/) ; https://www.attualita.it/notizie/scienza/terremoti-impariamo-a-conoscerli-1-terremoti-tra-memoria-e-prevenzione-37523/)

Oggi, nel decennale del sisma aquilano, un piccolo contributo informativo per contrastare credenze e falsi miti, purtroppo ancora oggi radicati nella nostra società, indipendentemente dall’estrazione sociale e dal livello culturale delle persone.
Nelle attività divulgative svolte da chi scrive presso molte scuole primarie e secondarie, la prima diapositiva è dedicata a “L’aria da terremoto”. Chi viene dal XX secolo sicuramente avrà un ricordo di un anziano di famiglia che, in giornate di afa estiva, con cappa di grigiore e senza un alito di vento, etichettava così quelle condizioni meteorologiche, con fare profetico.
Lasciando intatta la memoria e l’affetto che ci lega ai nostri nonni – la cui infanzia difficile nel periodo della Grande Guerra magari non gli aveva consentito, con loro rammarico, un’istruzione adeguata- è necessario archiviare questa credenza popolare.
I terremoti sono espressione di forze interne alla Terra.
L’Italia, in particolare, è un paese geologicamente giovane, situato in un settore complesso del Pianeta, al confine tra le enormi zolle (o placche) litosferiche africana ed eurasiatica, il cui movimento relativo è governato da energie immense. Nelle fasce di contatto tra gli enormi “zatteroni” di materiale roccioso (cioè la litosfera, costituita dalla crosta, il più esterno dei gusci concentrici che formano la struttura terrestre e la parte superiore, rigida, del sottostante mantello) si concentrano sforzi incommensurabili, dovuti alla convergenza tra due zolle adiacenti in movimento lento, ma costante, sul sottostante mantello a comportamento plastico, in tempi geologici lunghissimi.
Il tempo meteorologico attiene invece alle dinamiche dell’atmosfera, l’involucro gassoso che avvolge il Pianeta. Il motore dei flussi di aria, nei vari gusci concentrici che compongono l’atmosfera, è in primo luogo l’energia radiante che proviene dal Sole e che la Terra riceve mentre compie i suoi incessanti movimenti di rotazione sul proprio asse e di rivoluzione attorno alla stella del Sistema Solare.
Nessuna influenza reciproca può esserci tra la sfera gassosa che ci isola dallo spazio cosmico e il globo terrestre, allo stato solido nella sua parte più esterna. Sono due mondi separati che si muovono ognuno per conto suo.
I terremoti si generano a profondità da pochi chilometri fino a qualche centinaio, e la litosfera se ne infischia se in superficie piove o fa caldo, nevica o c’è vento.
Gli agenti atmosferici hanno solo influenza sulla superficie terrestre, pellicola sottilissima che funge da interfaccia. Tutto qui. L’argomento è archiviato.

Per chiudere, un commento alla foto che accompagna questo articolo, scattata ad Onna, frazione de L’Aquila, l’8 aprile 2009. A 36 ore dalla scossa principale, mentre si installava il campo per gli sfollati, l’aria da terremoto purtroppo c’era davvero, con o senza cielo grigio.
Da tutta la redazione di Attualita.it, guidata dal Direttore Salvatore Veltri, un forte abbraccio agli amici abruzzesi.

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