RIFLESSIONI PER L´ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI CAPACI

Onore agli eroi della patria Giovanni Falcone e Paolo  Borsellino!

Tante le operazioni e gli interventi contro le mafie nostrane, con centinaia di arresti e sequestri di beni importanti, ma dobbiamo constatare che il fenomeno è sempre vitale, con nuove leve, nuovi
capi, nuovi enormi patrimoni. Ad ogni significativa operazione di polizia, ci rallegriamo, e con noi giornali e soprattutto il coro dei politici, sperando che quella Mafia sia davvero morta…;
ma, invece…, scopriamo subito dopo, con dati di fatto, che la `Ndrangheta, che fattura 30 miliardi di euro l´anno nel mercato della droga, è la consorteria criminale più potente, nello specifico settore ; e che la mafia siciliana non è affatto alle corde, solo perché alcuni commercianti hanno rifiutato di pagare il “pizzo”, come inopportunamente decantato da taluni, e questo perchè “Cosa Nostra”, come sanno bene gli addetti ai lavori, dopo il tragico periodo delle “stragi”, nei primi anni ´90, ha operato e sta operando una abile politica di “immersione”, dalle
connotazioni subdole e pericolose, con inquietanti accertati collegamenti con politica e imprenditoria.

Ancora, per quanto concerne la `Ndrangheta”, apprendiamo che ha grossi interessi nel nord Italia, come si evidenzia nell´operazione portata a termine a luglio dello scorso anno, da Carabinieri e Polizia, coordinati da due Procure Distrettuali Antimafia, di Milano e Reggio Calabria.
Sappiamo bene che in Italia ben quattro Regioni meridionali sono assediate da mafie stanziali e che queste, al nord, come stiamo vedendo, hanno importanti insediamenti ed enormi interessi; ma siamo pure al corrente che al nord proliferano le mafie straniere, oltremodo pericolose e agguerrite, che stanno sempre più prendendo piede.

E quindi cosa si fa?

Per quanto concerne la politica nostrana, si lavora da oltre due anni in Parlamento sulla legge sulle intercettazioni, motivata da asseriti principi di garanzie per il cittadino, mentre invece altro non farebbe, se approvata, di non consentire più la possibilità di indagare, nello specifico, con la necessaria incisività da parte di Magistratura e Polizie, e questo per quanto fa riferimento ai cosiddetti reati “satelliti” della Mafia, quali usura, ricettazione, sfruttamento della prostituzione, associazione per delinquere non di stampo mafiosa e altro.
Tornando alle questioni di `Ndrangheta, soprattutto di quella radicata al nord Italia, e questo per dimostrare che non si tratta di insediamenti recenti, basta ricordare la nobile figura di un coraggioso Magistrato, del quale sembra sia svanita la memoria: Bruno Scaccia, ucciso a Torino il 26 giugno 1983, proprio perché aveva contrastato la cosca reggina dei Belfiore, molto attiva all´epoca in Piemonte.
Da allora ne e´ passata di acqua sotto i ponti…! Ma la mafia calabrese non solo è ben radicata nel nostro settentrione, ma ha assai bene attecchito anche all´estero, e in particolar modo in Germania.
Se corro a ritroso con le mie esperienze professionali, soprattutto riferite alla mia quadriennale permanenza in Calabria (1993-1997), in particolare quale ultimo comandante provinciale dei Carabinieri di Catanzaro, prima che la Provincia madre venisse tripartita con le nuove province di Crotone e Vibo Valentia, posso affermare che anche allora furono conseguiti importantissimi risultati nell´azione di contrasto.
Come non ricordare l´Operazione “Galassia” del 1995, condotta dal mio Comando Provinciale, che squadernò una realtà sconosciuta allora, e cioè l´inizio della scalata in Germania delle famiglie cirotane dei Farao e dei Marincola.
Il 1 luglio del 1995 furono eseguiti ben 143 ordini di custodia cautelare nei confronti di appartenenti a Cosa Nostra e alla `Ndrangheta. Tra gli arrestati, anche Cosimo Vernengo, fratello del capomafia Pietro Vernengo, al quale venne notificato in carcere il provvedimento, e Giuseppe Urso, anche lui della famiglia Vernengo; sei le persone arrestate in Germania.
Tornando all´importante operazione di Polizia del luglio 2010, che ha portato alla cattura di più di trecento `ndranghetisti, operanti in Lombardia e dintorni.
Apprendiamo dell’esistenza di ben venti “locali” di `Ndrangheta con 500 affiliati; di una “Cupola” chiamata “la Lombardia”; di Carmelo Novella, detto “Nunzio”, 60anni, di Guardavalle, con il grado di “Infinito”, il massimo della mafia calabrese, da anni emigrato in Lombardia. Voleva diventare il numero uno della regione più ricca e operosa d´Italia, aspirando a creare una “Ndrangheta separata” dalla Calabria, in particolare da Platì e San Luca. Come è facilmente intuibile, a luglio 2008, il sogno di “Nunzio” Novella finisce a colpi di pistola esplosigli sul cranio.
Così, la Calabria, si è… riappropriata…. della Lombardia, annullando qualsiasi tentativo di inopportuna “separazione”.
Nonostante l’impegno dello Stato, soprattutto di Magistrature e Polizie, le statistiche economiche sono oltremodo allarmanti per il Sud d´Italia.
La Confindustria reputa infatti quelle aree territoriali molto insicure e attribuisce ciò alla criminalità organizzata e al grande tasso di illegalità esistente.
Il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, on. Pisanu, nella recentissima sua relazione, è lapidario: “La crisi generale, che colpisce con particolare durezza le regioni e le categorie sociali più deboli, sembra preannunziare un’ulteriore, grande sconfitta del Mezzogiorno”, e le attività della criminalità organizzata storica nelle quattro regioni italiane, Sicilia, Campania, Calabria e Puglia, è causa di un mancato sviluppo equivalente al 15-20% del Pil delle stesse regioni. Pisanu, molto giustamente, e di questo dobbiamo essergliene grati, aggiunge che “se molto sappiamo su come i capitali mafiosi vengono raccolti, ancora poco sappiamo su come vengono occultati e investiti nell’economia legale e nei circuiti finanziari
nazionali e internazionali”.
Concludendo, s´impone una riflessione; riflessione con cui ho iniziato questo scritto.
E questo è doveroso, oggi, visto che commemoriamo Giovanni Falcone e presto anche lo faremo per Paolo Borsellino. Vero, vengono arrestati centinaia di mafiosi nelle varie aree d´Italia, e subito nascono nuovi capi e nuove bande…
Quindi, non è sufficiente l´arma della repressione, arma necessaria ma non bastevole; non ne usciremo se le situazioni economiche, la scuola, la società intera e la morale restano “aperte” alla riproduzione della mala pianta. Un Nuovo Umanesimo, quindi, è necessario… Un problema che
investa tutti, ma soprattutto la politica, quella vera e nobile, quella scritta con la “P” maiuscola! Una Politica che significhi servire gli altri con senso dello Stato , spirito di servizio, lealtà verso le Istituzioni, ma soprattutto disinteressatamente!

Generale Div.(aus.) dell´Arma dei Carabinieri dott. Raffaele VACCA

 
 
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