“Il caso Valarioti”, storie non nuove di ‘Ndrangheta

Roma, 19 luglio – Torna in edicola “Il caso Valarioti”; dal 25 giugno 2015 in edicola nella collana L’Ora Legale de “Il Sole 24 ore” (euro 8,90), “Il caso Valarioti”, il nuovo libro-inchiesta dei giornalisti Danilo Chirico e Alessio Magro. Il libro, già edito nel 2010 da Round Robin editrice,  ripercorre la storia di Giuseppe Valarioti…che, l’11 giugno 1980, trentacinque anni fa, muore in un agguato. Era Segretario del Pci di Rosarno. È stato ucciso a trent’anni, la notte tra il 10 e l’11 giugno 1980 (da pag 33 ), mentre usciva dalla cena con cui il Pci festeggiava la vittoria alle elezioni.

Il suo è il primo omicidio politico in Calabria (pag.21), quello che annienta il movimento anti-‘ndrangheta.

Si tratta dell’inizio dell’azione politica e delle nuove strategie della ‘Ndrangheta, che penetra nella politica, nei partiti, nelle istituzioni e nella massoneria; la mafia che s’impadronisce della Calabria e diventa la mafia più temibile d’Italia. Una storia non nuova che spiega quel che accade oggi. Un processo assurdo che dura ben 11 anni con nessun colpevole. Valarioti riteneva che la politica e in primis  la cultura fossero validi mezzi contro la ‘ndrangheta e assicurare importanti opportunità ai giovani della sua regione.

 Il volume è un vero e proprio documento storico sulla criminalità  calabrese; uno strumento di lavoro per comprendere  una nuova tragica realtà meridionale. Interessanti i contributi di Giorgio Bocca (da pag 275), Enrico Fontana (da pag.282) e Giuseppe Smorto (da pag.290) che servono ad affrontare il rapporto che esiste nel nostro Paese tra Nord e Sud, politica e territorio, informazione e Sud, mafia e antimafia..

La prefazione è dell’amico e intelligente giornalista Filippo Veltri con titolo:”IO C’ERO”……”Fu un giugno tremendo quello  in Calabria. …Due dirigenti del PCI assassinati, uno nella piana di Gioia Tauro e l’altro sul Tirreno cosentino. Si chiamavano Giuseppe Valarioti e Giannino Losardo. Io c’ero. Cronista per conto dell'”Unita’” delle due esecuzioni mafiose, dei movimenti successivi, di quello che non accade dopo, delle ingiustizie negate soprattutto. Delle verità nascoste, oscurate……L’omicidio Valarioti è maturato in un contesto elettorale, in un anno decisivo, il 1980, per la svolta politica della ‘ndrangheta  nell’intera Calabria……Qualche anno dopo, grazie alle rivelazioni del pentito Pino Scriva, emergerà il ruolo di altri pericolosi ‘ndranghetisti oltre a Pesce, Giuseppe Piromalli e Sante Pisani…… Io c’ero in quegli anni, dal ’75 in avanti….Dove lo Stato con i suoi apparati investigativi e repressivi si limitava ad un apparente e inesistente controllo del territorio e dove gli intrecci politica mafia si cementavano in logiche di potere clientelari e di controllo del voto da far paura……. Io c’ero allora ed oggi”.

Giorgio Bocca,in un’intervista dei due autori, disse (da pag.275) “..in Italia si fa passo in avanti, qui (in Calabria) se ne fanno due indietro..”. È sincero invece il suo stupore dovuto al fatto che “nel corso degli anni non c’è mai stata una vera differenza…..forse per alcune cose è sempre peggio”. Racconta anche di Rosarno, della morte di Peppe Valarioti e della battaglia di Peppino Lavorato….E aggiunge: “.. per quale maledizione della storia, per quale fatalità geografica noi italiani del nord e del sud non riusciamo a fare di questo Paese un paese unito…. nessuno si è occupato di capire la ragione vera di questo arretramento….La radice è storica. Ma non riesco a capire quale è, perché ci sia questa perseveranza nel male….. c’è il sud peggiore del Mediterraneo….mi sono fatto la convinzione che le mafie sono parte costituente della politica italiana, perché credo che ci sia la necessità che esistano…..”

Scrive il bravo e amico giornalista Enrico Fontana (da pag.282), nel suo intervento denominato “l’analisi”…” L’Italia non si potrà mai liberarsi  dalle mafie.. ….L’informazione  ha gravissime responsabilità nella fatica che fa , ogni giorno, chi si impegna per affermare nel nostro paese i valori, i progetti, la concretezza dell’antimafia sociale. Sono un giornalista e conosco abbastanza bene le regole del gioco ma, tranne qualche lodevole eccezione, molti miei colleghi si limitano a subirle passivamente, non fanno neppure lo sforzo di cercare spunti chiavi di lettura che possano rendere pubblicabili anche le buone notizie…….In Italia esiste da 15 anni, esattamente dal 25 marzo 1995, un movimento sotto forma di associazione di associazioni che ha trovato in “Libera” il suo catalizzatore, impegnato a praticare quotidianamente l’antimafia dei diritti…..Durante questi 15 anni sono state approvate leggi importanti, come quella che prevede l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, in virtù di un milione di firme raccolte…..C’è una parola che più di tutte mi è rimasta impressa tra quelle che usa don Luigi Ciotti per spronarci all’impegno:continuità. Se  continuiamo a sognare in molti un’Italia libera dalle mafie, va a finire che questo sogno diventerà realtà…..”

Questo, un libro che esalta ovviamente l’azione dell’Arma dei Carabinieri e di suoi bravissimi investigatori…….”…Speciale (da pag.95) era il (mitico) Capitano Gennaro Niglio, un campano rude e onesto.I Gatto lo considerano un punto di riferimento. Niglio è un Carabiniere di ferro:è protagonista di due conflitti a fuoco con il capo del clan Vincenzo Ursini. Nel 1975 lo ferisce, un anno dopo Ursini viene ucciso. È il 6 novembre. Il clan ….impone …armi in pugno il mercato della domenica…Niglio pretende che il mercato si faccia, raccoglie le denunce, partono gli arresti. Per gli Ursini è troppo… Altro Carabiniere di razza è il grande Maresciallo Camuti (da pag.122)… Una notte di fuoco quella (dell’omicidio Valarioti) per i Carabinieri. Ne capitano tante di notti insonni passate a caccia di latitanti durante le operazioni e i bliz…. Il Maresciallo Giovanni Camuti, da buon Comandante, sa bene cosa  fare, dove andare, quali le case da perquisire, ma sa anche che non troverà nulla. (I Carabinieri) hanno capito subito chi c’era dietro quell’assassinio al termine di quella campagna elettorale tesissima… Altro Carabiniere che tanto ha operato in Calabria, è il brillante Capitano Gilberto Murgia(da pag.188).. il 7 ottobre arriva finalmente un rapporto organico dei Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, comandata dal giovane e dinamico Capitano Murgia…. L’omicidio è maturato nell’ambito della cooperativa Rinascita su ordine di Giuseppe Pesce, del figlio e del nipote, denunciati come mandanti…

Sull’argomento: “Storie di ‘ndrangheta…storie di Carabinieri” del 15 Gennaio 2015

 

 

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