Calcio

Ferrari Flop, Calcio Shock, Tennis Hot

Roma, 29 aprile 2019 – Non basta nello sport essere belli. Avere i migliori muscoli oppure, se si tratta di Formula Uno, disporre del migliore motore, ovvero quello della Ferrari SF90.
Per imporsi ci vuole qualcosa in più in termini di organizzazione strutturata come, ad esempio, quella tedesca della Mercedes.
È ormai dall’inizio della stagione, dal Gran Premio di Australia che, per una ragione o l’altra l’Italferrari fa buchi nell’acqua mentre la Mercedes regolarmente ne trae profitto.
A Baku la Mercedes ha infilato la quarta doppietta consecutiva con Bottas primo ed Hamilton secondo. Vettel solo terzo e Leclerc quinto.
Eppure anche in Azerbajian la Ferrari era la più bella. Tant’è che il giro piu veloce l’ha fatto registrare proprio il giovanissimo pilota monegasco Leclerc, al penultimo giro.
Per essere competitivi al massimo livello non basta disporre di piloti (Leclerc-Vettel ) che valgono perlomeno Hamilton Bottas; non basta rimuovere da Direttore Tecnico Maurizio Arrivabene (caro a Marchionne), per promuovere Mattia Binotto, caro al Presidente John Elkann. Occorre una gestione più attenta ai dettagli di qualifica e
gara; quella che ancora latita a Maranello. Le debacle della Rossa infatti nascono spesso già nelle qualifiche quando come a Baku si sbaglia nella scelta delle gomme senza tenere conto delle reali condizioni ambientali, conseguenza dei ritardi provocati dall’incidente dell’esplosione di un tombino. La Ferrari ha scelto le gomme medie (gialle), la Mercedes le soft (rosse). I guai sono nati tutti qui! Il giovane Leclerc, brillantissimo alla prima tornata di qualifica Q1 che, tradito dalle gomme, finisce contro il muro in curva – ma riesce a qualificarsi come ottavo in virtù del tempone già fatto registrare mentre Vettel, anche lui nei pasticci per la gomma gialla, si qualifica al Q2 solo per il rotto della cuffia e non in prima fila.
Al contrario, la qualifica della Mercedes è un vero capolavoro di gioco di squadra. Azzeccata la gomma soft, per annullare la superiorità del motore Ferrari, si permette anche di sfruttare la scia di Hamilton – già sicuro del miglior tempo- per inserire anche
Bottas in prima fila. La conformazione di un circuito cittadino come quello di Baku non
consente, infatti, sorpassi a vetture di pari potenza. Le Mercedes partono prime, perciò, ed arrivano prime. Terzo è Vettel come da ordine di partenza; quarto Verstappen, come da qualifiche. Nota consolanti: per Charles Leclerc la conferma di un pilota davvero fuori serie; così come la capacitò dei tecnici Ferrari di riallestire una vettura sfasciata in tempi record, di risalire dalla nona alla quinta posizione , ma soprattutto di conquistare l’alloro del Giro più veloce. La delusione in Casa Italia, comunque, è grande. Quando terminerà questa sciagura? Quando i risultati saranno in linea con le giuste aspettative’?

A proposito di aspettative tradite e di responsabilità impunite, cambiando sport viene immediatamente in evidenza quanto accaduto nei due posticipi domenicali della Serie A calcistica. Cioè i danni provocati da decisioni arbitrali a dire poco avventate, specie in Sampdoria-Lazio.
Spettacolo tradito dall’arbitro napoletano Maresca che all’ultimo minuto del primo tempo – con la Lazio in vantaggio di due reti – non ha trovato meglio da fare che espellere il doriano Gaston Ramirez, per doppia ammonizione a seguito di un fallo su Lucas Leiva che ha visto probabilmente soltanto lui.
Un abbaglio certamente. Può accadere a chiunque! Anche se ormai sono a portata misure per verificare l’accaduto e correggersi eventualmente poiché le conseguenze in certi casi sono palesemente pesanti e provocano danni che non riguardano soltanto gli interessi privati dei contendenti, ma riguardano terzi come decine di migliaia di spettatori allo stadio o milioni di teleutenti che pagano per uno spettacolo adulterato da una decisione arbitrale determinante a prescindere dalla sua opportunità.
Sampdoria-Lazio con i padroni di casa in 10 e sotto per 2-0, nel secondo tempo è stata tutta un’altra partita che quella del primo tempo. È stata una gigantesca melina che la Lazio (spudoratamente e troppo cinicamente) ha svolto a difesa di un successo pieno senza rischi eccessivi. Minuti e minuti di possesso palla sterile che poteva anche rivolgersi contro.
Anche l’espulsione di Romagnoli in Torino-Milan – sul 2-0 per i granata che ha lasciato il Milan in 10 – ha inciso sullo svolgimento della partita, ma in maniera meno vistosa perché i granata non hanno approfittato per fare melina, preferendo sportivamente rispettare avversari e spettatori e continuando a giocare con intensità. Pure le modalità dell’espulsione da parte dell’arbitro Marco Guida sono state diverse perché imbeccata dal VAR che aveva notato gli applausi di Romagnoli.
Il problema comunque, non è quello relativo alle formalità dell’accaduto, se i provvedimenti siano stati giusti o sbagliati bensì il mero concetto di responsabilità.
Si può sbagliare, ma chi sbaglia deve pagare. Questo è il diritto. L’impunità non può esistere. La forma diventa sostanza, a prescindere dai gusti. Perché ne va di mezzo l’interesse collettivo che non è solo sportivo.
Il problema è un altro se l’arbitro sbaglia come paga? Questo è il punto dolens perché in teoria lui è un dilettante che la domenica si sacrifica per dirigere 22 persone che giocano a pallone. No. Non è così. Un arbitro. di serie A come quelli di cui si sta
parlando, sono in realtà superprofessionisti che incamerano centinaia di migliaia di euro all’anno. Non fanno favori alla collettività ma solo a sé stessi. Perciò l’unico modo per sanzionarli ed obbligarli ad una coscienza meno disinvolta, è quella di colpirli nella tasca. Dunque trattarli pienamente come professionisti Così come capita ad
altri giudici di gara di altri sport professionisti nel vero senso della parola. Un mese di sospensione sono migliaia di euro in meno incamerati. Il sistema, però, non garantisce il rispetto di questo principio sacrosanto. Sotto questo aspetto ci si aspetterebbe, infatti, che chi la domenica ha sbagliato – magari per mera protervia – non lo ritrovassimo la domenica successiva di nuovo in campo – o in cabina Var , o come terzo uomo a bordo campo – a guadagnarsi il suo bel gruzzoletto. In qualche modo risarcendo gli ingenui che vanno allo stadio od accendono la TV per seguire un sano spettacolo sportivo
saggiamente ed equamente gestito.
Comunque, mentre il calcio tira dritto fra sane polemiche ed aspettative più varie – tingendosi di azzurro per le ventate di freschezza apportate da Roberto Mancini che oggi raduna i suoi talenti per verificare lo stato delle cose e migliorare il rendimento
collettivo – il grande sport italiano continua a raccogliere allori e consensi in una disciplina che per anni ha dormito , perlomeno a livello maschile.

Il tennis. Dopo le gesta di Fabio Fognini – che ha spodestato Rafael Nadal dal trono della Terra Rossa a Montecarlo – ieri è stata la volta di Matteo Berrettini a vincere il suo secondo torneo internazionale, l’ATP 250 di Budapest. Il 23enne tennista romano ha sconfitto nettamente in 3 set il serbo Filip Krajinovic 4/6, 6/3, 6/1, insediandosi in trentasettesima posizione nel ranking ATP.
A Budapest lo scorso anno aveva vinto Marco Cecchinato attualmente al numero 17 della graduatoria mondiale.
Con loro, con un Fognini numero 12 al Mondo, con Seppi, Sonego, Fabbiano in ottima evidenza, gli Internazionali di Roma in programma dall’11 maggio al Foro Italico, nascono davvero sotto i migliori auspici nel segno finalmente di un italiano dopo i Pietrangeli, i Panatta, i Barazzutti. I Bertolucci, i Zugarelli.
Parliamo di Fabio Fognini il ligure dal braccio d’oro.

Giacomo Mazzocchi

Giacomo Mazzocchi, giornalista professionista, è stato capo redattore di TuttoSport, capo della redazione sportiva di Telemontecarlo, direttore della comunicazione della Federazione Mondiale di Atletica Leggera e direttore della comunicazione della Federazione Italiana Rugby. Vanta una vasta esperienza suddivisa fra giornalismo scritto e video con direzione e gestione di giornali, pubblicazioni, redazioni televisive, telecronache, conduzioni e partecipazione televisive. Cura l'organizzazione e produzione tv di eventi e uffici stampa
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