Ulteriore riflessione sul dimenticato Comparto Difesa-Sicurezza

Aspettando il 27 agosto…

Nei giorni scorsi, come taluni ricorderanno, abbiamo denunciato che sulla stampa pre ferragostana è passata sottotono la notizia che Agenti della Polizia di Stato, della Polizia Penitenziaria e del Corpo Forestale dello Stato, con i  Vigili del Fuoco, protesteranno clamorosamente in piazza donando il sangue il 27 agosto prossimo, per iniziativa della Consulta Sicurezza dei Sindacati autonomi del Comparto sicurezza e soccorso pubblico Sap, Sappe, Sapaf e Conapo.

Il tema dominante è: “Ci state togliendo il sangue, allora noi preferiamo donarlo ai cittadini”. Questo giornale, che si ispira ai valori di alta civiltà giuridica e democrazia di Gaetano Salvemini, da tempo segue le vicende del Comparto Sicurezza-Difesa dello Stato, mai così dimenticato in questi ultimi venti anni.

Il 03 novembre 2011 fummo però favorevoli sui tagli alle retribuzioni del personale della DIA, chiedendoci se proprio tutte le proteste fossero giuste e raccontammo, nella circostanza, che il 26 ottobre, lo spazio di fronte al Parlamento sarebbe stato occupato da personale della D.I.A. (la Direzione Investigativa Antimafia) in quanto il Governo stava rispondendo, in Aula, ad un’interrogazione parlamentare per chiarire in quale strategia di lotta alla mafia si potessero inserire le sottrazioni di risorse alla D.I.A., non ultima quella contenuta nel “Decreto di Stabilità”, che tagliava, asseritamente in misura punitiva, lo stipendio di quegli operatori.

Il Ministro dell’Interno, al riguardo, fece sapere che nessuna riduzione alle spese di funzionamento della DIA sarebbe stata effettuata, mentre si sarebbe proceduto al taglio del T.E.A. (Trattamento Economico Aggiuntivo), pari a più o meno il 20 per cento della retribuzione dei dipendenti, per un principio di equità. Tutto sommato, intorno ai 220 euro mensili. Bene; ritenemmo che il Prefetto D’Alfonso, all’epoca Direttore della Dia, operò in modo coraggioso a proporre, in epoca di generali ristrettezze economiche, di ridurre la busta paga del personale in servizio in quell’Ente ed  auspicammo, nella circostanza, che a seguirlo su quella strada ci fossero anche i Responsabili dei tre Servizi di Sicurezza (ovvero segreti) dello Stato, e cioè il DIS (Dipartimento Informazioni e Sicurezza: organo di coordinamento di tutto il comparto di intelligence), l’AISI (Agenzia per la Sicurezza Interna) e l’AISE (l’Agenzia della Sicurezza Esterna), insomma gli ex Cesis, Sisde e Sismi, in quanto proprio in quegli Uffici si guadagnava e si guadagna molto bene, forse troppo. Ci chiedemmo e ci chiediamo: come mai un “Capo Reparto” o “Direttore di Divisione” di quegli Enti ( gradi apicali, ricoperti da Generali o Questori, o comunque di grado equipollente nell’Amministrazione dello Stato), a fine mese, percepiscano, secondo quel che con difficoltà trapela, oltre, molto oltre quindicimila euro tra annessi e connessi, quindi ben più di tre-quattro volte i cespiti di un pari grado che milita nelle amministrazioni di provenienza?

Chiedemmo, pure, che fosse chiarito, con tutto il rispetto doveroso per le Persone e per le delicatissime funzioni svolte dagli apparati di intelligence della Repubblica, perché, ad esempio, i Comandanti delle Stazioni Carabinieri di Napoli Scampia (terra di “Gomorra”), o di Roma San Basilio, ovvero il personale dei Commissariati di PS di Corleone o di Locri debbano avere in busta paga molto meno della metà di quanto percepisce un parigrado in servizio in uno dei predetti Enti? E’ probabile, ma la differenza è eccessiva!

Al di là di ogni possibile e sempre deleteria polemica, formulammo una proposta ovviamente provocatoria: che tutti gli appartenenti al Pianeta Sicurezza dello Stato, di qualsiasi Amministrazione, venissero pagati allo stesso modo, con l’estensione ovviamente del beneficio più vantaggioso ai meno fortunati…. Così, almeno, nessuno avrebbe protestato più dinanzi al Parlamento Nazionale, mentre invece si continua….. a ragione…a farlo.

Continuando, qualcuno ricorderà, poi, che prendemmo posizione sull’impiego a Napoli dei Soldati per l’emergenza rifiuti (in Governo Berlusconi), argomentando che il profilo d’impiego dei Militari per motivazioni di ordine storico, pratico, etico e sociale, non escluso quello del più che specifico profilo d’impiego, avrebbero dovuto sconsigliare questa tipologia di intervento; ma nessuno dei Vertici militari fiatò, ovviamente!

Ancora, tempo dopo, scrivemmo che “Nessun poliziotto è cretino!!!”, quando  su tutti i giornali e TV ci fu la notizia che era stato identificato l’Agente che aveva calpestato la ragazza durante la manifestazione di Roma, il quale, presentatosi in Questura, fu di poco anticipato dal Capo della Polizia Pansa che sentenziò: “E’ un cretino,va punito!”. A difendere l’Agente, come di consueto, solo i Sindacati di Polizia e una parte della stampa, noi compresi.

Raccontammo anche sulla paventata unificazione di Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale, argomentando che non è proprio necessaria questa rivoluzione copernicana nei confronti di due benemeriti Corpi di Polizia della Repubblica che nei loro diversificati e difficili compiti hanno onorato il Giuramento di Fedeltà alla Patria, operando con coraggio ed esemplare professionalità, sottolineando che tutto ciò non avrebbe fatto risparmiare un euro, con il pericolo che ciò possa sottintendere altri nascosti motivi…

Concludiamo, con questa riflessione sul tormentato tema in trattazione e sulla modestia della politica, che è quella di come sia  possibile che non si capisca che le Forze dell’Ordine, tutte indistintamente, e soprattutto la loro base, non vanno toccate perchè sono l’unico presidio di legalità di uno Stato nel quale essere onesti è diventata l’eccezione ed essere delinquente è divenuta la normalità. Una democrazia, la nostra, devastata da mafie anche straniere, martoriata da omicidi, rapine, grassazioni, attentati e bombe.

Una democrazia, certamente, che sta rinnegando i suoi valori e la storia della nostra Patria.

 

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