Queimada Grande, l’isola dei serpenti

Si trova al largo delle coste del Brasile e ospita un incredibile numero di serpenti velenosi.

A vederla dall’aereo, sembra un piccolo paradiso incastonato nell’Oceano Atlantico, a 40 chilometri da San Paolo, in Brasile. L’approdo ideale di ogni Robinson Crusoe. Ma se c’è un posto al mondo dove non conviene naufragare è proprio Queimada Grande, l’isola che, secondo lo Smithsonian Institute, ospita tra i 2.000 e i 4.000 serpenti velenosi su una superficie di poco più di 4.000 metri quadrati.

Soprannominata comprensibilmente snake island (l’isola dei serpenti) vanta un poco invidiabile primato: è l’habitat naturale del ferro di lancia dorato (Bothrops insularis), un crotalo considerato tra i serpenti più pericolosi al mondo, visto che il suo veleno potenzialmente può uccidere una persona in meno di un’ora ed è mortale nel 7% dei casi (senza contare che un’altro Bothrops è responsabile del 90% dei morsi in tutto il Brasile). Questo spiega perché l’isola sia fonte di numerose leggende e storie paurose che si tramandano tra i pescatori della costa.

Qualcuno per esempio sostiene che i serpenti siano stati introdotti sull’isola dai pirati per proteggere il loro oro. Ma la verità è probabilmente un’altra: Queimada Grande ha iniziato a popolarsi di serpenti circa 11.000 anni fa, quando era ancora collegata alla terraferma, prima cioè dell’innalzamento del livello del mare. L’incredibile proliferazione del ferro di lancia dorato è dovuta al fatto che non ha predatori naturali sull’isola. Gli unici animali che la visitano sono gli uccelli migratori, e in ogni caso sono i loro nidi a essere predati visto che i serpenti di Queimada sono scaltri cacciatori arboricoli.

L’isola e il ferro di lancia sono oggetto di studio, ma in modo controllato: il governo brasiliano controlla infatti rigorosamente gli accessi all’isola. La marina militare vi fa una tappa annuale per la manutenzione del faro, ma Queimada Grande non è certo incontaminata: è frequentata da bracconieri, che catturano i serpenti e li vendono sul mercato nero a prezzi tra i 10.000 e i 30.000 dollari.

Eppure, nonostante la fama, Queimada rappresenta qualcosa in più per la comunità scientifica: alcuni ricercatori ritengono che il B. insularis possa salvare la vita di molte persone. In un’intervista a Vice.com, Marcelo Duarte del Butantan Institute, il centro che studia rettili velenosi per uso farmaceutico, ha illustrato il potenziale di questo serpente: il suo veleno si starebbe rivelando un prezioso alleato nella creazione di farmaci contro malattie cardiache e della circolazione.

 

fonte focus.it

 

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