Scoperto il comportamento anticonformista degli scarafaggi

Gli insetti potrebbero avere una vita più ricca (e simile alla nostra) di quanto crediamo.
Gli scarafaggi non godono di buona fama e sono – spesso a torto – considerati solo animali infestanti, sporchi e vettori di malattie, ma il nuovo studio,  “Group personality during collective decision-making: a multi-level approach” pubblicato su Proceedings of the Royal Society B da un team dell’Université libre de Bruxelles (Ulb) potrebbe cambiare la loro immagine e questi “insetti gregari” potrebbero insegnarci molto su come i gruppi abbiano un approccio decisionale collettivo.
Secondo i ricercatori guidati da Isaac Planas-Sitjà, i processi decisionali collettivi emergono dai social feedback networks  all’interno di un gruppo. Molti studi sul comportamento collettivo tendono a sottovalutare il ruolo della personalità individuale e, di conseguenza, la personalità è raramente analizzata nel contesto delle dinamiche collettive. Lo studio espone le prove di comportamenti che dimostrano personalità in un insetto gregario come lo scarafaggio americano (Periplaneta americana), caratterizzato, appunto, da una personalità collettiva a livello di gruppo.
I ricercatori belgi segnalano inoltre  che, nei tre trials durati una settimana,  gli individui all’interno dei gruppi hanno esibito consistenti  tratti di personalità, sia per quanto riguarda le probabilità di trovare un riparo che per il tempo necessario per farlo. Inoltre, la personalità del gruppo, che nasce dalla sinergia tra la distribuzione dei profili comportamentali nel gruppo e le amplificazioni sociali, è influenzato dalla dinamica di riparo. Tuttavia, grazie alla sua robustezza, la personalità non ha influenzato la probabilità del gruppo di raggiungere un consenso.
Per provare le interazioni sociali degli scarafaggi, il team dell’Ulb ha sviluppato un nuovo metodo statistico che secondo i ricercatori sarà utile per la ricerca futura sui tratti della personalità ed il comportamento di gruppo, permettendo di individuare le circostanze in cui particolari composizioni di gruppo possono migliorare la forma fisica degli individui in una specie gregaria.
Quando Planas-Sitja, un ecologista comportamentale, e il suo team hanno cercato di studiare il comportamento di gruppo hanno pensato subito agli scarafaggi americani perché questi insetti non hanno leader, sottoposti o “caste”, quindi la personalità di un singolo insetto può emergere nel contesto di gruppo. Come spiega lo stesso Planas-Sitja, «Sono tutti indipendenti, anche se sono gregari» ed aggiunge: «Molti studi mostrano personalità in altri invertebrati, ma nessuno aveva guardato allo scarafaggio americano». Infatti negli ultimi 20 anni gli scienziati hanno documentato personalità, cioè comportamenti coerenti, come l’audacia, la timidezza, la socievolezza o l’aggressività, in diverse specie di invertebrati, dai polpi ai gerridi ed ai ragni sociali.
Il team ha messo dei chip RFID (Radio-Frequency IDentification) sul dorso di 304 scarafaggi e poi li ha divisi in 19 gruppi di 16 individui per vedere cosa succedeva quando venivano messi in una “arena” circolare di plastica, illuminata e circondata un recinto elettrico in modo che gli scarafaggi non potessero sfuggire. Gli insetti selezionati erano tutti maschi di circa 4 mesi di età, perché l’età e il sesso di un animale possono influenzare il suo comportamento, il che rende più difficile determinare il suo tipo di personalità. Sopra l’arena c’erano dei dischi in plexiglass identici,  ricoperti di filtri che creavano cerchi rossi percepiti come rifugi  dagli scarafaggi, che odiano la luce e che quindi avrebbero dovuto cercarvi immediatamente riparo. Ogni rifugio era abbastanza grande da poter ospitare tutti e 16 gli scarafaggi messi nell’arena luminosa sottostante. Gli scienziati per 3 ore hanno misurato la quantità di tempo trascorso all’interno di un riparo dai singoli scarafaggi e quanto tempo è occorso ad ognuno di loro per andarci. Poi, per verificare se gli insetti avessero raggiunto un consenso su dove riunirsi  (un indicatore della personalità di gruppo), hanno contato quanti insetti erano sotto ogni disco alla fine dell’esperimento.
I test hanno dimostrato che alcuni individui si attardavano ad esplorare il nuovo ambiente e non fuggivano così presto come facevano gli altri. Il team ha osservato degli scarafaggi “audaci” che si prendevano tutto il tempo necessario per cercare un riparo, a differenza di quelli “timidi” che fuggivano disordinatamente non appena venivano collocati nell’arena luminosa.  E tutti i gruppi di  scarafaggi si sono sempre comportati nello stesso modo in ciascun test. Ma alla fine, nonostante queste differenze individuali di personalità, ogni gruppo finiva sempre per affollarsi nello stesso rifugio. Per Planas-Sitja questo indica che una dinamica collettiva – un’influenza sociale – che diluisce le differenze di personalità individuali. Quindi, in  gruppo, si finisce per avere un comportamento simile in tutti. Ma i ricercatori, sulla base di esperimenti precedenti, hanno anche verificato che questo conformismo di gruppo non si manifesta in alcuni scarafaggi quando vengono  lasciati soli in un’arena: degli individui non si precipitano nel rifugio, mentre altri passano solo un breve lasso prima di farlo. Ma i loro comportamenti cambiano non appena sono in un gruppo. «Poi tutti corrono al riparo – dice Planas-Sitja – Spero di capire perché e come questo accade con ulteriori esperimenti».
Noa Pinter-Wollman, un comportamentista animale dell’università della California – San Diego, che non ha partecipato allo studio, ha commentato su BBC News la scoperta del team belga: «Il risultato collettivo è diverso dalla somma delle personalità, questo è molto cool. Ciò implica che il tutto è maggiore della somma delle sue parti».
Ma questo non nega le singole differenze osservate dal team belga: in realtà personalità diverse all’interno di un gruppo possono essere un vantaggio per la sopravvivenza delle specie, perché più personalità portano a più comportamenti e quindi a più possibilità di adattarsi e sopravvivere.
Come dice Odile Petit, un’etologa francese dell’Institut Pluridisciplinaire Hubert CURIEN del CNRS a Strasburgo, che sottolinea l’importanza dello studio del team belga, «Essere in grado di mostrare la personalità del gruppo, come hanno fatto, è molto emozionante e intrigante. Ed hanno dimostrato che gli individui hanno una loro personalità,  anche gli animali semplici».
La scoperta del team belga arriva insieme alla pubblicazione di un altro studio a forte partecipazione toscana, nel quale si rivela che le vespe di una specie sociale sono in grado di riconoscersi dalle loro facce, due ricerche che suggeriscono che gli insetti potrebbero avere una vita più ricca di quanto credessimo. E, come scrive su Erin Blackemore  su Smithsonian News, «Se la prospettiva che gli insetti abbiano una personalità o che riconoscano le facce vi dà i brividi, fate un respiro profondo e ricordate che ogni scarafaggio intrepido sta solo cercando di aiutare i suoi fratelli insetti a vivere un altro giorno».
 
greenreport
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