Politica

Renzi non molla e rilancia

M5S: cambio di rotta?

Roma, 8 novembre – Quali siano le forze sulle quali possa contare Renzi per imporre la sua “ effervescente” linea politica, sia in Italia che in Europa, sono certamente pochissimi a saperlo, ma nessuno dubita della loro consistenza ed affidabilità, altrimenti sarebbe un colossale “bluff” deleterio per lui e per tutti gli Italiani.

La cartina di tornasole è rappresentata dalla risolutezza della sua attività di governo, che non solo non mostra segni di cedimento, ma avanza quotidianamente difendendo, pare con successo, le posizioni conquistate, anche se i suoi detrattori più ostinati dicono che sono vacue ed effimere.

L’anomalia più vistosa e, per molti versi, più inquietante, è la spietata guerra che si sta combattendo all’interno del suo stesso partito e nel suo sindacato di riferimento, la CGIL.

Non meno aspra la diatriba con la FIOM di Landini, il quale dà la sensazione di perseguire altri e più importanti obiettivi non esclusa la poltrona della signora Camusso.

L’incognita del momento non è, però, soltanto l’irrigidimento del Presidente di “Forza Italia” o le minacce dei suoi avversari interni alla direzione del partito, arroccati contro l’approvazione del “Jobs Act”, ma l’ammorbidimento del M5S di Grillo, il quale si è mostrato disponibile a sostenere (e l’ha sostenuta), l’elezione del componente il Consiglio superiore della Magistratura ed una delle due candidate alla Consulta di area PD, bocciando l’altra  presentata da Forza Italia.

Va anche sottolineato il fatto che l’ultimo incontro con Berlusconi a Palazzo Chigi, non è andato per il verso sperato e, sebbene non ci siano stati comunicati ufficiali, non penso bisogni scomodare “frate indovino” per conoscerne le divergenze sull’argomento della discordia, ossia la riforma della legge elettorale.

Da non sottovalutare, a questo proposito, il breve accenno di Renzi, il quale si è lasciato sfuggire (o l’ha detto consapevolmente) che il “patto del Nazareno” scricchiola e ciò la dice lunga su quanto potrà accadere nel breve e medio termine.

Non è un mistero per nessuno che il Presidente del Consiglio ne vuole l’approvazione in tempi rapidi per esercitare pressioni sui suoi avversari interni più riottosi, sebbene costoro, pur  essendo affetti da forti ”mal di pancia”, difficilmente provocherebbero una scissione o la caduta del governo.

Dall’altra parte, il Presidente di “Forza Italia” svicola perché è consapevole di non poter affrontare una difficile tornata elettorale senza aver prima tentato di ricompattare il “centro-destra”.

Sorprende, ma non più di tanto, la “franchezza” di Renzi nei confronti della Commissione Europea e la reazione del Presidente Juncker che, alquanto risentito, ribadisce che non sta a capo di un gruppo di burocrati, come aveva insinuato lo stesso Renzi.

Ma non si è sempre detto che bisognava andare in Europa e battere i pugni sul tavolo per  ottenerne una politica meno rigorosa che favorisca la crescita e lo sviluppo ? Ed allora perché stupirsi se si cerchi di andare in questa direzione ?

La sensazione prevalente è che entro l’anno che sta per finire, ci saranno importanti mutamenti che però potranno favorire alcune categorie e danneggiarne altre, perciò una certa dose di tensione sociale va messa subito nel conto.

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