Politica

Si rafforza l’ipotesi di un nuovo patto del Nazareno

renzi berlusconi montagNell’immaginario collettivo delle intere comunità mondiali è molto diffuso il convincimento secondo il quale la frequenza della chiamate alle urne dell’elettorato sia direttamente proporzionale  allo sviluppo degli indici di democrazia popolare.
Ebbene. in questo caso, (e non abbiamo serie motivazioni per sostenere il contrario). l’Italia dovrebbe essere il Paese più democratico del mondo, perché nell’arco di un qualsivoglia quinquennio, tra elezioni politiche, amministrative, europee, primarie e referendum su provvedimenti di qualsiasi natura, gli Italiani sono quelli che votano di più.
Questa premessa fa da sfondo all’uscita allo scoperto del leader di FI, Silvio Berlusconi, il quale ha lanciato un nuovo progetto di legge elettorale denominato “tedeschellum” che dovrebbe integrare e modificare il “rosatellum” sorto sulle rovine dell’”italicum” “vivisezionato” dalla Consulta nel gennaio scorso.
L’aspetto interessante  è rappresentato dal fatto che, stranamente, il PD ed altri gruppi presenti in Parlamento, compresi gli scissionisti di Bersani “& Company”, non sono sembrati pregiudizialmente contrari e, con l’aria che tira, non è veramente poco.
Non entriamo nel merito né, tanto meno, nei dettagli perché, nella sostanza, sono stati resi pubblici da alcuni organi di stampa, ma riteniamo importante sottolineare alcune indiscrezioni trapelate riguardanti un possibile “Patto del Nazareno bis”, anche se la diffidenza reciproca potrebbe far saltare tutto prima ancora di cominciare.
Non crediamo di aver scoperto l’acqua calda affermando che In politica, come nella vita, non bisogna mai meravigliarsi o stupirsi di nulla e di nessuno se si vogliono veramente  evitare indigeste ed amare delusioni.
Si parta dal presupposto che fin dai tempi di Adamo ed Eva, nelle vertenze più importanti e scottanti si è sempre cercato di salvare “capre e cavoli” e soprattutto, si tenga bene in mente che nessuno fa nulla per nulla.
Ufficialmente tutti si spendono  per la governabilità del Paese essendo in campo ben tre poli apparentemente equivalenti nei numeri che, in ultima analisi, sono poi quelli che contano, almeno nelle democrazie più avanzate e consolidate come accennavamo in apertura, per cui mediazioni e compromessi  vari sono sempre inevitabili.
Tuttavia è assai azzardato ipotecare il futuro perché, ancora una volta, saranno gli elettori gli autentici protagonisti a decidere sull’auspicato cambiamento e non i  conformisti, gli opportunisti o gli impresentabili voltagabbana che occupano indegnamente le poltrone del nostro Parlamento e gli altri centri di potere nel nostro grande Belpaese.

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