Politica

Per uscire dalla crisi…..

Quanti anni sono che si parla della necessità della Riforma Fiscale?

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Roma, 16 novembre –  Sono tanti e sono stati segnati puntualmente, come da tante pietre miliari, in questo “stretto” e “largo” sentiero a volte molto tortuoso dei rapporti sociali, dagli interventi esasperati, a volte incandescenti, delle parti sociali, per chiedere ai vari Governi che si sono succeduti da un sessantennio a questa parte l’unico sistema che tuteli e salvaguardi, nel loro dovere di contribuenti, il lavoratore e il pensionato.

Facciamo riferimento alla Riforma del Fisco.

Perché? È presto detto. Il fisco ha sempre messo in condizione il contribuente di evadere, non per rubare, ma per difendersi, ma gli unici che potevano farlo erano il libero professionista, il commerciante e altre categorie non soggette al controllo diretto e, non disponendo esso dei mezzi per contrastare questo fenomeno, ne ha sempre fatto pagare le conseguenze al “reddito fisso”, impiegati e pensionati. Bene, la politica economica del nostro paese è sempre stata tale e di volta in volta ogni Ministro delle Finanze ha preso la “patata bollente” e cominciato a fare il “gioco delle tre carte”, con il fisco, i contribuenti, i loro guadagni e i consumi, per trovare la giusta “combinazione” che gli permettesse di scovare l’evasione e normalizzare la situazione.

Paradossalmente, la risoluzione del problema era ed è la cosa più facile del mondo; essa consisterebbe nel togliere al contribuente la necessità di evadere consentendogli di applicare alla sua dichiarazione dei redditi il “conflitto delle competenze”, vale a dire la deduzione delle imposte indirette dall’imponibile IRPEF (sottrazione dell’IVA, prima fra tutte, sull’acquisto di ogni servizio o bene durevole o di consumo dalla imposta sulle persone fisiche).

E così, facendo pagare meno tasse, ma facendole pagare a tutti, si risanerebbero i conti pubblici.

I sindacati, lo sappiamo, sono sempre stati al corrente dell’esistenza di questo meccanismo, che ha risolto altrove situazioni ben più catastrofiche della nostra ma, vivendo sullo scontro dei lavoratori con il Governo, lo hanno sempre taciuto alla loro base incrementando a dismisura, per mezzo del politichese e del lavaggio del cervello, l’unico sistema di lotta che erano in grado di condurre, lo sciopero, premendo per quell’imposta patrimoniale  che dovrebbe andare a tassare le ricchezze, vale a dire esasperare ancora di più la situazione che conduce all’evasione fiscale.

Ci basta come prova dell’insipienza parolaia della politica come anche  della strada errata intrapresa dai sindacati, o abbiamo bisogno di altre dimostrazioni?

 

 

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