Scintille nella direzione del Pd

Roma, 10 luglio – I toni, i temi e le argomentazioni usati da Renzi  nella riunione della direzione nazionale del suo partito, hanno creato scompiglio ed indignazione tra i “rottamati”, i quali sono stati costretti a prenderne atto del diniego assoluto ad ogni forma di collaborazione con l’attuale leadership del loro stesso partito.

Nessuno di costoro si era illuso che il Premier avesse rivisto e corretto le proprie posizioni sulla riforma costituzionale, sulla quale grava l’ombra sinistra del referendum di ottobre, ma non erano in pochi a sperare nell’apertura di qualche spiraglio sulla modifica della nuova legge elettorale.

Invece il segretario del partito, azionista di maggioranza dell’attuale governo, con malcelata supponenza, ha respinto in toto le istanze degli oppositori interni aggiungendo che  nel caso volessero liberarsene della sua sopravvivenza politica, dovranno convocare un congresso e vincerlo.

Molti osservatori politici e gran parte della gente comune che si incontra per le strade, si chiedono con qualche perplessità, quali possano essere i supporti logistici di cotanta sicurezza infarcita da un bel po’ di arroganza.

In particolare, il dilemma ricorrente è questo: o dispone di valide forze politico-parlamentari ed economiche  più o meno note in grado di sostenerlo ad oltranza, oppure stia bleffando, “tertium non datur”, bofonchiavano i nostri antichi antenati..

In ogni caso, il Presidente del Consiglio farebbe bene a dare più spesso una sbirciatina all’evoluzione politica della nostra evoluzione quasi quotidiana, perché gli Italiani sono soggetti straordinari, capacissimi di fare tutto ed il contrario di tutto in tempi molto brevi.

Ormai tutti sanno (o dovrebbero sapere),  che l’Italicum, concepito com’è, potrebbe consentire ad un solo partito col solo il  25 % dei suffragi, di avere, nell’unico organismo legislativo, La Camera dei deputati, una maggioranza del 54 % e, quindi, compatibile con una specie di regime.

Ma è questo che si vuole e che sarà il PD a vincere l’inevitabile ballottaggio? Attenti al M5S di Grillo ed a qualche raggruppamento dell’area moderata, perché la maggioranza degli Italiani non è di sinistra.

Da notare il disgustoso e deplorevole intervento, nella circostanza, del presidente della Regione Campania, De Luca, il quale, rivolgendosi al nuovo sindaco di Rona, Virginia Raggi, l’ha definita “una bambola imbambolata”, ignorando deliberatamente che gli elettori romani l’hanno eletta col 63% e credo non siano bastate  le puntuali precisazioni di Cuperlo contro il presidente campano.

Adesso è subentrata una pausa di riflessione per riordinare le idee e decidere sul da farsi. 

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