L’apprendista “stregone” o la ”Rivoluzione Copernicana”

Roma, 19 luglio  – “L’apprendista stregone”,  “Il medico e lo stregone”:  entrambi questi film hanno un “elemento” in comune, il nostro PdC, Matteo Renzi,  uno “stregone”.

Lo abbiamo visto ieri all’Expo a Milano. Dopo le notizie fatte diffondere qualche giorno fa, un po’ da tutta la stampa, sulla ripresa dell’economia (?), grazie alle quali si è immedesimato nelle vesti di un nuovo “messia”, reclamizzando quelle risorse economiche che fino a pochi giorni prima non esistevano, dall’Expo ha garantito di abbassare le tasse e di togliere quella sulla prima casa.

Alcune domande sorgono spontanee.

L’economia non è ripresa assolutamente, perché lo 0,01 non è ripresa dell’economia.  L’economia mostra la sua ripresa  quando l’indice sale a cifre intere, non a frazioni di decimali e quando i negozi hanno bisogno di commessi per soddisfare la pressione della clientela mentre  oggi i proprietari dei negozi stanno sull’uscio del loro esercizio, con le braccia conserte.

Se non sono state fatte le riforme economiche per abbassare le tasse e togliere quella sulla prima casa, come fanno ad esserci oggi i soldi che fino a “due giorni fa” non c’erano? Quando si garantisce un progetto del genere, anche propagandisticamente, sarebbe buona abitudine dare una spiegazione del processo che si vuole mettere in atto e delle sue quantificazioni. Di quanto sarebbe sua intenzione l’abbassamento delle tasse? Dello 0,01% o simili?

Sarebbe una presa per i fondelli al popolo italiano e definirebbe solo la sua paura di sentirsi alla fine del mandato.

In questa situazione, le alternative sono due; o il nostro “grande” Matteo Renzi è diventato lo stregone del film del grande Monicelli che, approfittando della credulità popolare e per non perdere il credito che ha nel paese, pretende di curare la malattia con le chiacchiere e la superstizione, o si sente investito dei poteri magici del personaggio del cartone animato di Walt Disney.

Per concludere “brillantemente” l’argomento, Renzi non ha quantificato l’entità delle diminuzioni, ma l’ha datate. I meccanismi sono previsti per la casa, per il 2016, il che significa che se ne godrebbero i benefici non prima del 2017, non domani; e una “sforbiciatina” all’Irpef dal 2017 graduata negli anni successivi e questo, se la matematica continua a non essere un’opinione, che gli eventuali “benefici” se ne godrebbero non prima del 2020 e anni successivi, sempre che, sulla base della situazione esistente, da bravo “stregone”, riesca a finalmente a trasformare le chiacchiere in fatti.

L’ha definita “rivoluzione copernicana” e ci chiediamo Copernico che cosa c’entri in questa faccenda, ma da una persona  che scrive “cultura umanista” che altro volevamo aspettarci?

La cosa sconcertante è che è stato applaudito calorosamente.

Bene; se non è una presa per i fondelli questa, ditemi come si chiama. 

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