Riflessione sulla “Mafia de’ noantri”

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Una gentile lettrice del nostro giornale, ben conosciuta e stimata per la sua vivacità culturale, così ci scrive sui contenuti dell’articolo del 04 dicembre scorso dal titolo “La cupola romana non mafiosa…ma delinquenziale“: “No, non sono d’accordo: a Roma c’è la mafia eccome. Strisciante, che arriva dovunque. Sottovalutare il fenomeno e chiamarlo con altri nomi serve solo come grottesco tentativo di salvare la faccia e porta solo ad evitare che venga sconfitta. Quanto al fatto che non c’è legame con i cittadini, anche su questo non sarei così sicura. Solo per il fatto che nessuno ne parla, dovremmo darci delle risposte diverse. Saluti”.

Dopo i ringraziamenti per l’attenzione, ho replicato che ha perfettamente ragione, e che non si vuol sottovalutare il problema, anzi; pur confermando che le modalità operative dei delinquenti “de’ noantri”, collegati alla “politica del nulla” (nulla, ovviamente, in favore dei  cittadini onesti; del nulla, come intelligenza politica), sono sicuramente di stampo mafioso.

L’intervento della lettrice mi ha indotto, tuttavia, a valutare ancora quel che accade nel panorama politico locale e nazionale.

C’è da dire che in anni ormai lontani le differenziazioni tra destra, centro e sinistra  si articolavano su tematiche strategiche, sulla base delle rispettive culture ideologiche,  quali il lavoro, fisco, scuola, sanità, sicurezza e altro, ma erano convergenti sul principio di legalità, sul fatto che “”La Legge è uguale per tutti”…. vero potere dei senza potere..”.

C’è però un non piccolo particolare.

Gli uomini politici, allora, si chiamavano, partendo da destra: Michelini, Almirante,  Covelli, Malagodi, Lamalfa, Visentini, Spadolini, Moro, Fanfani, Nenni, Pertini,  Berlinguer, Togliatti….tutti politici di grande intelligenza politica, capacità, alto senso dello Stato , certamente non esenti da errori, ma accomunati nell’idea del bene per i Cittadini.

Le cose, poi, peggiorarono con il “craxismo”…per proseguire…sino all’oggi.

A proposito di concretezza di un tempo, citiamo un emblematico piano  di edilizia popolare, il “Piano Casa Fanfani” del 1949-’63, oggi inimmaginabile, che realizzò, grazie all’istituzione dell’ Ina Casa, 2 milioni di vani per 355 mila alloggi con 20 mila cantieri e 41 mila lavoratori nell’edilizia. Ricordo solo che nei primi 7 anni furono investiti 334 miliardi di lire realizzando 147 mila alloggi.

Oggi che si fa? Tanto; ma solo delle “incompiute” che consentano di far “locupletare e locupletare (guadagnare) molto”, politici e ladroni di stato in tandem con i boss. Certo, il tema della legalità è questione politica di primo interesse. Infatti, le cifre annuali della ricchezza sottratta dall’evasione fiscale allo Stato, cioè ai cittadini, lo abbiamo scritto più volte, oscillano, in base a diverse analisi, tra i 180 e i 120 milioni di euro; poi, i 60 della corruzione, con il debito pubblico che cresce invece di diminuire (vale a dire che è più quello che si spende di quello che lo Stato incassa…).

E che dire dei 500 miliardi occultati nei “paradisi fiscali”, non tassati e non tassabili? Certamente fa bene il Premier Matteo Renzi a dirsi “disgustato” per il sistema di corruzione che sta emergendo nell’indagine capitolina, anche se più schifati di lui sono gli Italiani; un disgusto che si unisce da parte del premier all’irritazione perchè la bufera mediatica sulla Capitale ha “oscurato alcuni goal cruciali del governo…”.

Per questo Renzi vuole dimostrare, e fa più che bene, che il Governo non si fa fermare dai ladri, promettendo che il rilancio ci sarà a giorni, quando verrà annunciata la candidatura per le Olimpiadi di Roma nel 2024, forse opportunamente esclusa da Monti, visti i costi. Ci sta bene tutto, anche che il premier invochi un rapido processo, però più che proclami e promuovere strutture che studino e analizzino i fenomeni, bisogna cambiare le leggi depotenziate negli ultimi ventitré anni, sino a quella recente sulla corruzione del Governo Monti.

In primis, se si vuole un processo rapido, va abolita la Legge Cirielli sulla prescrizione varata da Berlusconi nel 2005, che provvidenzialmente consente ai ladri di stato e alle varie categorie di mascalzoni “portavoti” di non giungere a sentenza definitiva. Intanto, notizia dell’ultima ora, apprendiamo che senza tagli alla spesa pubblica per 29 miliardi, il carico fiscale sui contribuenti italiani nei prossimi anni è destinato ad aumentare ulteriormente passando dal 43,3% dello scorso anno,confermato anche per il 2014, al 43,6% previsto sia nel 2016 sia nel 2017.

Lo prevede, partendo dai dati della Banca d’Italia e dalle previsioni dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, la Cgia di Mestre. “Un incremento – segnala il Segretario Bortolussi – riconducibile al progressivo aumento delle aliquote Iva che avrà inizio a partire dal 2016”.

Altro che euforie e prese per i fondelli dell’opinione pubblica!

I quadri sicurezza ed economico costituiscono vera emergenza nazionale!!

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